Angri. “L’ospedale deve pagare nonostante un giudizio pendente in Cassazione sul ricorso presentato dalla stessa azienda ospedaliera Secondo Policlinico di Napoli”. Lo ha deciso la Corte d’Appello partenopea che ha respinto la richiesta di sospensiva per i danni causati a una adolescente per la quale sono stati stabiliti 110mila euro di risarcimento. La struttura ospedaliera aveva chiesto di sospendere il pagamento in attesa del giudizio della Cassazione perchè- ha sostenuto tra i motivi- se avesse avuto ragione avrebbe avuto problemi ad avere indietro quel denaro. “Ricorso inammissibile”, scrive il collegio dei magistrati d’Appello (presidente Eugenio Forgillo) e soldi da versare alla famiglia della bambina. La vicenda è quella di una operazione ritenuta sbagliata a danno di una bambina costretta a vivere con danni permanenti. Quindi quella sentenza, in soldo, diventa esecutiva nonostante la decisione che dovrebbe arrivare tra qualche mese dai giudici del Palazzaccio capitolino cui ha presentato istanza lo stesso ospedale. ” La piccola, nata con una malformazione, quando diventa più grande di età avrà difficoltà nel camminare tanto che viene sottoposta a intervento chirurgico. I genitori di una ragazzina di Angri residente a Scafati si affidano a due legali (Elvira Schioppa e Ferdinando De Simone che hanno presentato il contro ricorso in Cassazione per contestare le osservazioni del Secondo Policlinico) i quali avevano citato il Secondo Policlinico solo per il danno civile e non con procedura penale. Il primo grado di giudizio durato circa 4 anni anni si era concluso con un nulla di fatto e per questo che madre e padre della ragazzina si sono affidati alla coppia di avvocati per far valere le proprie ragioni in un processo incardinato a Napoli contro l’ospedale partenopeo che- secondo i giudici- non solo non avrebbe dichiarato la patologia della bambina all’atto della nascita ma quando il personale sanitario l’ha sottoposta a intervento chirurgico le avrebbe causato un danno permanente alla gamba tanto che la ragazzina per reggersi in piedi oppure camminare ha bisogno di un sostegno. Una battaglia giudiziaria partita davanti al tribunale civile del capoluogo e che ha visto la parte ricorrente soccombere nel primo grado di giudizio per il quale (a detta dei genitori della piccola) ci sarebbero state una serie di omissioni da parte di chi li rappresentava. In appello erano state portate una serie di integrazioni che i legali hanno illustrato al collegio dei giudici per far valere i diritti della famiglia della ragazzina (oggi poco più che 16enne). Quella patologia alla nascita le aveva provocato un deficit a uno degli arti inferiori ma nessuno di chi aveva in cura la bambina avrebbe rivelato ai genitori la malformazione che si sono accorti dell’handicap solo quando la piccola si è fatta più grande di età dopo aver iniziato a camminare. Dopo la sentenza in estate che capovolse il giudizio di primo grado, il ricorso in Cassazione e la richiesta di sospensiva, arriva dai giudici dell’Appello di Napoli la decisione di bocciare il Secondo Policlinico chiamato ora a versare la somma alla famiglia della piccola.
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