di Alfonso Malangone*
La questione della possibile manipolazione del Consuntivo 2022 merita di essere approfondita alla luce dell’intervista dell’Assessora al Bilancio, dott.ssa Adinolfi. Perché il Bilancio di un Ente è un atto pubblico a valenza esterna e la sua alterazione può configurare il reato di falsità ideologica allorché si attesti coscientemente il contrario di quanto documentato da evidenze puntuali (fonte: Cassazione V, n. 37517/2020). E, poi, se è vero che qui non ci sono né frode fiscale né sottrazione di danaro, è certamente vero che c’è in gioco il futuro della Città e dei cittadini. L’Assessora sa bene che nel contratto Aiuti è scritto chiaramente che il Comune è impegnato a: – “prevedere ulteriori aumenti … qualora le risorse … non dovessero realizzarsi nelle quantificazioni previste” (fonte: art. 4/c), e, ancora, a: “ripianare in 3 anni il disavanzo derivante dalla gestione 2021” (fonte: art. 4/a). Su quest’ultimo punto, l’Assessora ha dimenticato di dire che il principio contabile 9.2.29 ne dispone il rientro “in quote costanti”, se il Disavanzo è generato dal mancato trasferimento di fondi dovuti da Enti superiori a seguito di Sentenze della Corte Costituzionale, e che il principio 9.2.28 dispone di applicare il mancato ripianamento, interamente, all’esercizio in corso. Sembra proprio che il rispetto dei principi contabili sia un problema per l’Ente. Salvo errore. In ogni caso, ciò che emerge dalle parole dell’Assessora, è che nei suoi Uffici ognuno scrittura quello che vuole, al punto che in due anni sarebbero stati cancellati 140 milioni di Residui non ‘veritieri’, mentre nulla ha detto dei 35 milioni di cartelle inesigibili ex-Soget e delle cartelle “pazze” emesse a fine 2022 per imposizioni già pagate o non dovute. Salvo errore. Con queste premesse: “chi può garantire che gli altri numeri del Bilancio siano corretti”? Neppure l’Assessora, sembra. Anche se, di regola, un Responsabile non potrebbero non sapere. Neppure era a conoscenza, quindi, dei tre Residui contestati nel documento del 2022. Eppure, a riesaminare i fatti, è davvero difficile pensare che quelle scritture siano state frutto di una mano inesperta.
La prima scrittura è relativa alla vendita della palazzina ex-Procura di via Rafastia. I Controllori hanno dichiarato che l’importo d € 6.283.000 non poteva essere registrato in quanto, secondo i principi contabili ‘non rispettati’, ciò è possibile solo a seguito della stipula dell’atto di vendita (fonte: Revisori). Che, ad oggi neppure è stato firmato. La scrittura, quindi, secondo i Revisori, deve essere cassata. Su questo, l’Assessora non sarebbe coinvolta direttamente, poiché nel 2020 non c’era. Però, c’era nel 2021, e c’è stata nel 2022, quando quei crediti sono stati riaccertati. Con tutto il Collegio dei Revisori.
La seconda scrittura riguarda la vendita di un’autorimessa per l’importo di € 3.474.475,75. L’atto è stato stipulato il 16/12/2021, ma è sottoposto a condizione sospensiva (fonte: Revisori). Cioè, è come se non ci fosse e, quindi, anche questo credito deve essere cassato. Qui, però, l’Assessora c’era, e c’è stata nel 2022, con tutto il Collegio dei Revisori. Una domanda: “perché non si rende pubblica la condizione”?
Ora, se pure queste due registrazioni fossero da attribuire ad un errore o, addirittura, ad ignoranza, appare davvero singolare che in sede di verifica della loro correttezza e sussistenza non sia emerso alcunché. Non è accettabile che gli adempimenti disposti dalla Legge possano essere solo una perdita di tempo.
Sulla terza scrittura c’è da dire qualcosa di più. Si tratta del credito registrato a fine 2021 per l’esproprio di un terreno, destinato al nuovo Ospedale, che era ancora di proprietà di una società dichiarata fallita, era sottoposto a vincolo archeologico e, addirittura, era gravato da ipoteca per mutuo concesso da una Banca. Solo per notizia, il vincolo è ancora presente e l’ipoteca sarebbe stata rinnovata per vent’anni il 07/04/2021.Ma, questo, sarebbe da verificare.
In sostanza, con delibera di Consiglio n. 50 del 24/11/2021, in vista dell’esproprio da parte della Regione, il Comune pose il vincolo di pubblica utilità sul suolo e, con successivo decreto del 30/11/2021, dichiarò di rilevarne la proprietà a costo zero. L’acquisizione fu però annullata a seguito dell’opposizione del curatore del fallimento (fonte: TAR) e, in data 09/06/2022, fu anche cancellata l’intestazione catastale. Cioè, quel terreno ritornò in testa alla società. Con nuovo decreto del Settore OO.PP. n. 31376 del 07/02/2023, il Comune ha nuovamente disposto il passaggio dell’area al patrimonio, mentre la Regione ha comunicato, il 09/06/2023, il valore attribuito all’area di € 7.082.565,64. Ad oggi, non si sa se il curatore abbia presentato nuovo ricorso al TAR per recuperare il bene, ma appare poco credibile che possa rinunciare a quella somma. Intanto, si apprende che l’esproprio neppure ci sarà perché il Comune, nella dichiarata veste di proprietario, ha deciso di vendere direttamente il suolo alla Regione con delibera di Giunta n. 222 del 26/06/2023. Così, per l’’ignorato’ principio contabile sopra citato, fino alla stipula dell’atto, il credito non può essere registrato. E, allora, sigg.ri Revisori: “quali documenti avete letto”? E, poi, Assessora Adinolfi: “come poteva esserci il credito verso la Regione, nel Bilancio 2021, per un esproprio, che non c’era, di un bene di terzi”? E, ancora: “perché è stato confermato il credito nel Bilancio 2022 se, ad esito del giudizio presso il TAR, lo stesso Comune ha annullato l’intestazione catastale”? Ci sarebbero molte altre domande per tenare di comprendere un Bilancio “avvolto nel mistero all’interno di un enigma” (fonte: W. Churchill) che sembra difficilmente comprensibile anche all’Assessora. Salvo errore. In ogni caso, questa situazione è talmente complessa da far escludere che possa essere stata discussa solo a livello di Uffici. E, neppure solo del Settore Bilancio.
In definitiva, da come si sono svolti i fatti, per le tre scritture l’errore di ‘sbaglio’ appare molto peregrina. Quei crediti sembra siano stati funzionali all’obiettivo di ‘allungare il brodo’ a favore del Risultato di Amministrazione. Di fatto, togliendo € 16.573.328,03, il Disavanzo 2022 cresce da € 169,9 milioni a € 185,9 attestando che non è stata onorata la prima rata del piano Aiuti che, in quanto insoluta, si aggiungerà ora a quella di quest’anno, di ben € 18.589.969,62, e al maggior Disavanzo 2022. Salvo errore. Prepariamoci a pagare noi. Basterebbe solo questo, se così fosse, per contestare il falso ideologico in un documento che sembra davvero privo di ‘certezza’, ‘verità’ e ‘realtà’. Di più, Sempre se così fosse, l’Assessora avrebbe messo in discussione il rapporto di fiducia con i cittadini, accrescendo le perplessità anche con la sua intervista. E, neppure ci sarebbero molte attenuanti da opporre, vista la sua qualità di ‘esterna-tecnica’, cioè estranea ai giochi politici, scortata da scienza, conoscenza ed esperienza, nonché docente della materia. Forse, sempre se fosse, converrebbe assumere la decisione più giusta. Detto da un cittadino, non da un politico di opposizione, con tutto il rispetto.
*Ali per la Città