di Erika Noschese
Aria irrespirabile, da circa un paio di giorni, a Salerno e in tutte le zone confinanti con le fonderie Pisano. A denunciarlo il Comitato Salute e Vita che nei giorni scorsi ha inviato una richiesta di chiarimento all’Arpa e alla Regione Campania per avere delucidazioni in merito all’odore nauseabondo proveniente dallo stabilimento di via dei Greci, a Fratte, nonostante la sospensione delle attività disposta dal Tar di Salerno. L’attività è ripartita sulla scorta della comunicazione delle fonderie dell’applicazione delle misure per la tutela della salute pubblica. «In assenza delle indicazioni che gli enti preposti avrebbero dovuto effettuare, appare drammaticamente chiaro il tentativo di svolgere un intervento raffazzonato per ottenere, in via del tutto burocratica ed amministrativa, un via libera per continuare a svolgere l’attività inquinante alla quale siamo purtroppo abituati – ha dichiarato il presidente dell’associazione Lorenzo Forte – Se l’obiettivo di questa riapertura era quello di provare l’efficacia delle misure apportate in questo periodo dalle Fonderie all’attività produttiva, possiamo asserire, senza paura di smentite, che risulta evidente il totale fallimento». Secondo il comitato e associazione, lo stabilimento di Fratte «nel maldestro tentativo di far verificare le eventuali migliorie che avrebbe teoricamente apportato agli impianti, continuano la loro comprovata opera di avvelenamento della Valle dell’Irno». Da circa un paio di giorni, i residenti delle zone confinanti con l’opificio, lamentano l’odore nauseabondo che si percepisce quando le Pisano svolgono regolare attività ma, assicura Forte, « continueremo a vigilare instancabilmente sulla vicenda e, essendosi trattato di una semplice prova, chiediamo immediatamente la sospensione dell’attività inquinante che da ieri mattina e fino a questo momento ci sta rendendo la vita impossibile». Dal canto suo, la Regione Campania ha disposto la riapertura dell’installazione solo per il tempo necessario al corretto ed efficace espletamento delle operazioni di verifica dell’avvenuta eliminazione dei rischi per l’ambiente. Dunque, nessuna ripresa dell’attività lavorativa ma solo un adeguamento alle norme in materia di tutela ambientale