Bretella, Mario Conte: "Sarebbe stato uno scempio" - Le Cronache Attualità

di Arturo Calabrese

Tra i detrattori della bretella che avrebbe dovuto unire Agropoli, quindi il Cilento, ed Eboli, nello specifico l’A2, l’Autostrada del Mediterraneo, c’era il primo cittadino di Eboli Mario Conte. La sua avversità era nel progetto che prevedeva la cementificazione di diverse aree ricadenti nel comune eburino, aree sulle quali sorgono aziende ed attività commerciali.

«Innanzitutto – dice il primo cittadino – dobbiamo registrare una cosa molto negativa: il Cipess ha bloccato o sottratto circa sette miliardi di euro destinati a opere pubbliche che, secondo la programmazione, non avevano raggiunto i termini per il finanziamento. Questo è un fatto grave, perché si tratta di risorse importanti per opere altrettanto rilevanti. Per quanto riguarda la bretella, invece, è un discorso diverso.

Questo è un tracciato che noi non abbiamo mai condiviso e rispetto al quale ci siamo opposti fermamente. Il motivo dell’opposizione è che il tracciato attraversava diverse aziende importanti, che sarebbero state espropriate. In particolare, venivano espropriate aziende di grande livello produttivo, anche con prodotti biologici che erano assolutamente incompatibili con una infrastruttura di questa portata.

Ricordo che la bretella avrebbe avuto un fronte di 25 metri e un’altezza di 8 metri, il che avrebbe stravolto completamente le condizioni ambientali e agricole di quella zona del territorio del Comune di Eboli. Inoltre, si trattava di un’infrastruttura che non avrebbe servito al Comune, come concepita, in quanto avrebbe previsto uno svincolo che non era utile per la città, ma solo per il breve termine. Questa era la nostra opposizione».

Ovviamente non è stato un no a prescindere, ma Conte aveva anche dato delle alternative: «Ho proposto il rafforzamento e la riqualificazione delle strade provinciali, in particolare la SP30 e altre strade, inclusa quella che porta verso Agropoli.

Si potrebbe pensare anche all’allungamento dell’Aversana verso Paestum – ragiona – questo consentirebbe di intercettare una strada provinciale e ampliarla con queste azioni, si potrebbe rendere più fluido il traffico, senza bisogno di costruire nuove infrastrutture impattanti». Insomma, per Conte c’erano da difendere le attività economiche della Piana, le loro famiglie, i posti di lavoro.

«Quando ho accompagnato i progettisti sui luoghi dove la bretella avrebbe attraversato le aziende – argomenta il primo cittadino – hanno potuto vedere di persona la realtà. Si sono resi conto che sarebbe stato un progetto irrealizzabile, un vero e proprio scempio.

Si trattava di distruggere aziende che erano alla base di un’economia solida e di posti di lavoro che si sarebbero persi, un danno ambientale ed economico senza precedenti. Se il progetto fosse andato avanti – conclude – ci saremmo opposti fortemente».

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