di Andrea Pellegrino
Scalda i motori in attesa dell’ufficializzazione, nonostante l’investitura da parte di Silvio Berlusconi. Stefano Caldoro pensa al futuro della Regione Campania, bocciando pesantemente i cinque anni di governo regionale guidato da Vincenzo De Luca.
Siamo alla vigilia di una campagna elettorale, i sondaggi segnano un vantaggio del centrodestra, è pronto per questa nuova avventura?
«Non è una partita personale, non è una vicenda dei singoli. È la grande sfida di una squadra che deve essere unita e coesa. Pronta a rilanciare questa Regione con un programma fatto di cose concrete. Poi verrà il ragionamento sui ruoli. I sondaggi, che leggono la realtà campana, ci danno avanti perché c’è una coalizione credibile e perché questa Sinistra ha fallito».
Come immagina la sua coalizione? Di recente ha ricevuto numerosi attestati di stima da parte degli alleati. Ma manca l’ufficializzazione nonostante l’investitura di Berlusconi.
«Immagino semplicemente una squadra. La stessa che ha fatto una opposizione intelligente sui temi e che ha il dovere di allargarsi a tanti dirigenti ed amministratori, alla società civile. Ma ripeto che non è una partita personale. Ho ringraziato Berlusconi per le parole di stima e l’indicazione ed attendo le determinazioni del tavolo nazionale con gli alleati. Nel frattempo continuiamo il lavoro. Con gli amministratori, con i militanti, interrogando e coinvolgendo le professioni».
Sanità, ambiente, trasporti: come sono stati i cinque anni di Vincenzo De Luca?
«Ho avuto modo di dirlo in Consiglio regionale. Su questi temi e su altri – e penso alle grandi macroaree di intervento, rischio povertà, reddito, occupazione giovanile, salute, assistenza sociale, trasporti e rifiuti – siamo ultimi in Italia. Lo certificano osservatori terzi come Banca d’Italia, Svimez ed Eurostat che ci pone fanalino di coda in Europa. È questo il bilancio di questi ultimi cinque anni».
Il governatore in carica non ha mai risparmiato accuse alla sua gestione, soprattutto su trasporti e sanità, vuole controbattere?
«Siamo ultimi con questa Giunta. Parlano i dati e le ricordo che con il buon governo del centrodestra, in un contesto difficile, abbiamo recuperato su tutte le aree di intervento. Abbiamo fatto miracoli veri e parlato ai campani con il linguaggio della verità. Senza inutile propaganda. Abbiamo dato credibilità alla Campania e rimesso i conti in ordine, nel bilancio ordinario e nella sanità. Abbiamo impresso una svolta nell’utilizzo dei fondi europei, tagliato gli sprechi».
Gli ultimi eventi climatici hanno mostrato una fragilità del territorio. Tra tutti la Costiera Amalfitana, che è stata pesantemente danneggiata. Quale programma per salvaguardare i territori?
«Bisogna utilizzare bene e meglio i fondi europei. Lo abbiamo fatto e torneremo a farlo. Sarà necessario puntare sulla prevenzione e sul monitoraggio del territorio. La Giunta regionale ha grandi responsabilità sulle frane che hanno fortemente penalizzato la costiera amalfitana e tanti centri della provincia. Noi, con l’assessore Cosenza, avevamo preparato in Arcadis dei tecnici, delle vere sentinelle per il presidio territoriale. Una vera scuola organizzata con il Dipartimento Nazionale di Protezione civile, con la Scuola regionale, con l’Ordine degli ingegneri e quello dei geologi. Figure che dove- vano essere messe a disposizione dei Comuni. Un errore non seguire questa strada».
Aeroporto di Salerno: sostanzialmente si è tornato al punto di partenza, immaginando una fusione con Napoli.
«L’aeroporto di Salerno è stato inserito nel piano nazionale aeroportuale all’epoca della mia Giunta e con quella provinciale guidata dall’ottimo Edmondo Cirielli. Il bando, immaginato all’epoca e validato da Enac, Mit e Mef, ha sempre previsto un investimento economico per chi volesse gestirlo, secondo le direttive degli enti citati. Con la giunta De Luca e con la fusione scompare del tutto l’obbligo per il gestore di investire ed in più si confermano i 40 milioni di euro pubblici appostati per l’aeroporto dal governo Renzi nel decreto sblocca Italia. Difatti oggi il gestore può utilizzare quei fondi per allungare la pista ma non ha obblighi ulteriori».
Nuovo “Ruggi d’Aragona” di Salerno, cosa pensa e soprattutto secondo lei ci sono i presupposti affinché venga realizzato e completato?
«Non serve investire sul mattone ma intervenire per migliorare la qualità delle prestazioni. Serve procedere, perché è possibile grazie all’azione avviata nel 2010, alle assunzioni di giovani medici ed infermieri. Serve stabilizzare i precari e non fare ‘regali’ ai soliti noti».
Un ultimo pensiero: un ricordo di Marta Naddei, recentemente scomparsa a seguito di un tragico incidente stradale. In diverse occasione ha partecipato agli eventi organizzati per presentare l’ebook “Il sistema Salerno”.
«Ho conosciuto Marta in diverse occasioni ed ho apprezzato il suo stile, la serietà, la passione e la voglia di conoscere i temi. Ha scritto a Salerno pagine di giornalismo dal grande valore, vere e coraggiose».