Bellandi contro l’autonomia differenziata - Le Cronache
Salerno

Bellandi contro l’autonomia differenziata

Bellandi contro l’autonomia differenziata

di Erika Noschese
No all’autonomia differenziata, si rischia di avere una nazione spaccata. Lo ha dichiarato l’arcivescovo di Salerno Sua Eccellenza Monsignor Andrea Bellandi nel corso di “9 minuti con l’Arcivescovo”, la consueta video-intervista dell’ultimo venerdì del mese. ««E’ un argomento molto delicato, il cardinale Zuppi recentemente ha parlato di una legge che non farebbe altro che accrescere le disuguaglianze tra nord e sud e in questo senso siamo molto preoccupati come chiesa e lo sono in particolar modo i vescovi del sud. Ciò si è espresso già l’arcivescovo di Napoli e di Cassano allo Ionio così come il vescovo di Cosenza che ha avuto parole molto dure rispetto a questo progetto di legge, passato già in Senato – ha dichiarato Sua Eccellenza – In effetti, il rischio è di puntare sul termine differenziazione ma si fa tra coloro che hanno più possibilità e coloro che ne hanno meno, il rischio è di creare una nazione a diverse velocità, andando contro quei principi della Costituzione: di unità, di sussidiarietà, di collaborazione e qui si pongono le basi per una frantumazione dell’unità del nostro Paese, si rischia di fare della nostra Repubblica una Repubblica di Arlecchino, diversi colori; ci sono già le regioni a statuto speciale, ci sarebbero quelle che viaggiano sull’autonomia differenziata e poi le altre». L’arcivescovo esprime le sue preoccupazioni rispetto alle conseguenze di questa legge: «Io credo che dobbiamo pensare bene alle conseguenze che una legge del genere può portare; il rischio è che i ricchi diventerebbero più ricchi e i poveri più poveri, sicuramente l’autonomia – una cosa consentita dalla Costituzione – a livello di fondi e di possibilità economiche non può essere portata avanti creando delle situazioni di diverse opportunità, diversi livelli. Il rischio è che il sud possa spopolarsi alla ricerca di posti migliori al nord, vedere un’Italia che cerca di sviluppare laddove ci sono maggiori possibilità e si rischia di marginare ancora di più nei luoghi dove ci sono problematiche già presenti. Fra l’altro, è stato anche scritto che da un certo punto di vista, questa legge non aiuterebbe neanche le regioni più sviluppate perché sarebbe un ridursi nel peso di importanza anche nei confronti dell’Europa – ha aggiunto – Un conto se l’Italia si presenta come nazione unita e ci sono questioni economiche che rappresentano tutto il Paese ma laddove ci fosse un’Italia divisa per regioni avrebbe un peso politico inferiore. Non sono un esperto ma credo che ci siano diversi punti oscuri che i nostri politici dovrebbero ben pensare prima di portare avanti una legge con queste prospettive».