Gli affidamenti comunali alle coop erano finiti al centro di un’inchiesta che sarebbe ancora in corso. Affidamenti diretti finiti sotto la lente d’ingrandimento della Procura della Repubblica, dopo la denuncia di alcuni consiglieri comunali che lo scorso anno furono anche ascoltati dagli inquirenti. Da allora, ad oggi nulla si sarebbe mosso, ad eccezione della gara d’appalto sancita dal Comune di Salerno per l’affidamento di alcuni lotti per la manutenzione del patrimonio comunale e per la gestione del verde pubblico. I riflettori si erano accesi anche sulla società “Salerno Pulita” per gli affidamenti ed il personale utilizzato nell’ultimo periodo. Anche in questo caso, sulla scrivania della Procura sarebbero arrivati diversi report delle attività della società comunali. Ma ora l’attenzione si sposterebbe dritto verso altre municipalizzate. Oltre la Salerno Solidale, finita al centro di polemiche politiche e non, dopo la denuncia dei consiglieri comunali d’opposizione Roberto Celano e Ciro Russomando, l’attenzione potrebbe ricadere su un’altra società, la “Salerno mobilità” che si occupa della sosta sul territorio comunale. Anche in questo caso, ai raggi x sarebbero finiti gli appalti e le consulenze. Con particolare riferimento agli affidamenti diretti che, nel caso specifico, sono riferiti a una stessa cooperativa. Si tratta della “San Matteo”, nota a Palazzo di Città per le diverse attività di cui è affidataria. A quanto pare la coop, oltre ad essere vincitrice – attraverso una gara per cottimo fiduciario – del servizio annuale di pulizia da 43mila euro circa, è destinataria di vari incarichi diretti, che, seppur a basso costo, ruotano intorno alla Salerno Mobilità. E’ il caso, solo per citarne alcuni, della potatura siepi durante l’Arena del Mare o del servizio ingombranti di piazza della Concordia o del taglio di erba in via Ligea e della pulizia dell’Irno Center. Appalti che sarebbero concessi frequentemente. Ultime curiosità: sfiora i 40mila euro la realizzazione di opere “d’arte urbana” nella nuova area di parcheggio automatizzata situata nella zona terminale della “Lungo Irno”, affidata alla Fondazione Alfonso Gatto mentre, a proposito di “affittopoli”, la sede della società costa 48mila euro all’anno, nonostante l’imponente patrimonio comunale che frutta – tutto intero – poco più di un milione di euro.
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