di Erika Noschese
«Oggi è stata pubblicata l’ordinanza della Corte di Cassazione che, intervenendo sulla interpretazione delle norme poste a fondamento della elezione degli ordini professionali, ha ritenuto non condivisibile la sentenza del Consiglio Nazionale Forense che aveva ritenuto legittima e coerente con il dettato normativo la mia elezione a Presidente dell’Ordine degli Avvocati di Salerno». Lo ha dichiarato l’avvocato Gaetano Paolino, presidente dell’Ordine degli Avvocati di Salerno all’indomani della sentenza della Corte di Cassazione, presidente aggiunto Pasquale D’Ascola; presidente di sezione Rosa Maria Di Virgilio, stabilendo la illegittimità della candidatura dell’avvocato salernitano a presidente del Consiglio dell’Ordine degli Avvocati di Salerno per il quadriennio 2023/2026. A decretare la legittimità delle elezioni per la nomina di Paolino il Consiglio nazionale Forense che dovrà prendere atto ora della sentenza e, verosimilmente, a breve dovrà dichiarare la decadenza di Paolino. «Per dovere di cronaca, oltre che per onestà intellettuale, preciso che la Cassazione, a differenza di quanto ha frettolosamente titolato qualche giornale locale, non ha dichiarato “decaduto il Presidente Paolino”, ma ha – nell’ambito dei poteri giurisdizionali ad essa attribuiti – optato per la soluzione della cassazione della sentenza del Cnf e per il contestuale rinvio allo stesso Cnf per la decisione definitiva.Alcuna statuizione sulla “decadenza” è stata sancita dalla Cassazione che pur ne avrebbe avuto la possibilità, in alternativa all’opzione esercitata, di decidere la causa nel merito qualora non fossero stati necessariulteriori accertamenti di fatto – ha aggiunto il presidente dell’Ordine degli avvocati, Gaetano Paolino dopo la sentenza – La decisione ora passa nuovamente al Cnf che dovrà decidere e far chiarezza sulla complessa questione giuridica.lo sono sereno e vado avanti, sino alla definizione del giudizio, non per ambizioni o gratificazioni personali, ma per il rispetto che nutro verso gli oltre 1500 colleghi che hanno espresso il loro voto per me e per la mia squadra, credendo e confidando nel nostro modo di operare, con lealtà e trasparenza, sempre al fianco dell’Avvocatura. Non è mio costume commentare o criticare le sentenze, se non nelle sedi giurisdizionali a ciò deputate, perché ritengo che qualunque valutazione, ancor prima della definitività del relativo scrutinio, finisca per debordaredai margini di linearità e correttezza istituzionale. Per il momento il mio impegno continua e attendo con estrema serenità la sentenza del Consiglio Nazionale Forense».