Canfora: No alle Regionali - Le Cronache Attualità
Attualità Campania

Canfora: No alle Regionali

Canfora: No alle Regionali

di Mario Rinaldi

 

 

Un altro ex sindaco che dice “no alle regionali”, indicando di dare spazio ad altri. Giuseppe Canfora, costretto a lasciare l’incarico di primo cittadino dopo la decadenza decretata a seguito della sentenza della Cassazione di un anno fa, si racconta, soffermandosi molto sulla vicenda giudiziaria nella quale lui di è dichiarato sempre innocente.

Giuseppe Canfora cosa sta facendo dopo aver espletato l’incarico di sindaco di Sarno?

“Ho lasciato l’incarico da sindaco a settembre 2023 per decadenza e tra poco sarà un anno. Erano 15 anni che non facevo ferie spensierate con la mia famiglia e le mie amatissime nipotine. Mi sono regalato con i miei cari, tanto mare e viaggi. La curiosità per la bella Italia e i paesini è forte, amo quelli che vivono l’abbandono e la desertificazione, mi attirano tantissimo le persone che ci vivono, sono palestre di buon senso e resilienza. Ho ripreso le mie sane abitudini: passeggiate e km in bicicletta dalle ore 6.00 sino alle 9.00-10.00 del mattino, la lettura di saggi e romanzi e gli incontri con gli amici di sempre: quelli di prima del mentre e del dopo, sempre gli stessi da 50 anni. Qualche incontro di partito con segretario locale e iscritti”.

È trascorso quasi un anno da quella sentenza della Cassazione che lo fece decadere dalla carica di primo cittadino a seguito della comunicazione del Prefetto. A distanza di un anno quali sono le sue sensazioni? Lei si è dichiarato sempre innocente.

“Mi dichiaravo e continuo a farlo, sono completamente estraneo ai fatti per cui sono stato condannato. Come non potrei esserlo? Parliamo di fatti accaduti nel fine settembre del 2014 in provincia di Salerno, erano poco meno di 10 giorni dalla nomina di Presidente non conoscevo nessuno in quelle istituzioni, meno che mai coloro che amministravano le partecipate. Il mio accusatore lo incontrai per la prima e unica volta in vita mia, dopo due anni dalla denuncia, nel 2016, in occasione della inaugurazione di una strada nell’area industriale di Buccino, alla presenza dell’allora Sindaco Nicola Parisi e di tanti altri amministratori e dirigenti comunali e provinciali. Era tale la mia ingenuità che mi si accostò per salutarmi e pretese di baciarmi. Solo dopo il mio portavoce, trasecolando, mi disse: hai capito chi è? Stanco, risposi non lo conosco chi è? Rispose: è il tuo accusatore. Mi venne spontaneo apostrofarlo come un autentico Giuda. Cosa è cambiato con la giustizia italiana? Poco o nulla, non ci si rende conto della gravità delle ingiustizie che vivono tanti cittadini, dei secolari ritardi e di quanto certa magistratura sia profondamente di parte. L’errore commesso quando si parla di magistratura è pensare a coloro uccisi dalle organizzazioni malavitose come camorra e mafia e per i quali provo profonda ammirazione, stima e affetto. La magistratura italiana non è tutta così, purtroppo. La cancellazione dell’abuso d’ ufficio è poca cosa. Vanno separate le carriere ed eliminata la discrezionalità del magistrato: in nome di essa sono state commesse orrende mostruosità. Io ne sono la prova vivente. Nel mio caso il pm per ben due volte aveva chiesto l’archiviazione. Il mio accusatore mi denunciò in occasione delle elezioni del Sindaco di Salerno prima consiliatura Vincenzo Napoli. All’epoca si candidò a Sindaco di Salerno per FdI. In altri termini sono stato condannato per una normalissima dialettica istituzionale. Cosa devo pensare?”

Lei ha ricoperto anche l’incarico di Presidente della Provincia. Cosa è cambiato in questo Ente da quando non ricopre più questo ruolo?

“In provincia purtroppo l’aborto della riforma Del Rio continua a far danni. Ci si augura di ritornare come da referendum alle antiche province ma mancano circa 40 miliardi per farlo e non vedo tempi migliori”.

Il prossimo anno si terranno le elezioni regionali. Tenterà la scalata all’elezione a Palazzo S. Lucia? Dopo Comune e Provincia, la Regione potrebbe essere una ripartenza per il suo impegno istituzionale.

“Ho da poco compiuto 70 anni. Non ho più l’età per percorrere altre iniziative politiche, lascio ad altri più capaci l’onere di migliorare la qualità della politica italiana e il tasso di civiltà”.

Quasi dieci anni di sindacato continuo e tre volte eletto sindaco. Cosa ha lasciato a Sarno? E in ultimo se può esprimere un pensiero per i suoi concittadini.

“Come Sindaco ho fatto quanto potevo, ho raccolto nel 2014 un comune sul baratro del dissesto e sistemato i conti. Dopo 50 anni ho consegnato il PUC nel 2015. Appaltate e realizzate opere nella prima consiliatura per 22 milioni di euro. Altri 25 milioni di euro per appalti nella seconda consiliatura con ritardi da ascrivere alla pandemia da covid19 “della quale nessuno vuole più parlare”. Ho contribuito astenendomi dalle dimissioni a vincere le elezioni amministrative garantendo una continua e costante azione politica e amministrativa. Continuo ad essere un inguaribile ottimista vedendo sempre il bicchiere mezzo pieno e ai miei concittadini auguro tutto il bene possibile diventando attori del proprio futuro”. Così Giuseppe Canfora, che a quanto sembra si appresta a diventare osservatore esterno della politica locale e regionale, senza rimpiangere alcun tipo di scelta passata, presente e futura.