di Alfonso Malangone*
Le foto pubblicate domenica a corredo dell’articolo di Erika Noschese non lasciano adito a dubbi: per l’apertura del Parco del Mercatello i tempi sono ancora lunghi. E, anche molto lunghi, se le condizioni meteorologiche dovessero essere sfavorevoli. Eppure, l’appalto era stato concesso in “via d’urgenza” con la previsione di chiusura delle opere entro il 14/08/2023, dopo 300 giorni “naturali e consecutivi” dalla data del verbale di consegna (fonte: Disciplinare, art. 4 c. 1, pag. 7). Come si sa, la scadenza non è stata poi rispettata. Ma, il Presidente della Commissione Ambiente, Massimiliano Natella, a quel tempo promise: “la consegna slitterà a fine ottobre, al più tardi, il mese successivo” (fonti: diverse-web). Purtroppo, pure queste date sono passate invano, come le altre di volta in volta prospettate. Adesso, di fronte alle foto, le chiacchiere davvero ‘stanno a zero’ e non si comprende perché, per l’evidente inadempimento, non sia stata attivata la risoluzione del contratto. A meno che il ritardo sia pubblicamente denunciato, ma privatamente giustificato. Cioè: “i pagamenti sono regolari?” In realtà, seppure il Bilancio 2023 sia ancora da definire, nei dati contabili di Siope sono presenti corpose voci di spese per investimenti che potrebbero aver assorbito in via prioritaria le risorse, mentre sembra che altre siano state utilizzate per pagare servizi ordinari. Ovviamente, sono solo osservazioni e, comunque, sono gradite rettifiche. Peraltro, non va dimenticato che l’Ente deve mettere da parte € 22,1 milioni (18,6+3,5) per il rientro dal Disavanzo di € 172,0 milioni in essere a fine 2022 (fonte: Bilancio e contratto Aiuti). Se ne potrà parlare.
In tutto questo, restano ancora ignote le cause che hanno imposto il recupero integrale del Parco con la distrazione di € 4,6 milioni già destinati, in massima parte, al ripristino di strutture millenarie della nostra cultura nel Centro Storico. Poiché la sua devastazione non può essere stata l’effetto di un’unica azione scellerata, viene da chiedere agli Amministratori, Consiglieri, Dirigenti e Funzionari di Settore: “possibile che nessuno si sia accorto di quanto stava accadendo?” Il Parco era sottoposto alla vostra tutela! C’è anche da dire che, come precisato da Anac, l’Autorità Anticorruzione, la manutenzione era stata affidata alla “Coop. Alba Nuova”, per l’importo annuo di € 188.100,00, e che la “Coop. Lavoro Vero” doveva curare l’apertura e la chiusura degli ingressi, per € 12.000 l’anno (fonte: Delibera Anac 868 del 25/09/2019, pag. 3). E, quindi: “nessuno avverte la responsabilità del danno arrecato alla Comunità?”
Intanto, il Comune si è portato avanti e ha emanato il bando per l’affidamento quinquennale, rinnovabile per eguale periodo, della gestione del chiosco presente nel Parco. Il canone a base d’asta è di € 2.000 mensili e, quindi, di € 24.000 annui e di € 120.000 per i cinque di validità. Entro il 24 prossimo, gli interessati potranno presentare la loro offerta, auspicabilmente al rialzo come ipotizzato dallo stesso Ente (fonte: Avviso Pubblico, art. 3, pag. 4). Ciò posto, non può essere sottaciuto che alcune previsioni alimentano dubbi e perplessità. In primo luogo, c’è da osservare che, con la concessione del chiosco, il gestore assume a suo carico la custodia dell’intero Parco (fonte: cit., art. 4 c. 2, pag. 4). E, quindi, che è “responsabile della buona conservazione della struttura e delle attrezzature e risponde dei danni che dalla negligente conservazione e/o gestione possano derivare a terzi” (fonte: cit.). Più precisamente, nella Relazione Tecnica, si legge che il Concessionario deve provvedere: 1) all’apertura e chiusura degli ingressi; 2) al controllo delle attrezzature ludiche, verificandone l’integrità fisica e funzionale nonché provvedere a interventi di piccola manutenzione e sostituzione redigendo una scheda per ciascuna di esse; 3) alla vigilanza ispettiva, durante l’orario di apertura, per controllare il funzionamento degli arredi tecnici, rilevare atti vandalici, rimuovere ostacoli, segnalare lampade spente ed erogatori idrici rotti; 4) a svuotare i cestini; 5) a pulire e sanificare sei servizi igienici e l’area sgambamento cani; 7) a eseguire la manutenzione ordinaria ed eventualmente straordinaria delle aree sportive; 8) a gestire i rifiuti (fonte: cit., art. 2, pagg. 3-4). Altre previsioni sono meno importanti. In sostanza, mentre si somministrano alimenti e bevande deve essere controllato tutto il Parco. A queste condizioni, in luogo di pagare il canone, il Concessionario potrebbe chiedere di essere pagato. E, invece, c’è ima sorpresa. Nel bando, infatti, è concesso il diritto a “organizzare attività collaterali e, cioè, a programmare eventi di intrattenimento di tipo sportivo, culturale o ludico utilizzando le aree concordate con l’Amministrazione in forza di un progetto annuale da presentare entro il 15/03 di ogni anno”. Sugli eventi, l’Ente potrà chiedere informazioni aggiuntive e integrazioni, ma non avanzare eccezioni (fonte: cit. art. 2/j, pag. 4). Così, non sembra uno sproposito ipotizzare che possano esserci molteplici manifestazioni con ingressi a pagamento. Una conferma è purtroppo offerta dal Bilancio Economico di Previsione elaborato dal Comune a corredo del bando. I ricavi del primo anno sono indicati in € 455.405,63 a fronte di costi di acquisto di materie prime per € 149.553,51. E’ evidente che, in assenza di un ricarico elevato, la quota preponderante degli incassi sarebbe assicurata proprio dalle attività collaterali. Una situazione forse in conflitto con l’oggetto indicato nel bando: “Il Comune concede al Concessionario, che accetta, l’uso e la gestione del chiosco bar all’interno del Parco del Mercatello…(fonte: Avviso, art. 2 c. 1, pag. 3). Chissà che sull’argomento non possano esserci contestazioni, perché appare singolare che la partecipazione sia valutata in funzione della capacità economico-finanziaria per la gestione del chiosco, mentre l’attività principale potrebbe essere ben altra. A tale riguardo, sorprende che l’Ente abbia quantificato un reddito netto di appena € 7.923,63 per il primo anno, per un totale cumulato di € 80.457,17 a fine quinquennio. Con un guadagno medio di € 16.091,43 appare difficile immaginare offerte consapevoli e, poi, il puntuale rispetto degli impegni, mentre è facile immaginare, all’opposto, un ricorso intensivo a redditizi spettacoli a pagamento. Il problema è che quella previsione non è accompagnata dai necessari parametri oggettivi di calcolo, normalmente presenti anche nei Bilanci delle bocciofile. Cioè: “quanti saranno i cittadini destinatari? Come sono stati quantificati i ricavi della somministrazione e quelli degli spettacoli, dei concerti, degli eventi sportivi?” Una previsione senza una spiegazione, non è una previsione. E’ un libro delle favole. Così, può essere che il recupero del Parco pubblico, con soldi pubblici e per finalità pubbliche, possa consentirne un utilizzo privato nell’esclusivo interesse del vincitore del bando. Non sarebbe il primo, se si ricorda la privatizzazione di fatto del Complesso di Santa Sofia, né l’ultimo, visto che non sembra sia stata pubblicamente smentita la dichiarazione del Presidente della Commissione Sport, Rino Avella, sulla cessione ai privati della gestione della Piscina Vitale per la mancanza di risorse idonee a garantirne l’agibilità. Non c’è nulla da fare. Per risolvere i problemi della Città sembra sia indispensabile il contributo di privati disposti a sacrificarsi. E, quindi: “per favore, ovunque voi siate, venite pure ad arricchirvi”!
*Ali per La Città