di Erika Noschese
Animi sempre più accesi, all’interno del Psi soprattutto all’indomani della nuova segreteria nazionale. A sferrare il colpo, ancora una volta, l’ex senatore socialista Riccardo Nencini che parla di «metamorfosi»: «Il Psi ha completato i suoi organi. Si è trasformato in un partito del Mezzogiorno e tutto al maschile – ha dichiarato il socialista – Segretario salernitano, presidente cosentino, coordinatore di segreteria foggiano, vice segretario di Trapani, direttore dell’Avanti! di Potenza. Il centro nord è stato cancellato. E poi: tutti uomini, nessuna donna. Da due vice segretarie a zero. Chi esprime dissenso, fuori della porta». Una scelta non condivisa dai più tanto che Bobo Craxi e la napoletana Maria Pisani sono pronti a lasciare. Stando a quanto emerso, le due precedenti vice segretarie sarebbero state cacciate per non aver firmato il documento presentato dal segretario nazionale Enzo Maraio all’indomani del consiglio nazionale, indetto post sconfitta alle Politiche che hanno visto il Psi convergere nella lista del Pd senza simboli e con pochissimi candidati di stampo socialista.
Cambi al vertice nella direzione dell’Avanti
Solo pochi giorni fa, l’aria di rinnovamento inseguita dal segretario nazionale ha portato ad alcuni importanti cambiamenti anche all’interno dell’Avanti, il giornale del partito, in edicola la domenica e online. Il direttore Mauro Del Bue, che proprio di recente aveva espresso le sue perplessità circa le scelte nazionali, è stato sostituito da Livio Valvano che, in una lunga lettera pubblicata sull’Avanti online parla di incarico «giunto alla naturale scadenza all’indomani del congresso del 17 luglio 2022. A Mauro va il ringraziamento dell’intera comunità politica dei socialisti italiani per aver rimesso in moto con abilità il giornale socialista e per averlo fatto con la leggerezza della passione e la sua sensibilità liberal-democratica che, sono convinto, troverà le sue forme qui e in future pubblicazioni. Nonostante tutto e tutti (me compreso) il cammino dell’Avanti! proseguirà con spirito libero, aperto al dibattito, inclusivo, difensore del dissenso, assetato di progresso, con il carattere del ribellismo, in una parola: socialista!». «La direzione del Psi ha nominato Livio Valvano direttore dell’Avanti online. Lascio dunque la direzione del giornale dopo nove anni. Sono stati anni densi di novità e di problemi per l’Italia e il mondo. Nove anni orsono il nostro partito era ancora impegnato, dopo il niet di Veltroni all’apparentamento politico, in una continua e anche aggressiva campagna extraparlamentare culminata poi nell’elezione di sei parlamentari con le consultazioni dello stesso 2013. L’Avanti, diretto da me, non è però mai stato semplice cassa di risonanza delle scelte del partito. Quando non le ho condivise ho scritto il mio dissenso, distinguendo sempre l’impostazione generale del giornale che ha corrisposto sempre alle indicazioni del partito dai miei editoriali che hanno corrisposto solo al mio pensiero – ha scritto Del Bue nella sua lettera di commiato – Come in occasione del voto favorevole al governo giallorosso e al momento della fiducia al Conte due, nel gennaio del 2021. In quest’ultimo caso mi dimisi dalla direzione dell’Avanti ma, dopo la fine di Conte, la direzione del Psi mi chiese all’unanimità di ritirare le dimissioni alla luce di un evento che in fondo aveva finito per darmi ragione. Ho sempre privilegiato il dialogo con le forze laiche e liberaldemocratiche (con Italia viva Riccardo Nencini ha costituito un gruppo unico al Senato) promuovendo come Avanti con Azione, Italia viva e Più Europa, con la partecipazione del segretario del Psi, un confronto pubblico e partecipando in diverse circostanze a dibattiti sul territorio. Il 31 dicembre del 2020 lanciai al partito, ancora attestato sulla proposta del Conte ter, l’idea di avanzare la candidatura di Mario Draghi, pensando che un partito piccolo debba avere idee grandi per sfondare il muro di silenzio che lo circonda Inascoltato. Dopo il disastroso risultato elettorale del 25 settembre che ci vede scomparsi per mancanza di orgoglio ho appoggiato la proposta di Ugo Intini di affiancare il segretario con una commissione di garanzia che convocasse al più presto un congresso costituente. La proposta non ha avuto esito. Il mio ruolo di direttore dell’Avanti non poteva dunque avere un seguito. Ne sono assolutamente consapevole». L’ex direttore, in un post sui social, parla di scelta dettata da «motivi politici. Non era facile far capire al gruppo dirigente di quel che resta del Psi che un conto è l’impostazione generale di un giornale che ha sempre rispettato le posizioni ufficiali del partito e un altro conto sono gli editoriali del direttore che non possono che rispondere esclusivamente alle sue idee. Potevo mai scrivere quel che non penso? Non ne sono capace. Se scrivere quel che non penso era l’unico modo di rimanere alla direzione del giornale sono molto orgoglioso della mia sostituzione».
“Riprendere il cammino”, il documento sottoscritto da Bobo Craxi
Un appuntamento congressuale largo, inclusivo, aperto a tutta la comunità socialista. È questa la proposta lanciata dal socialista Enrico Buemi attraverso un documento, dal titolo “Riprendere il cammino” sottoposto alla segreteria nazionale: «il partito socialista ha perso le elezioni, senza una rappresentanza parlamentare e deve rimodulare e riqualificare la sua presenza nella società italiana e nelle istituzioni. Le premesse che ci avevano condotto a stipulare un’alleanza confluendo nella lista del partito democratico rinunciando all’autonomia si sono rivelate errate alla luce dei fatti. Riprendere il cammino significa innanzitutto affrontare una discussione aperta, laica, approfondita non solo sulle ragioni di ordine generale che hanno prodotto la sconfitta collettiva della sinistra italiana ed hanno condotto per la prima volta al governo della destra nel nostro paese ma anche ripensare e riflettere sulla questione socialista, sulle modalità non solo organizzative di farla rivivere nella società italiana, di come saperla rappresentare adattandola ai tempi ed affinché sia compatibile ed utile alle esigenze collettive, agli interessi generali del mondo del lavoro, alle minoranze deboli e non rappresentate della società italiana – si evince dal documento – La risposta sin qui offerta è stata inadeguata ed insufficiente; al posto di affrontare ponendo all’orizzonte un obiettivo programmatico e riorganizzativo come base di rilancio e di ripresa dell’azione socialista si è preferita una reazione burocratica tesa a non rimuovere lo status quo ed a non discutere le cause del fallimento elettorale con l’esercizio dell’autocritica che è prassi fondamentale dinnanzi ad una rinnovata assenza dei socialisti dalle istituzioni parlamentari del nostro paese; la condizione extraparlamentare necessita di una capacità di risposta e di ripresa assai diversa, si rende complessa per un corpo militante e dirigente che è sopravvissuto in questi trent’anni dalla scomparsa del psi grazie alla sua capacità di resistenza e mobilitazione negli enti locali, presenza tuttavia che da sé sola non è stata sufficiente per garantire la forza di espressione necessaria per rivolgersi all’insieme della società italiana». Poi, il mea culpa per la decisione di far confluire i candidati nella lista del Pd, «derubricando a parentesi e ad anomalia l’esperienza dei socialisti che hanno governato il paese, se non quando demonizzandola, perché ritenuti i protagonisti del finanziamento illegale alla democrazia negli anni della guerra fredda, si è finito per ottenere due risultati entrambi negativi: i socialisti non possono che essere considerati soggetto minore e quindi non meritevole di tutela e l’elettorato socialista reale e potenziale si disperde in direzioni diverse sentendo come non desiderabile e non sufficientemente rappresentato». Dal documento emerge chiara la volontà di non mettere in discussione la segreteria nazionale ma la «necessità di un appuntamento congressuale largo, inclusivo, aperto a tutta la comunità socialista; invocando innanzitutto la necessità di rilanciare una iniziativa politica esterna di contrasto alle politiche governative e di consolidare i temi e problemi che possono essere base di rilancio non solo dello stesso partito ma dell’ insieme della sinistra italiana rimuovendo gli ostacoli ed i nodi che sembrano strangolarla» per avviare una nuova prospettiva socialista, aperta al confronto e al dialogo.