Di Salerno mi ha colpito, in questi giorni, l’entusiasmo. C’è una città che ha voglia di libertà.
Da troppi anni c’è un sistema di potere che opprime la città.
Questa elezione può rappresentare una svolta e chiudere una stagione. Vengo spesso a Salerno e mi ha colpito, in questa fase, quella invocazione che da più parti mi è arrivata ‘libera Salerno’.
Bisogna liberare Salerno, si. Da trenta anni lo stesso sistema di potere.
C’è un sistema di potere che opprime la città.
Opprime i giovani che non sono a corte, le imprese ed i commercianti. Colgo questi aspetti in maniera sempre più forte.
Vince la logica dei favori, della sudditanza verso il potentato locale.
Non è il voto per le amministrative, e’ vero. Ma a Salerno non è neanche il voto per le regionali.
A Salerno è forse qualcosa di più. E’la scelta fra il passato ed il futuro. E’l’occasione per chiudere una stagione e per ‘liberarsi verso il futuro’.
È l’occasione per dire no alle tasse più alte d’Italia. Per bocciare chi consegna un comune al dissesto e blocca i cantieri.
E’l’occasione per dire no a chi penalizza le giovani generazioni, per dire no a chi ha reso Salerno più debole. In questi anni Salerno ed il suo sindaco sono stati assenti nelle più grandi vertenze del lavoro. Bisognava fare di più per salvare e tutelare i livelli occupazionali nella grandi crisi aziendali che hanno colpito il territorio.