di Arturo Calabrese
Grave emergenza degli ultimi tempi è senza dubbio il caro bollette. Il tutto va irrimediabilmente a ricadere sulle famiglie e sulle piccole e medie attività commerciali, già messe a dura prova da oltre due anni di crisi sanitaria ed economica. Molti commercianti e imprenditori sono con l’acqua alla gola e si dicono stanchi dei continui aumenti e della mancata vicinanza dello Stato, fin troppo assente su determinate questioni. Da Agropoli, arriva la voce di uno storico ristoratore di Agropoli che ha già dovuto stravolgere la sua attività nel periodo post Covid e che adesso si ritrova a fare i conti con la possibile cessazione e con la chiusura definitiva del suo ristorante. Giovanni Petrizzo, titolare de “Il Vecchio Mulino”, grida tutta la sua preoccupazione e la sua rabbia per la situazione. «È impossibile pensare di dover pagare cifre così esorbitanti per luce e gas – le sue parole – rispetto all’anno scorso, ho pagato molto più del doppio e devo sottolineare che a luglio non ho lavorato tutti i giorni. Il confronto, dunque, può essere fatto ma è ben chiaro come non sia assolutamente equo. I consumi dei trentuno giorni di luglio del 2021 hanno superato quelli di appena venti di luglio di quest’anno. certo – continua Petrizzo – abbiamo il credito d’imposta in compensazione ma non basta. A settembre ci saranno le elezioni e il caro bollette, come è ovvio che sia, sarà al centro del dibattito politico ma si farà davvero qualcosa? – si chiede retoricamente Giovanni Petrizzo – a ottobre i prezzi aumenteranno ancora e noi commercianti saremo sempre più più oppressi da tasse, prezzi alle stelle e imposte da pagare. Il costo di gas e luce è triplicato nel giro di qualche mese e se nessuno fa nulla ci troveremo altri salassi in bolletta». Petrizzo, a questo punto,si interroga sul suo futuro: «Mi sono dato un limite che corrisponde al prossimo dicembre. Valuterò il da farsi e deciderò se andare avanti con la mia attività o se chiudere per sempre. Lo Stato, purtroppo, ci mette in condizione di dover fare delle scelte che ritengo tragiche. Ancora un volta – aggiunge – i piccoli esercenti pagheranno le conseguenze delle scelte scellerate di Palazzo, di chi cioè non conosce il Paese reale e i relativi problemi». Petrizzo è da sempre un ristoratore: da piccolo è cresciuto nell’attività di famiglia al nord per poi tornare ad Agropoli dove ha aperto lo storico ristorante “Il Vecchio Mulino” che quest’anno spegne 35 candeline. Una storia lunga e complicata, in particolare quella più recente. «La pandemia ha tagliato le gambe a noi ristoratori – afferma – abbiamo provato a rilanciarci ma era impossibile. Ho dovuto dunque cambiare pelle, adeguarmi ai tempi e provare a sopravvivere. Da ristorante e pizzeria aperto a pranzo e cena – spiega Petrizzo – oggi sono una locanda aperta per il pranzo che offre prodotti ricercati e di nicchia. Ho deciso di voler valorizzare il mio territorio cilentano attraverso le sue eccellenze enogastronomiche e creando una piccola filiera dal produttore al consumatore. Ho creato una bottega per la vendita diretta di prodotti di eccellenza. È una realtà che ho creato per far fronte alle difficoltà del periodo pandemico e di quello successivo – argomenta – ma adesso ci troviamo di fronte un altro periodo buio. Dopo 35 anni di onorata attività, con ogni probabilità dovrò chiudere per sempre. La politica nazionale e locale, però, non potrà più parlare di difesa del territorio, perché nessuno fa nulla per salvare le piccole attività».