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BATTIPAGLIA. Meno di 14 anni. E un mondo sporco scoperto troppo presto. Si tratta della triste storia di cinque ragazzine di scuola media e d’un bidello di 54 anni, A.T. le iniziali, che mercoledì scorso è finito ai domiciliari con un’accusa pesante: atti sessuali aggravati con minorenni. Ad eseguire il provvedimento di custodia cautelare, emesso dal Gip di Salerno su richiesta della procura, sono stati i carabinieri della compagnia di Battipaglia, diretti dal capitano Erich Fasolino.
Nell’occhio del ciclone c’è finita la scuola secondaria dell’Istituto comprensivo “Francesco Fiorentino”, uno dei più importanti plessi formativi battipagliesi.
I fatti risalgono all’anno scolastico 2013/2014: tra gennaio e giugno, ricorrendo a pretesti banali, il bidello avrebbe baciato e palpeggiato almeno cinque studentesse. E s’è evitato il peggio soltanto grazie a un messaggio Whatsapp.
“Il bidello m’infastidisce, e ho paura di tornare a scuola”: parole simili sono comparse sul display dell’amico di una delle cinque ragazzine. Sara – nome di fantasia – è all’ultimo anno delle medie, e dovrà sostenere il primo esame scolastico della sua vita: è poco più d’una bambina. È stata protagonista di strani episodi a scuola, ma non ne parla a casa, ché a tredici anni, in famiglia, di cose simili si parla poco. Sara apre il cuore con l’amichetto. Eppure, quel giorno il suo cellulare finisce tra le mani della mamma. E la donna chiede a Sara che cosa sia accaduto. «M’ha detto – racconta ai nostri taccuini la madre che, per tutelare la figlia, preferisce mantenere l’anonimato – d’essere stata avvicinata dal bidello, che le aveva chiesto di poter annusare il profumo che s’era spruzzata addosso: lui l’aveva baciata sul collo e l’aveva palpeggiata».
La mamma ascolta le meste confessioni di quella ragazzina turbata: «Mi ha parlato di quando, mentre lei era in bagno, il bidello aveva spalancato la porta ed era entrato. Lei aveva provato a spingerlo fuori, per difenderlo, e lui le aveva detto che l’avrebbe fatta bocciare».
All’epoca dei fatti, la mamma di Sara corre in caserma a denunciare l’accaduto. I militari dell’Arma avviano accurate investigazioni, e vengono fuori pure ulteriori confessioni. Altre quattro studentesse di terza media sarebbero state perseguitate allo stesso modo dall’uomo. In certi casi, il biidello avrebbe minacciato le allieve che, entro la fine dell’anno, le avrebbe fatto bocciare e perdere la verginità.
Una lunga serie d’audizioni protette, alla presenza d’un consulente tecnico d’ufficio, uno psicologo, nominato dal magistrato che ha coordinato le indagini. Le minori risulterebbero «pienamente attendibili». Non sarebbe trascurabile, per gli inquirenti, il fatto che le giovinette scelte siano tutte all’ultimo anno, ossia in procinto d’abbandonare la struttura di via Pascoli.
«Oggi sono felice – racconta la mamma di una delle vittime – perché nel 2014, a scuola, nessuno diede credito a mia figlia». La donna punta il dito contro la dirigente dell’epoca, che fu trasferita proprio alla fine di quell’anno: «Avrebbe dovuto tutelare i minori, ma s’occupò soltanto di difendere il buon nome della scuola, e addirittura disse che mia figlia si stava inventando tutto solo per far ingelosire l’amichetto».
E la mamma attacca anche qualche docente: «Una professoressa accusò mia figlia di voler rovinare la vita d’un povero bidello, e una volta, in corridoio, in presenza delle ragazze, arrivò sarcasticamente a chiedergli di portarci pure lei in bagno, suscitando, tra l’altro, l’ilarità dell’uomo».
Il collaboratore scolastico, inoltre, sarebbe stato aggredito dal padre di Sara, che, venuto a conoscenza dell’accaduto, sarebbe andato su tutte le furie. «Ci dissero – racconta la donna – che, se non avessimo allertato le forze dell’ordine, loro avrebbero risparmiato la denuncia a mio marito, ma noi siamo andanti avanti». Il 13 ottobre, a Mercato San Severino era finito ai domiciliari un altro bidello di 54 anni, con l’accusa di corruzione di minorenni continuata. Pure da quelle parti era accaduto tutto in una scuola media. Nel mezzo dell’adolescenza.
Quando il mondo ti segna per sempre. E il silenzio non è oro.
Il preside Palo: «Siamo esterrefatti, ma l’iter di innovazione continuerà»
BATTIPAGLIA. «Siamo rimasti esterrefatti per la notizia». Dario Palo (nella foto), dirigente scolastico dell’Istituto Comprensivo “Francesco Fiorentino”, non riesce a nascondere l’amarezza. Lui, con quanto accaduto, non c’entra nulla. All’epoca dei fatti contestati, infatti, Palo era il preside del “Da Vinci” di Olevano sul Tusciano.
È giunto a Battipaglia proprio dopo quel controverso anno scolastico 2013/2014.
«Tutto ciò che possiamo dire – dichiara ai nostri taccuini il dirigente – è che abbiamo messo in cantiere tutte le iniziative preventive e cautelari del caso, e facciamo di tutto affinché il corpo docenti e il personale scolastico agisca nel rispetto della normativa vigente». Palo, ovviamente, non entra nel merito delle indagini. «Finché non si conclude tutto l’iter procedimentale – spiega il preside – c’è sempre la presunzione di innocenza, ma quel che è certo è che gli inquirenti stanno lavorando in maniera accurata, con indagini che vanno avanti da quasi due anni».
Il numero uno del plesso scolastico di via Pascoli, tuttavia, è visibilmente rammaricato: «Non siamo turbati solo perché potrebbe essere accaduto qui, ma lo siamo perché potrebbe essere accaduto, e cose simili non dovrebbero verificarsi da nessuna parte del mondo».
Eppure, la scuola tiene alta la guardia. «Noi cerchiamo, per quanto possibile, di prevenire – dice Palo – e, per esempio, richiediamo a tutto il personale i certificati del casellario giudiziale».
Ma l’evidente percorso di innovazione, che l’istituto ha avviato da qualche mese a questa parte, non si fermerà: «Non bisogna fare di tutta l’erba un fascio – spiega Palo – e speriamo che tutte le iniziative calendarizzate possano rappresentare un’inequivocabile e laboriosa risposta a queste ore difficili».
(carlan)