di Arturo Calabrese
Il sindaco di Terni e presidente dell’omonima Provincia. Coordinatore di Alternativa Popolare, oggi guarda alla Campania, “regione considerata per troppi anni da mungere senza che sia stato creato uno sviluppo economico e una base che permetta ai giovani di non dover scappare alla ricerca di un futuro diverso”. Bandecchi tocca vari argomenti tra cui la sanità: “problema nazionale, ma in Campania ci sono eccellenze che non vengono opportunamente valorizzate”. Tornando alla politica, il primo cittadino ternano parla dell’attuale situazione politica in regione: “né a destra né a sinistra c’è un candidato perché – ragiona – sono sfigati prestati alla politica, capaci di un metodo spento e clientelare. Su venti presidenti di Regione, non più di tre sono qualificati a svolgere il loro ruolo”. La sua candidatura sarà dunque lontana da queste logiche: “oggi capisco i Briganti, che non erano ladri ma ex soldati pronti a difendere la loro terra che i torinesi hanno rovinato a loro vantaggio”.
Sindaco, ha deciso di candidarsi in Campania: perché?
“Una regione importante purtroppo considerata, per troppi anni, una regione da mungere senza aver saputo creare un reale sviluppo economico che permettesse ai giovani Campani di non scappare. Oggi è la regione che vede maggior migrazione verso l’estero. Università importanti non valorizzate e un substrato imprenditoriale sottostimato. La continua lamentela verso la criminalità organizzata, che però purtroppo in molte realtà è l’unica a creare risorse e posti di lavoro a discapito dello sviluppo. Interi quartieri del capoluogo di regione trattati peggio del terzo mondo e in cento anni non sono mai cambiati se non in peggio. La politica è responsabile di tutto questo”.
Adesso c’è da lavorare per le liste dei candidati: ha già qualche contatto?
“Le liste dei candidati sono l’ultimo dei problemi per me. Il problema è trovare persone serie che abbiano voglia di dare e non solo di prendere. Persone che abbiano a cuore il territorio e vedano la possibilità reale di crescita. Persone che non continuino a lamentarsi ma abbiano realmente voglia di produrre nel sociale rendendosi conto che senza crescita economica non si potrà mai realizzare niente”.
Di certo conoscerà i problemi della Regione. Su tutti c’è l’emergenza sanità e da amministratore può dire la sua…
“L’emergenza sanitaria è nazionale, certo la sanità è un piatto ricco e la malavita trova lì gran parte del suo reddito. L’impostazione sanitaria va cambiata dalla base vale per tutti e la prima necessità è il potenziamento della qualità che comunque in Campania vede anche delle eccellenze non adeguatamente valorizzate”.
A pochi mesi dalle elezioni, non c’è ancora un candidato presidente (Lei escluso): come si spiega che in tanti anni le forze politiche non siano riuscite a trovare una sintesi?
“Non esistono candidati perché la politica italiana è vuota spenta e clientelare. Purtroppo destra e sinistra si dividono la tortina dei poveri e debbono sempre cercare uno sfigato da mettere in un luogo importante. su venti presidenti ad oggi non ne abbiamo più di tre qualificati a svolgere realmente il loro compito. Sfigati prestati alla politica clientelare”.
Punto fermo della Sua politica, almeno per quanto riguarda la Campania, è la distanza sia dalla destra che dalla sinistra…
“La distanza è pari ad un oceano che bagna le due coste ma vive la sua realtà nelle profondità abissali. Io credo nella economia dei migliori nella ricchezza delle nostre terre e nella capacità dei Campani che troppo spesso dal 1861 sono stati trattati da mucche da latte. Io ancora oggi capisco i briganti, che non erano ladri ma ex soldati pronti a difendere la loro terra che i torinesi hanno rovinato a loro vantaggio”.





