di Arturo Calabrese
Come se la situazione di emergenza della sanità non bastasse, si aggiunge un’altra criticità. Nelle farmacie aperte al pubblico e in quelle ospedaliere mancano alcuni tipi di farmaci per varie motivazioni tra cui l’elevata richiesta e la difficoltà di produzione. A mancare, ad esempio, saranno farmaci contenenti ibuprofene, amoxiccilina o betaistina solo per fare un esempio. A dirlo è l’Agenzia Italiana del Farmaco, l’Aifa, che periodicamente pubblica un elenco di medicinali e relativi principi attivi di cui iniziano a mancare o mancheranno le scorte. Nell’ultimo elenco, c’è di tutto ed anche i farmaci più diffusi come antibiotici, antipiretici e antidolorifici. Citati, purtroppo, anche medicinali importanti utilizzati per la cura di patologie croniche come il diabete. L’Aifa ha infatti diramato una nota secondo la quale per circa un anno mancheranno farmaci a base di insulina umana e che il ritorno alla normale fornitura è previsto per dicembre 2023.
L’avvertimento, in questo caso, è chiaro: «l’interruzione del trattamento con insulina è potenzialmente pericolosa per la vita. Pertanto, è necessaria la sostituzione con formulazioni alternative per evitare l’iperglicemia e gravi complicanze». Un appello che può essere rivolto a tutti i malati che seguono una terapia farmaceutica. L’Agenzia, nella sua nota informativa, riferisce che la carenza è dovuta a «problemi produttivi occorsi negli ultimi mesi presso un sito di produzione che hanno determinato, temporaneamente, una situazione critica nella fornitura globale del prodotto». Alcuni siti di produzione, per rendere chiara la cosa, sorgono in Ucraina ed è dunque facile capire perché c’è questa carenza. Sul caso, interviene il farmacista Silvestro Tortora, titolare della farmacista di Lustra nel Cilento. Lo specialista rassicura i consumatori: «Non c’è emergenza ma carenza di farmaci brand che possono essere sostituiti con i farmaci generici – dice – bisogna sensibilizzare e informare la popolazione sull’efficacia terapeutica dei farmaci equivalenti». Un ragionamento molto diffuso nell’ambiente e che il dottor Tortora allarga ad una questione molto seria: «Far capire che gli equivalenti, o generici, sono farmaci che hanno lo stesso valore dei farmaci con marchio è fondamentale in modo da ridimensionare le pretese economiche delle multinazionali del farmaco».
Negli ultimi tempi, inoltre, si sta assitendo ad un accaparramento di farmaci da parte dei cittadini, intenti ad acquistare grandi quantità di farmaci al fine di assicurarsi delle scorte in caso di penuria ed in vista della stagione invernale che porta con sé i vari malanni. C’è dunque corsa al farmaco, altro grave errore secondo i farmacisti. Il primo elemento, tra gli altri, è che determinati medicinali hanno brevi tempi per essere assunti. Passata la famosa data di scadenza, infatti, perdono d’efficacia e, seppur non risultino dannosissimi per l’organismo, non sono di certo un toccasana. Si incamerano dunque confezioni di farmaci che non vengono utilizzati e si tolgono a chi ne avrebbe davvero bisogno. Altro errore dell’acquisto convulso è che così facendo si favorisce la poca reperibilità dei farmaci, contribuendo ad una situazione già di per sé molto delicata. È la stessa Aifa che dirama le linee guida secondo le quali c’è da rivolgersi al farmacista per la risoluzione del problema.