Camorra e appalti: chiesto il processo - Le Cronache
Battipaglia

Camorra e appalti: chiesto il processo

Camorra e appalti: chiesto il processo

di Viviana De Vita BATTIPAGLIA. Approda in un’aula di tribunale la vicenda che lo scorso maggio ha travolto l’ex sindaco di Battipaglia Giovanni Santomauro. L’appuntamento è per il prossimo 28 febbraio davanti al Gup del tribunale di Salerno Emiliana Ascoli. Udienza preliminare anche per i due imprenditori casertani, Nicola Madonna e Attilio Guida, il dirigente dell’area operativa tecnico territoriale Pasquale Angione, il rup dei lavori di ristrutturazione del Comune Carmine Potolicchio, il direttore dei lavori Fabrizio Cioppettini, il dirigente tecnico territoriale Fausto Dragonetti, il direttore dei lavori per il rifacimento di via don Minzoni Giovanni Argento, il dirigente dell’area operativa tecnica, Francesco Mainolfi, gli imprenditori Francesco Di Puorto e Francesco Salzillo della Di.Sa Costruzioni, Giuliano Marrandino della Costruzioni Generali, Pasquale Mango della Mango Casa ed Ersilio Caprino. I 15 imputati rischiano il processo come richiesto dal Pm Rosa Volpe. Questa mattina, invece, arriverà la decisione dei giudici del Riesame davanti ai quali ieri è stata celebrata l’udienza in seguito alla decisione della Cassazione che, l’estate scorsa, rimise in gioco l’ipotesi di reato di concussione sessuale caduta invece in sede di Riesame. Al vaglio del collegio tornano quindi alcuni fondamentali tasselli dell’inchiesta condotta dal sostituto procuratore che aveva contestato all’ex sindaco di Battipaglia, assistito dagli avvocati Andrea Di Lieto, Cecchino Cacciatore e Leonardo Mastia, due episodi di concussione sessuale. «L’indagato – scrissero i giudici del Riesame – non ha disconosciuto di avere consumato nel proprio ufficio fugaci rapporti sessuali con due donne quanto ha piuttosto contestato l’elemento della minaccia o anche solo dell’induzione, facendo risalire entrambe le frequentazioni ad un tempo precedente all’inizio del suo mandato di sindaco. I problemi economici ed occupazionali delle due donne non possono inoltre autorizzare – argomentarono i giudici il sillogismo semplice secondo il quale il pubblico ufficiale ha agito nella qualità e soprattutto con abuso della sua posizione». Diversa, invece, la tesi della Procura fondata essenzialmente sulle intercettazioni ambientali confermate poi dalle presunte vittime secondo cui, le donne sarebbero state costrette a vendere il proprio corpo per ottenere posti di lavoro.La Procura ha invece rinunciato all’appello avverso l’ordinanza del Gip Dolores Zarone che lo scorso maggio respinse la richiesta della Procura di custodia cautelare in carcere a carico dell’ex sindaco di Battipaglia. Obiettivo della Procura era quello di dimostrare le accuse di corruzione e di abuso d’ufficio, aggravate dell’articolo 7, ovvero l’utilizzo del metodo mafioso, non accolte dal Gip che contestò a carico dell’indagato solo quattro episodi di concussione. Al centro del fascicolo vi sono i lavori di completamento della casa comunale, opere edili ed impianti tecnologici, e della messa in sicurezza dell’incrocio tra via don Minzoni e via Belvedere, del valore di oltre 5 milioni di euro, che sarebbero stati aggiudicati illecitamente da ditte gestite direttamente dai casalesi.