Erika Noschese
Inserimento nel mondo del lavoro delle persone con disabilità mentali. E’ questo l’obiettivo della cooperativa sociale Capolti, presieduta dal salernitano Francesco Napoli. La cooperativa è nata circa 4 anni fa ma Napoli si occupa di questa “tematica” da ormai diversi anni. «Il tema vera del superamento del percorso manicomiale è assolutamente aperto. La legge Basaglia non è mai stata davvero applicata se non negli ultimi anni ma in ogni caso si è trasformata, nel senso che i manicomi sono stati chiusi ma continuano ad esistere forze di discriminazione e marginalizzazione delle persone con disabilità mentale di altra natura – ha spiegato Francesco Napoli – Abbiamo sostituito gli ospedali psichiatrici giudiziari con le strutture residenziali, più piccole ma di altrettana natura contenitiva». In tre anni di casa alloggio e 6 anni di cooperazione sociale nella disabilità mentale Napoli ha sottolineato come non sia mai stato necessario contenere qualcuno legandolo al letto, grazie ad un lavoro multidisciplinare a 360 gradi, giorno per giorno». Quante sono le persone che ospitate presso la cooperativa e che hanno intrapreso questo percorso lavorativo? «In questi anni di lavoro, tra il progetto e la cooperativa, abbiamo seguito circa 50 persone, a vari livelli e titoli. Di queste, circa 6 persone hanno preso qualifiche e titoli. Le persone che entrano nella cooperativa fanno un bilancio delle competenze e si costruisce intorno al paziente un percorso socioriabilitativo con il supporto psicologico. A questo si accosta poi un percorso verso l’autonomia e il lavoro è l’ultimo anello di questa catena». Un percorso sperimentato con l’agricoltura sociale, come modello operativo. La cooperativa Capovolti si occupa della raccolta di olive, produzione di olio e prodotti freschi, proprio con l’aiuto di questi ospiti, siano essi in regime residenziale o semi residenziale, assunti anche solo temporaneamente per le attività che vengono svolte all’interno dell’azienda. Dunque, operai assunti a tutti gli effetti per imparare anche con corsi di formazione a loro dedicati, a cui segue poi il lavoro effettivamente, regolarmente retribuito e poi venduti agli esterni.