Anni di piombo a Scafati Riunificati i processi - Le Cronache
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Anni di piombo a Scafati Riunificati i processi

Anni di piombo a Scafati Riunificati i processi

di Pina Ferro

Il processo per gli omicidi di Salvatore Ridosso, Andrea Carotenuto e Luigi Muollo e il tentato omicidio di Generoso Di Lauro che sfuggì miracolosamente all’agguato mentre faceva carburante perché la pistola del killer si inceppò è stato riunito ai due procedimento in corso a Nocera Inferiore (trasferiti da ieri a Salerno) per associazione ed estorsione. I fascicoli ridotti ad un unico faldone, sono approdati sul banco della Corte di Assise di Salerno. Alcuni imputati sono già stati condannati in quanto a suo tempo scelsero l’abbreviato. Ieri mattina, il pubblico ministero Giancarlo Russo, ha a lungo ascoltato gli esponenti delle forze dell’ordine che hanno effettuato le indagini i quali hanno presentato alla Corte lo scenario che si era delineato negli anni in cui sono stati commessi gli omicidi. Una mattanza di sangue a Scafati scatenata sia per vendicare la morte di Ridosso sia per il controllo della attività illecite sul territorio in particolare sui videopoker. Un’autentica faida che insanguinò la città nei primi anni del 2000. Ridosso e Muollo erano soci in affari presso una società poi litigarono ed ebbe inizio la guerra di camorra. Luigi Muollo fu ucciso per vendicare Salvatore “piscitiello” Ridosso su commissione di Romolo Ridosso che si affidò a un esponente del clan De Sena promettendogli una somma dai 50 ai 100mila euro per l’omicidio che fu eseguito nei pressi dell’abitazione di Muollo con due pistole di diverso calibro. E, per la morte di Salvatore Ridosso fu ritenuto responsabile anche Andrea Carotenuto che a sua volta fu ucciso a Scafati nell’ottobre del 2002, sempre su ordine di Romoletto che voleva essere il capo indiscusso dei videopoker in città. Generoso Di Lauro, invece, era finito nel mirino perché era ritenuto vicino al nemico Muollo. La ruggine con Muollo era dovuta ad incomprensioni sulle ingenti somme di denaro pubblico in favore di una società che si occupava di materiale medico della quale Luigi Muollo era il responsabile ma Salvatore Ridosso ne era il socio occulto, poi escluso. E venuto a conoscenza dei soldi entrati nella ditta, aveva chiesto la restituzione di decine di milioni di vecchie lire proprio a Muollo. Ridosso era entrato in società pattuendo la sua entrata con l’immissione di 100milioni di lire nelle casse dell’azienda ma ne versò solo 15milioni con un assegno che alla scadenza non era coperto. Anzi, Ridosso avrebbe preteso la restituzione del titolo di credito e 150milioni di lire. Ma Muollo rispose che doveva parlarne con il nipote Luigi. Ridosso reagì duramente dicendo che avrebbe dato degli schiaffi a “Gigino con il giornale e gli avrebbe sparato due colpi alla testa”. La reazione dello stesso Muollo non si fece attendere e nel maggio del 2002, Gennaro Ridosso fu ammazzato a colpi di pistola da Valentino Mansi.