Grande festa questa sera, alle ore 20, negli spazi dell’Azienda Tekla a Sarno con l’antologica, “Da Matera a Matera” e l’esposizione della raccolta di cartoline d’artista “70 years Ernesto Terlizzi”
Di ARISTIDE FIORE
Ernesto Terlizzi festeggia i suoi settant’anni, questa sera a Sarno con una mostra antologica, “Da Matera a Matera” e l’esposizione della raccolta di cartoline d’artista “70 years Ernesto Terlizzi”, entrambe allestite negli spazi dell’Azienda Tekla, con il Patrocinio del Comune di Sarno e la collaborazione di Bongiani Ophen Art Museum di Salerno, visitabili da stasera, con taglio del nastro alle ore 20, al 15 Gennaio 2020. Il filo conduttore del percorso artistico di Terlizzi legge la realtà attraverso il controverso rapporto tra uomo e natura: un conflitto perpetuo che sembra giungere a un equilibrio nell’ antropizzazione della massa rocciosa a Matera, con la sua armonia tra vuoto e pieno; si esplicita nel dinamismo del mare, come immagine di un elemento ambiguo, capace di offrire speranza così come rovina; si risolve infine molto spesso nella rottura di un equilibrio, in occasione di disastri che, a ben vedere, devono la loro gravità all’apporto diretto o indiretto dell’uomo. Il confronto tra il punto di partenza e quello d’arrivo, la cui immediatezza è resa possibile dalla collocazione spaziale dei due cicli dedicati a Matera, quello degli anni ’70 e quello che celebra l’elezione del capoluogo lucano a Città della cultura 2019, si pone come estrema sintesi dell’evoluzione del linguaggio dell’artista, passata da un segno grafico netto e elegante, sempre ritrovato in ogni fase armonizzando fra loro le tecniche più e meno recenti, a una concezione materica, traendo forza via via dalla sinergia tra il tratto, il colore e gli inserti selezionati fra una gamma di materiali sempre più ampia. La transizione tra la bidimensionalità e il rilievo quasi scultoreo è avanzata per gradi, a cominciare dal ricorso al collage. Un pregevole esempio di tale tecnica è rappresentato dalle opere dedicate al terremoto dell’Irpinia del 1980, con la carta da parati accostata a superfici sghembe intervallate da squarci, nell’evocazione della drammaticità di un evento terribile che colse moltissime persone nell’intimità domestica della domenica sera, facendosi in qualche modo emblema di tutte le catastrofi naturali. La bellezza e la ricchezza dell’Agro si manifesta invece attraverso una scansione di colori prevalentemente caldi, rinforzata da inserti in carta vetrata che, con le loro minuscole scaglie riflettenti, potrebbero rappresentare la vera transizione verso la matericità del linguaggio di Terlizzi. Quello stesso colore, in contrasto con ampie campiture di nero, racconta lo sgomento davanti al sopraggiungere di una notte che si spalanca come un abisso davanti alle aspirazioni degli uomini, ma trasmette anche il senso del magma che pulsa e preme sotto il Vesuvio, fonte di vita e di morte, di fertilità e distruzione. Gli stessi elementi ricompaiono al chiudersi di un altro ciclo, con le terribili immagini evocate da recentissime opere legate più che mai al presente, al dramma della “terra dei fuochi” e all’incendio del Monte Saretto a Sarno (“La grande paura”). L’acqua, altro elemento caro all’artista, è evocata in opere legate proprio alla memoria affettuosa del territorio sarnese (“Casolare sul Sarno”, così come il grande collage dedicato al fiume), ma anche a quella tragica dell’alluvione del ’98, per riproporsi in seguito con tutta la sua forza nel ciclo marino, mediante il quale la dinamicità del segno si combina agli inserti materici evocando la fluidità e il carattere avvolgente delle masse liquide attraverso le quali si intrecciano le vite di uomini e animali, con rispettivi drammi e speranze. Come una vera e propria opera collettiva è invece la raccolta delle 240 cartoline che Terlizzi ha inviato a altrettanti artisti, i quali hanno risposto all’appello intervenendo liberamente sull’immagine scelta dal loro collega, che riproduce la sua tipica forma-segno affusolata, declinata nella consistenza del cartone ondulato, raffrontata a una penna d’uccello, ultimo elemento entrato a far parte della sua tavolozza polimaterica, in un’immagine di fatto speculare, capace di rappresentare il Nostro come un emblema della sua peculiare e inconfondibile poetica. Molto più che un augurio di compleanno, queste opere rappresentano il panorama artistico nazionale e internazionale in dialogo con Terlizzi, divenendo dunque fotografia e monumento dello stato dell’arte visiva contemporanea. La collezione sarà visitabile anche online, nella sala 27 della Collezione Bongiani Art Museum di Salerno, dove è allestita, dal 22 Novembre 2019 al 29 Marzo 2020, una mostra virtuale con tutti i lavori presso lo Spazio Ophen Virtual Art di Giovanni Bonanno che ha collaborato con questo progetto (http://www.ophenvirtualart.it/).