Riflessioni di un critico e storico delle avanguardie sul valore della cultura nei giornali, in attesa di “Ulissecronache”, l’inserto domenicale di Cronache del salernitano, ideato e diretto da Franco G. Forte, in edicola da domenica 7 settembre (allegato gratuitamente al quotidiano) Antonio Pietropaoli, italianista, docente universitario e autore di numerosi studi critici sulle nuove avanguardie artistiche e letterarie, ha accettato di rispondere a qualche domanda di Cronache, a proposito del nostro supplemento domenicale, il cui battesimo è previsto tra due giorni.
Professore, che ruolo ha avuto la pagina culturale nella storia dei quotidiani italiani? “In Italia si è più che altrove privilegiato fino a non molti decenni fa la formula della Terza pagina, probabilmente per la natura ostinatamente classicistica, e dunque libresca, della nostra cultura ufficiale. Questo spirito del “libresco” è quello che, ad esempio, tuttora sta a fondamento del Tuttolibri della Stampa. La “Terza” nasce praticamente con il giornale quotidiano – che in origine era di 4 pagine ed era lo spazio prima dedicato ai romanzi d’appendice e poi ai cosiddetti elzeviri, spesso con firme illustri, come Carducci, D’Annunzio, Pirandello, Croce, ecc. Ora, non è difficile capire che la calibratura della Terza pagina era tutta “letteraria”, nel senso che quello era il luogo deputato all’incontro tra letteratura e giornalismo, con il vantaggio di ampliamento del target per la prima e di promozione socio-culturale per il secondo”. Quando si pensò di sostituire la Terza pagina con strumenti più snelli e moderni? “Fu abbandonata dai più grandi giornali tra gli anni Settanta e Ottanta, ed è stata spasso sostituita dagli “inserti culturali” che, a mio avviso, soffrono di eccessivo frastagliamento per essere “quotidiani”: danno l’impressione di essere “stivati” oltremisura”. E il supplemento? “Anche il supplemento settimanale ha una sua genealogia, che risale al glorioso Fanfulla della Domenica, a cavallo tra il XIX e il XX secolo. Ma nella sua accezione più recente, il supplemento settimanale, o quindicinale, è in primo luogo un formidabile mezzo di divulgazione culturale a 360 gradi, e in quanto tale è il catalizzatore della “complessità” contemporanea. Esso ha infatti il pregio di assorbire (direi quasi “annegare”) la letteratura nel concetto ben più ampio di cultura, e perciò ha, deve avere un respiro più largo, socio-culturale, spaziando dall’arte alle lettere, all’economia, alla storia, alle scienze. Si dovrà dunque parlare di supplemento culturale (e non più letterario). Infatti, il tipo di “sguardo” del supplemento dev’essere “panoramico”, non selettivo: e, diversamente da ciò che accadeva nell’elzeviro, dominato da un tipo di scrittura letteraria, qui sono invalse escritture più specialistiche, a seconda dei domini conoscitivi di pertinenza. Un’iniezione, insomma, direi, di pluralismo e democrazia informativa”. red.cul.