di Erika Noschese
“Una disposizione che cancella la libertà di informazione e che contrasteremo con ogni azione, anche legale, a tutela dei giornalisti salernitani, i giornalisti devono poter accedere liberamente nel palazzo (senza appuntamenti) per poter raccogliere informazioni, né è opportuno che qualcuno sappia con chi parlano per la riservatezza delle fonti in caso di acquisizione di informazione “riservata”. È quanto scrive, nella sua interrogazione parlamentare, il deputato di Forza Italia, Gigi Casciello dopo il disciplinare approvato dalla giunta comunale di Salerno lo scorso 5 novembre che regola l’accesso dei giornalisti a Palazzo di Città. Il parlamentare salernitano chiede al Ministro dell’Interno e al Ministro della Giustizia “quali iniziative, per quanto di loro competenza, intendano assumere per garantire la tutela dei valori costituzionali, l’imparzialità, il buon andamento e il regolare e trasparente svolgimento dell’attività amministrativa anche attraverso l’invio di ispettori che verifichino la legittimità degli atti amministrativi”. Casciello accende, in parlamento, i riflettori sull’inchiesta portata avanti dalla Procura di Salerno sui presunti appalti truccati per la manutenzione del patrimonio comunale in cambio di voti che “sembrerebbe evidenziare un “sistema” con gravi compromissioni di comparti dell’apparato burocratico e amministrativo del Comune capoluogo; l’inchiesta vede coinvolte, oltre al Governatore della Regione Campania Vincenzo De Luca, 29 persone, tra le quali il sindaco di Salerno, Vincenzo Napoli, Nino Savastano, consigliere regionale e fedelissimo del governatore, Fiorenzo Zoccola (detto Vittorio), imprenditore legato alle cooperative sociali, e Luca Caselli, dirigente del settore Ambiente del Comune di Salerno; gli indagati sono accusati, a vario titolo, di turbata libertà degli incanti, induzione indebita, associazione per delinquere e corruzione elettorale – si legge nell’interrogazione – le indagini che hanno interessato il comune di Salerno, fermo il profondo convincimento che in fase di indagini il garantismo sia posto a presidio della persona in una democrazia liberale, avrebbero dovuto, auspicabilmente, far accendere i riflettori della trasparenza sul Palazzo di Città e, invece, all’ inchiesta è seguita l’improvvisa e inopinata chiusura dell’accesso al Comune agli operatori dell’ informazione, avvenuto senza alcuna spiegazione lo scorso 20 ottobre; il giorno 5 novembre, per tentare di porre rimedio all’ingiustificato e stigmatizzato comportamento che precludeva l’ingresso dei giornalisti al Comune, è stato varato un disciplinare che regola l’accesso di giornalisti e utenti a Palazzo di Città”. Il disciplinare approvato dalla Giunta Comunale stabilisce che l’accesso di giornalisti, fotoreporter e operatori televisivi, se è finalizzato allo svolgimento della propria attività professionale, avviene mediante riconoscimento personale, ovvero identificazione a mezzo tesserino da giornalista pubblicista (dimenticando tra l’altro i giornalisti professionisti) e al contestuale rilascio di un badge che reca la scritta “Giornalista – Operatore Televisivo”, ma è sempre subordinato al previo appuntamento, fatta eccezione delle sedute di consiglio comunale, delle conferenze stampa e delle manifestazioni pubbliche. “Il provvedimento adottato, ferma la verifica della legittimità dell’approvazione dello stesso da parte della Giunta, essendo la potestà regolamentare esclusivamente in capo al Consiglio Comunale, è fortemente lesivo del diritto dei cittadini ad essere informati e rappresenta un vero “bavaglio” per la libertà di stampa”, scrive ancora Casciello nella sua interlocuzione.