di Antonio Abate
Nonostante sia tornato da Tokyo già da tempo è ancora preso dall’avventura olimpica appena vissuta. Neanche il jet lag è riuscito a spegnere anche solo per un momento l’adrenalina che ancora si avverte dalle sue parole. Andrea Capobianco, professione allenatore di pallacanestro, molisano d’origine e ormai vietrese d’adozione, è reduce dalla bella avventura con la nazionale italiana femminile di basket 3×3 con la quale è riuscito in una grande impresa: acciuffare uno storico pass per i Giochi Olimpici e giocarsela con le grandi nazioni del mondo. Per Chiara Consolini, Rae Lin D’Alie, Marcella Filippi e Giulia Rulli solo un quinto posto in condominio con i padroni di casa del Giappone, nessuna medaglia al collo, ma Capobianco non nasconde tutta la sua soddisfazione: «Abbiamo strappato una qualificazione impensabile per Tokyo dove c’erano le migliori otto squadre del mondo, per noi era un’occasione per dire la nostra, dimostrare chi siamo e fare una bellissima esperienza. E’ chiaro che tutti vogliamo vincere ma non ho nessun rimpianto e bisogna essere onesti: lì c’erano le squadre più forti del pianeta e vincere sarebbe stato impossibile». Effettivamente la nazionale italiana femminile di basket 3×3 ha avuto un percorso per niente facile. Pandemia a parte, le azzurre erano reduci da un 11° posto agli europei ed un 9° posto ai mondiali, ma la vera impresa è stata fatta a Debrecen in Ungheria dove l’Italia, battendo proprio le padrone di casa, ha vinto ed ottenuto la qualificazione per Tokyo dove c’erano già ad attendere Mongolia, Francia, Romania, Cina, Giappone, Stati Uniti e Russia. «L’esordio è stato positivo perché abbiamo vinto ma non si può capire la pressione che si avverte – spiega Capobianco – ti prende quell’ansia perché essere ad un’olimpiade non è una cosa di tutti i giorni. Infatti con la Mongolia non abbiamo avuto una percentuale da tiro eccezionale ma questo non ci impedito di imporci. Molto meglio con Francia e soprattutto con le americane che abbiamo contenuto molto bene ma questo non è servito ad uscire indenni da campo. A rinfrancarci è stata poi la vittoria sulla Romania che ci ha aperto la porta allo spareggio con la corazzata Cina. Le ragazze ci hanno provato in tutti i modi ma le avversarie erano indubbiamente superiori. Per la qualità del torneo, per il l’alto livello delle nazionali presenti, per quello che le mie ragazze hanno dato, le energie profuse e per come hanno affrontato l’intero torneo non posso che essere soddisfatto. Non ho davvero nessun rammarico». I Giochi Olimpici sono stati anche occasione di vivere una fantastica esperienza a Tokyo… «E chi l’ha vista? La pandemia ci ha tolto la possibilità di vistare questa grande città ma, in compenso, ci ha fatto vivere come non mai la vita del villaggio olimpico dove pure c’erano migliaia di persone. Sono rimasto davvero colpito da questa esperienza con atleti e dirigenti provenienti da tutto il mondo, nonostante le varie norme anti covid da seguire. Devo dire la verità mi ha colpito il lato umano, puoi trovarti al fianco di atleti mito come Djokovic, o altri che vedi solo in tv o sui giornali, e realizzare la loro semplicità, tenere il vassoio accanto a lui e doverti districare tra i piatti alla stessa maniera e scambiare qualche battuta. E’ la parte più bella in competizioni come queste». Per Capobianco è stato bello realizzare anche la compattezza della delegazione italiana presente in Giappone che ha regalato molte soddisfazioni ai colori azzurri. «Al primo piano della nostra palazzina c’era una sorta di hall con una tv e dei divanetti. Non era difficile trovarci alteti italiani di varie discipline che seguivano e tifavano come allo stadio per i propri colleghi azzurri, in quel momento impegnati in gara. Davvero molto bello. Ho visto, per esempio, la judoka molisana Maria Centracchio, figlia del mio insegnante a Venafro, vincere la medaglia di bronzo. Ed è stato anche emozionante ritrovare tante persone che conosco o con le quali ho anche vissuto momenti professionali bellissimi. E’ stato bello rivedersi. L’esperienza di Tokyo? Bellissima e mi sono sentito in dovere di ringraziare tante persone. L’ho fatto attraverso il mio profilo Facebook proprio mentre ero sull’aereo che mi riportava in Italia». Ora però è tempo di vacanze. Ma non tanto. «Sono rientrato da Tokyo e già sono stato a Cesenatico per le finali del campionato italiano 3×3. Ora sono subito rientrato nella mia Vietri dove ormai ci sto benissimo e mi sento come a casa… tanto che l’ho anche comprata. Stare qui mi fa sentire bene, ho il sole ed il mare a portata di mano ma l’ambiente mi da anche la possibilità concentrarmi sui progetti futuri». Dunque, Andrea Capobianco si gode la sua Vietri ma settembre è già dietro l’angolo per nuove avventure.