di Arturo Calabrese
Andriy Shevchenko sarà cittadino onorario di Agropoli. Lo ha deciso l’amministrazione comunale guidata dal sindaco Adamo Coppola alla luce dell’impegno profuso dal giocatore in questi giorni per la sua Ucraina. La città cilentana e l’atleta sono legati da un indissolubile filo perché è proprio da Agropoli che è cominciata la sua carriera calcistica. Correva l’anno 1989 e la Dinamo Kiev, squadra della capitale dell’Ucraina che oggi soffre sotto le bombe, arrivò in pullman ad Agropoli per partecipare al Torneo Internazionale di Calcio Giovanile “Città di Agropoli”. Il viaggio durò ben quattro giorni e all’arrivo quei giovani ragazzi intenerirono gli agropolesi per un particolare che in molti ancora ricordano con emozione: il bagaglio di quei ragazzi era una semplice busta di plastica con gli scarpini e la divisa. Usanza dell’epoca era che i ragazzi fossero ospitati presso le famiglie agropolesi e così fu anche per gli ucraini, ma la solidarietà non si limitò soltanto a quello perché, per l’appunto, era pratica consolidata. A svelare questo retroscena è lo stesso Shevchenko in un’intervista: «Tutti ci hanno accolto benissimo – il suo ricordo – ci davano sempre i buffetti sulle guance e qualcuno ci ha regalato dei capi d’abbigliamento sportivi. Avevo 12 anni – continua il campione – ci fecero disputare un torneo in una città che si chiamava Agropoli. Noi eravamo ripiegati su noi stessi, istruiti a non dare confidenza, e invece ci sciogliemmo come neve al sole. La gente ci sorrideva, ci accoglieva con gentilezza. Ricordo di aver pensato che un giorno mi sarebbe piaciuto tornarci». Un pensiero che si è rivelato foriero di magici momenti per un giovane calciatore che da lì a qualche anno si sarebbe affermato nel firmamento del pallone europeo e mondiale. Agropoli è rimasto nel cuore di “Sheva”, nomignolo col quale veniva chiamato in quel di Milano negli anni al Milan, tant’è che durante l’ultimo consiglio comunale ha telefonato al sindaco Coppola, grazie alla mediazione del calciatore Guglielmo Stendardo. «Per me è stata una grande emozione ricevere la telefonata di Andriy Shevchenko – dice il sindaco Coppola – l’ho sentito colpito per il dramma in corso, ci ha rivolto un appello a continuare ad aiutare il suo popolo e ringraziato l’Italia per quanto sta facendo. Da parte mia gli ho trasmesso la solidarietà della città di Agropoli: faremo tutto il possibile affinché i profughi ucraini possano trovare qui una seconda patria. Prova un grande affetto per la nostra città – aggiunge il primo cittadino – avremmo voluto averlo qui già nella settimana di Pasqua per il torneo internazionale di calcio giovanile a cui lui partecipò oltre trent’anni fa, ma oggi, in questo clima, non si sente di partecipare ad eventi celebrativi. Però ha assicurato che verrà a trovarci e in quell’occasione avrà la cittadinanza onoraria». Ad Agropoli, 33 anni fa, il ragazzino segnò ben cinque reti in finale, facendosi notare dagli osservatori e dal direttore del torneo Antonio “Caciotta” Inverso. Sfavillante è la carriera del calciatore ucraino. Dopo i primi anni alla Dinamo Kiev, compagine nella quale è cresciuto fin dalle giovanili, torna in Italia dopo dieci dall’esperienza agropolese e approda sulla sponda rossonera e lì si afferma in Serie A e nelle coppe europee. Vince tutto ciò che si può vincere, Pallone d’Oro nel 2004 compreso, e poi va in Inghilterra per vestire la maglia del Chelsea, blasonata squadra londinese. Varie vicissitudini negativo lo portano ad un mesto ritorno in quel di Milano, ma l’età e gli infortuni non gli permettono di essere lo giocatore di un tempo. Nel 2009 torna nella sua amata Kiev e indossa la maglia della squadra che lo fece esordire nel calcio che conta. Nel 2016, si siede sulla panchina dell’Ucraina fino agli Europei dello scorso anno. Gli ultimi mesi, inoltre, lo hanno visto allenatore del Genoa, ma i risultati sono stati negativi ed è stato esonerato. Oggi, vive a Londra ma l’impegno per la sua gente non si è fermato. Tanti sono stati gli appelli in favore della pace dall’alto del suo ruolo e della cassa di risonanza che il suo essere campione dentro e fuori dal campo gli consente. Spesso in lacrime nei suoi interventi dalla casa di Londra, Shevcenko si copre con la bandiera del suo Paese e si rivolge alle diplomazie internazionali chiedendo ai potenti del mondo di intervenire per far cessare il conflitto. Il futuro cittadino onorario di Agropoli, dunque, è una di quelle voci forti che affrontano con coraggio la difficile situazione in Ucraina.