di Red.Cro.
“Questa volta Facebook lo uso io per parlare a tutti Di una vicenda che ormai è sotto i riflettori. Sono emozionato perciò leggo questa lettera che sentivo il dovere di scrivere. Sono semplicemente un piccolo imprenditore che ha commesso degli errori. Chiedo scusa per gli errori che ho commesso, chiedo scusa alla mia famiglia per i dispiaceri che hanno provato, e chiedo scusa anche agli operai che hanno lavorato senza contratto per la mia azienda anni fa”. Così Antonio Di Maio, il padre del vicepremier e ministro M5S Luigi, interviene sulla vicenda dei presunti abusi edilizi e operai. – “Mi dispiace per mio figlio Luigi che stanno cercando Di attaccare ma, come ho già detto, lui non ha la minima colpa e non era a conoscenza Di nulla. Come ogni papà ho provato a non far mancare nulla alla mia famiglia. Per questo, nei periodi difficili, ho cercato di andare avanti da solo perché non volevo pesare su Di loro. So che tanti papà mi capiscono. Essere un piccolo imprenditore non è facile, soprattutto quando le commesse non vengono pagate. Quando c’è crisi e a volte si ha paura di non poter andare avanti. Ho sbagliato a prendere lavoratori in nero, per carità, ma l’ho fatto perché in quel momento non trovavo altre soluzioni a una situazione difficile. Io ho certamente commesso degli errori, delle leggerezze di cui mi prendo tutta la responsabilità. ma dovete lasciar stare la mia famiglia”. “Ribadisco che i miei figli che non c’entrano nulla con tutto questo. Ho nascosto i miei errori per un motivo banale che per me era importante: avevo paura di perdere la loro stima. Cosa che forse è accaduta comunque. Come ha scritto mia cugina ‘Non potendo attaccare l’onestà, la trasparenza e il coraggio di Luigi… ecco che sono partiti attacchi spropositati contro la sua famiglia pur di screditarlo e di togliergli la voglia Di andare avanti’. Cosa che, se conosco mio figlio, non succederà. Luigi a volte mi ha dato una mano in azienda, come fanno tanti figli con i padri e ci sono tutti i documenti che lo provano, lui li ha già pubblicati. Io sono molto orgoglioso dei miei figli e sono orgoglioso Di Luigi. Volevo parlare poi anche di un altro argomento. Quando, nei giorni scorsi, la Polizia Municipale è venuta a Mariglianella per controllare il capanno sul terreno – che è di proprietà mia e di mia sorella – l’area è stata sorvolata da un drone, come nei giorni scorsi anche la nostra casa. C’erano telecamere e giornalisti ovunque. Forse non spetta a me giudicare, ma mi sembra un trattamento che si riserva a un pericoloso criminale e mi spiace anche per i miei vicini e per tutto il Paese”.