di Monica De Santis
Primo giorno di Campania in zona rossa, quello di ieri e primi bilanci negativi da parte di quelle attività commerciali che per decreto possono rimanere aperte. Un bilancio negativo che spinge molti di loro a chiedersi il senso di tutto questo. Forse era davvero meglio, come in tanti hanno affermato, chiudere tutto, dare dei ristori per le spese, ed iniziare una vera campagna di vaccinazione a tappeto che possa dare maggiori sicurezze e possa davvero far abbassare il numero di contagi nel nostro paese. In una Salerno e provincia semi deserta, abbiamo chiesto ad un titolare di bar, come sta vivendo questo nuovo lockdown e soprattutto com’è iniziato. E così Bruno Fortunato, giovane imprenditore, titolare del Sunset Caffè sulla litoranea di Pontecagnano, aperto a luglio, pochi mesi dopo la fine del primo lockdown, ma anche titolare di un B&B e di un’altra di una locanda di taglieri di salumi e formaggi nel centro storico di Salerno (attualmente entrambe chiuse) ci racconta che…
“Abbiamo aperto sempre allo stesso orario e subito ci siamo accorti del cambiamento, noi ci troviamo vicino ad una pompa di benzina e abbiamo da subito notato l’assenza delle macchine, ne passava una ogni tanto. Ad un primo bilancio tracciato nel pomeriggio mi sono reso conto che non abbiamo venduto neanche la metà dei cornetti che in genere vendiamo, e anche in merito ai caffè ne abbiamo fatto circa un 80% in meno. Purtroppo sono mesi che ci stiamo diffendendo, stiamo cercando di andare avanti per non chiudere, ovviamente questo vale per tutti quelli della mia categoria. Pensi che io lavoro di solito con 4/5 dipendenti al giorno, da settimane all’interno del locale ci sono io, la mia ragazza ed un dipendente”.
Ci troviamo davanti ad una zona rossa o rosè come dice De Luca? “Secondo me è tutto assurdo, non si può passare dall’arancione al rosso e lasciare bar e ristoranti e tanti altre attività aperte con le persone che non possono uscire se non hanno un motivo valido. Andare al bar non è un motivo valido. Allora perchè lasciarci aperti? per non darci i ristori credo. Anche se qui affrontiamo un’altra problematica. Non riceviamo ristori da novembre e comunque ciò che abbiamo avuto fino ad ora non basta neanche per le spese, pensi che io pago solo di fitto 4000 euro al mese, ho gli stipendi dei dipendenti, contributi, utenze e tanto altro. Va da se che i ristori non sono bastati neanche per la metà delle spese”.
Perchè invece ha scelto di chiudere invece la locanda che ha nel centro storico di Salerno?
“Una scelta necessaria, a dicembre ho investito quasi 10mila tra salumi, formaggi e prodotti freschi e con questo gioco dell’apri e chiudi alla fine ho buttato oltre 5000 euro di merce. Onestamente il gioco non vale la candela. Se non possiamo far entrare le persone a consumare seduti al tavolo a questo punto meglio stare chiusi”.
Quindi al momento i suoi guadagni sono pari a zero?
“Sono anche meno di zero. Riesco solo in parte a sostenere le spese. Dico solo in parte perchè se fino a due giorni fa riuscivo a coprire le spese, ora con la zona rossa, subirò altre perdite e non riuscirò di nuovo a coprire i costi del locale”.
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