di Erika Noschese
L’aeroporto Salerno Costa d’Amalfi ancora in fase di start up che proseguirà fino al 2030. A ricordarlo Gerardo Arpino, segretario generale Filt Cgil Salerno.
Segretario Arpino, parliamo dell’aeroporto: proseguono gli interventi ma mancano i voli. L’opera rischia di essere penalizzata…
«Sull’Aeroporto Salerno Costa d’Amalfi è fondamentale ricordare che ci troviamo ancora pienamente nella fase di startup, una fase programmata e necessaria che accompagnerà lo scalo fino al 2030, anno in cui saranno completate tutte le opere infrastrutturali previste e l’aeroporto entrerà definitivamente nella sua capacità operativa a regime. Parliamo dell’ampliamento della pista, dei nuovi piazzali aeromobili, del terminal definitivo, della nuova uscita della tangenziale, della viabilità di adduzione, dei parcheggi, delle aree tecniche e della futura stazione metropolitana che garantirà un accesso diretto su ferro allo scalo. L’attuale riduzione dei voli non rappresenta un rallentamento né un passo indietro, ma una fase fisiologica di assestamento prevista nel cronoprogramma, un momento in cui l’infrastruttura si prepara ad accogliere un traffico crescente con standard di sicurezza, funzionalità e capacità adeguati. Nonostante la contrazione dei collegamenti commerciali, la realtà è che il progetto non si è mai fermato: i cantieri avanzano alla velocità programmata e confermano la volontà di portare a compimento un’infrastruttura strategica non solo per la mobilità campana, ma per l’intero corridoio Salerno–Cilento–Valle dell’Irno. È un’opera che si inserisce dentro una visione più ampia di sviluppo territoriale che guarda al medio e lungo periodo e che punta a connettere in modo moderno aree urbane, poli produttivi, zone turistiche e comunità locali. Nel mese di marzo verrà consegnata la nuova aerostazione destinata all’aviazione privata, una struttura moderna che in questa fase fungerà da supporto al terminal attuale, garantendo due gate aggiuntivi, quattro nuovi banchi check-in e spazi operativi utili a gestire un maggiore flusso di passeggeri. Questa estensione permetterà allo scalo salernitano di ospitare, nel mese di novembre, una parte delle tratte che verranno temporaneamente riposizionate durante i lavori sulla pista dell’aeroporto di Capodichino, dimostrando concretamente che Salerno sta già entrando nel sistema aeroportuale campano come infrastruttura di supporto e come futuro nodo strategico. Dal 2027 inizieranno i lavori della nuova aerostazione passeggeri, un’opera di dimensioni, funzioni e capacità tali da accompagnare lo scalo verso la piena operatività prevista per il 2030. Quello sarà l’anno in cui la fase di startup verrà definitivamente chiusa e in cui Salerno potrà gestire fino a 4 milioni di passeggeri annui senza limitazioni, diventando così uno dei principali poli aeroportuali del Mezzogiorno. Parallelamente procede anche la realizzazione della metropolitana, una delle opere più attese perché garantirà un collegamento ferroviario diretto, rapido e continuo tra la città, la costa, i quartieri urbani, la stazione centrale e lo scalo aeroportuale. Il completamento della metro, previsto anch’esso entro il 2030, rappresenta uno degli elementi più innovativi per l’accessibilità complessiva dell’infrastruttura e per l’integrazione modale. Attorno all’aeroporto, inoltre, sta nascendo una rete di opere complementari che costituiscono lo scacchiere dei nuovi accessi: la nuova uscita autostradale, la nuova uscita della tangenziale, l’ammodernamento della SS Aversana, la riqualificazione della Litoranea e la sistemazione dei tratti stradali di collegamento con la Piana del Sele e con il Cilento. Queste opere non sono semplici cornici, ma condizioni necessarie per trasformare lo scalo in un motore di sviluppo economico, turistico, logistico e occupazionale per tutta la provincia. Va solo ribadito la necessità che tutte queste opere infrastrutturali correlate allo scalo vengano ultimate nei tempi previsti, perché senza una cornice di accessibilità completa l’aeroporto non potrà esprimere pienamente il proprio potenziale di crescita e sviluppo. Come Filt Cgil ribadiamo che l’aeroporto non è un investimento isolato, ma un nodo dentro un sistema più grande che comprende ferrovia, metropolitana, porto, stazione, Tpl, logistica e viabilità. Solo una visione integrata può generare sviluppo vero e non occasionale. Per questo chiediamo che ogni passo in avanti sia accompagnato da trasparenza, rispetto delle tabelle occupazionali, investimenti in sicurezza, percorsi formativi adeguati e piena applicazione del Ccnl di settore. La crescita dell’aeroporto deve andare di pari passo con la crescita del lavoro regolare, sicuro e qualificato. La momentanea sospensione dei voli commerciali, pur creando disorientamento, è parte di una fase transitoria che non modifica il percorso generale dell’opera. L’obiettivo deve restare quello di costruire uno scalo capace di servire non solo il capoluogo, ma l’intero bacino meridionale della Campania, sostenendo le filiere produttive, il turismo, la logistica e l’intermodalità territoriale.
La nostra organizzazione continuerà a monitorare con attenzione l’avanzamento dei cantieri, perché l’aeroporto deve diventare un vero generatore di sviluppo e non un’infrastruttura incompiuta. Siamo convinti che solo completando tutte le reti di collegamento – ferrovia, metropolitana, Tpl integrato, viabilità moderna – si potrà garantire allo scalo la piena funzionalità e trasformarlo in un’opportunità concreta per lavoratori, cittadini e imprese. Le opere avanzano e la Filt Cgil Salerno continuerà a vigilare affinché la fase di startup si concluda con un aeroporto pienamente operativo, efficiente, intermodale e capace di generare ricadute positive in termini di diritti, lavoro di qualità e mobilità moderna per tutto il territorio salernitano».
Trasporto pubblico locale, troppe le criticità che penalizzano utenti e dipendenti. Serve un cambio di passo…
«Come Filt Cgil Salerno lo diciamo con chiarezza: il nostro territorio ha bisogno di un cambio di passo immediato, di una visione pubblica della mobilità che metta davvero al centro le persone e i diritti sociali. Le gare d’affidamento sono un passaggio decisivo. Basta proroghe, basta incertezze: con le nuove gare deve terminare la frammentazione che oggi spezza il servizio in più gestioni, con standard e condizioni di lavoro differenti. Parliamo di oltre cinquanta imprese che operano in modo disomogeneo sul territorio e che generano sovrapposizioni, inefficienze e assenza di programmazione. Con la fine della deframmentazione sarà finalmente possibile riorganizzare i servizi, eliminare duplicazioni, garantire una regia unica del sistema e migliorare la qualità dell’offerta per utenti e lavoratori. Il Tpl deve diventare un sistema unico, integrato e governato, capace di rispondere alle esigenze di tutta la provincia. Su questo c’è un punto non negoziabile: la clausola sociale deve essere applicata integralmente, garantendo livelli, anzianità, salari, inquadramenti e condizioni organizzative. Nessun lavoratore deve rischiare di perdere diritti o tutele nei passaggi di gestione. La qualità del servizio passa anche dall’ampliamento dell’offerta. Nel salernitano mancano del tutto i servizi festivi in molte zone, i collegamenti serali sono insufficienti e i servizi notturni praticamente inesistenti. Una mobilità moderna non può interrompersi al tramonto: serve garantire servizi fino a notte tarda, essenziali per i lavoratori turnisti, per i giovani, per la sicurezza stradale e per consentire a tutti di vivere pienamente i territori. Il diritto alla mobilità non ha orari e non può essere subordinato alla redditività della linea. Ancora più grave è la condizione delle aree interne, spesso tagliate fuori da un Tpl vero. Collegamenti rari, orari non utili, scarsa integrazione ferro–gomma, assenza di festivi: in queste zone il trasporto pubblico è diventato una lotteria. Serve un piano dedicato, con servizi cadenzati, collegamenti a chiamata, coincidenze garantite, integrazione tariffaria e una programmazione che non lasci indietro nessuno. Perché il diritto alla mobilità è un diritto di cittadinanza, soprattutto per chi vive in territori fragili. E su questo vogliamo essere chiari: un sistema di trasporto pubblico deve tutelare le categorie più deboli, gli anziani, chi non può permettersi un’auto o non è in grado di guidarla, chi vive situazioni di fragilità economica o sociale. Senza un TPL accessibile, continuo, affidabile, non c’è inclusione sociale, non c’è equità, non c’è vera uguaglianza tra cittadini. Al centro di tutto c’è il lavoro. Chi ogni giorno garantisce il servizio vive turni pesanti, riposi compressi, mezzi obsoleti, aggressioni in aumento e responsabilità enormi. Come Filt Cgil Salerno diciamo senza timidezze: serve rispetto e sicurezza per chi lavora, con investimenti su mezzi, manutenzione, dispositivi di protezione, formazione, presìdi contro le aggressioni e un’organizzazione che metta al centro la salute e la dignità del personale. Tutto ciò deve essere inserito dentro un Piano della Mobilità vero, concreto, costruito con risorse adeguate e con il coinvolgimento dei territori e delle rappresentanze sindacali. Un piano che guardi all’intermodalità, all’integrazione con ferrovie, porti e aeroporto, ai nodi di scambio, alle esigenze di studenti, lavoratori, anziani e delle aree interne. Un piano che riconosca pienamente i diritti dei cittadini e dei lavoratori. La Filt Cgil Salerno continuerà a rivendicare tutto questo con determinazione: un Tpl moderno, equo, sicuro, integrato e rispettoso. Perché il trasporto pubblico è un diritto fondamentale, un bene collettivo che non può lasciare indietro nessuno e che deve valorizzare ogni giorno la professionalità di chi lo garantisce».
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