Battipaglia, Zara: "Città in macerie" - Le Cronache Provincia

di Arturo Calabrese

È un fiume in piena Fernando Zara, già primo cittadino di Battipaglia, ed oggi attivista politico che ruota intorno a Forza Italia. A livello comunale, è ben nota la sua fiera opposizione all’attuale amministrazione a guida Cecilia Francese, una opposizione condotta all’esterno del consiglio comunale con precise argomentazioni. Su tutte, secondo Zara, la grande problematica di Battipaglia è legata al tema della sicurezza con la presenza di cittadini fin troppo ampia, tant’è che molto di loro si sono resi protagonisti dei recenti fatti di cronache come, ad esempio, la rissa con tanto di sangue nella fontana in pieno centro.

Emergenza sicurezza a Battipaglia, cosa ne pensa?

“La questione è molto semplice: negli ultimi 10-15 anni il tessuto sociale di Battipaglia si è completamente trasformato rispetto ai decenni precedenti. Tutto inizia poco dopo l’epoca Santomauro e si radica dopo che a diventare il gestore di Palazzo di Città, e lo dico in senso buono, è il clan composto da Francese, Rosania e Salerno. La città oggi conta 49mila abitanti di cui 9mila sono stranieri. Gli italiani sono 40mila. Il 20% della popolazione è una comunità non proprio battipagliese. Lo si evince anche scientificamente: la zona della stazione ferroviaria è una casba. Ed è tutta in mano agli extracomunitari anche da un punto di vista commerciale: sono diventati padroni del territorio. Si tratta di un punto delicato della città, la porta d’ingresso per molti ma già nelle prime ore della sera diventa molto pericoloso. Ci sono aggressioni ed atti criminali che non vengono nemmeno segnalati. C’è un problema reale e serio e gli ultimi episodi, come la rissa in piazza con la fontana insanguinata, dovrebbe concedere, almeno, una presa di coscienza da parte di questa amministrazione che però non c’è stata. Quando ero sindaco, con l’ambasciatore tunisino abbiamo celebrato insieme il ramadan ma sono entità che rimangono tali ed inserite nel proprio contesto, con difficoltà di integrazione. Dal punto di vista culturale e sociale, Battipaglia è una città ridotta alle macerie: basti vedere altre zone della città per capire quale sia la situazione di abbandono. Abbiamo un consiglio comunale di imbelli, soprattutto quelli della maggioranza che con il loro mercanteggiare con la sindaca hanno portato la città ad un punto di non ritorno. Speriamo di tornare a governare Battipaglia quanto prima e riprendere in mano la situazione”.

Altra emergenza che è sotto gli occhi di tutti è quella relativa all’igiene: la città è sporca…

“La sindaca Francese ha giocato avanti e indietro con la società che doveva essere la responsabile della manutenzione del verde, del decoro urbano, dell’igiene. Ci ha giocato per 8-9 anni. Si era tentata una soluzione per il rilancio della società Alba, ma la sindaca se n’è fregata. Oggi la scarsa igiene urbana è collegata direttamente agli stessi interessi che si hanno per la sicurezza. È una cosa che è sotto gli occhi di tutti e soprattutto i grandi problemi ambientali. Uno di quelli che doveva affrontare era la depurazione, ma non è stato fatto. A Battipaglia, usufruiscono di depurazione delle acque reflue solo in 30mila, mentre i restanti 20mila abitanti non hanno questo servizio. Gli scarichi del quartiere Belvedere finiscono direttamente a mare mentre il depuratore di Tavernola non riesce a soddisfare il carico di lavoro. Non ci sono state né una programmazione né progettazione e siamo all’anno zero”.

In vista delle prossime elezioni amministrative c’è da ricomporre il centrodestra…

“L’optimum sarebbe un centrodestra unito ma purtroppo non si parte bene. Se un partito politico, in questo caso Fratelli d’Italia, legittimamente dichiara il candidato sindaco a Battipaglia per le amministrative, che è l’amico Michele Gioia, fa il percorso politico in solitaria come successo in altre città e i risultati li abbiamo visti. È il candidato di un partito e non del centrodestra e ciò diventa ostativo nei confronti di altre persone. Io parlo di me, ma poi potrei parlare di altre che aspirano, nell’ambito del centrodestra, alla rivoluzione che bisognerà fare a Battipaglia nella fase successiva ed andare quindi uniti. Ma non vedo perché io dovrei rinunciare a una mia presunta spiegazione al sindaco oppure parlo di un collega di partito. Io lavorerò per creare un discorso unanime, formare un coro di voci di centrodestra, ma anche aperto all’associazionismo, per proporre alla città una valida alternativa a questa gestione della cosa pubblica che deve adesso finire. Ci incontreremo e seduti ad un tavolo parleremo dei programmi. Battipaglia ha necessità di un rilancio economico, sociale, programmatico, culturale, civile. C’è tanto da cambiare e possiamo farlo solo lavorando uniti per in bene della nostra città. Dobbiamo ripartire dopo anni molto difficili sotto vari punti di vista. Questo è quello che penso, se poi ognuno vuole andare per i fatti suoi, sarà il popolo a decidere con il voto”.