di Arturo Calabrese
Il totonomi per il successore di Tommaso Pellegrino alla guida del Parco Nazionale del Cilento, Vallo di Diano e Alburni continua. Manovre arrivano anche da destra, seppur non tutti i profili ben voluti dall’area politica che oggi governa in Italia siano propriamente a lei afferenti.
Nome di spicco della destra cilentana e tra gli amministratori più validi degli ultimi anni è senz’altro Costabile Spinelli. Già sindaco di Castellabate e consigliere provinciale (quando la Provincia aveva un valore), a lui si deve la rinascita del centro costiero. Sotto di lui, sono arrivate le telecamere di Benvenuti al Sud, trampolino di lancio per l’intero territorio, e anche se non è certo merito suo, a lui si può riconoscere una corretta politica atta a ricevere tanta fama e, perché no, a cavalcarla come si confà per un’occasione del genere. Nel 2017, ha tagliato il nastro di Villa Matarazzo, altra sede del Parco, che il comune di Castellabate ha spesso utilizzato come spazio per eventi e manifestazione, in stretta collaborazione con l’ente vallese. Politico di razza, Spinelli è sempre stato a destra non spostandosi a seconda di come tirasse il vento, al contrario di tanti colleghi cilentani.
L’ex primo cittadino è nome noto a livello nazionale e ben apprezzato dai vertici di Forza Italia, partito nel quale ha sempre militato. Questo curriculum di spessore fa di lui un candidato forte per succedere a Pellegrino e il cursus honorum di destra potrebbe aprirgli le porte di Palazzo Mainenti. Altro nome che di sicuro non è mai stato vicino ad ambienti di sinistra è quello di Stefano Ciafani, attualmente presidente di Legambiente. Anche per lui, il curriculum è lungo: homo novus, è entrato nell’associazione da giovanissimo grazie al Servizio Civile e non è mai più uscito. Dopo una lunga gavetta, è arrivato ai vertici, riuscendo a imprimere un passo diverso a Legambiente, allontanandosi da un ambientalismo del “no” visto come deleterio.
Ciafani è sempre stato apartitico, ma di certo sempre in netta contrapposizione ai quei partiti di sinistra che si definivano ambientalisti e che portavano avanti quell’ideologia di cui sopra. Attento osservatore dell’oggi, il presidente di Legambiente può portare al Parco del Cilento, Vallo di Diano ed Alburni quella scintilla necessaria per ripartire dopo il difficile periodo di crisi che l’attualità vive. Non una svolta, ovviamente, ma un quid per ricominciare a correre come fatto negli ultimi anni. Rimanendo in ambito “verde”, non perde quota Michele Buonomo. Già presidente di Legambiente Campania, oggi è nella direzione nazionale e regionale ed è uno di quei volti sempre presenti nelle manifestazioni e negli eventi, in particolare quelli in cui i protagonisti sono i giovani. Tutto ancora in forse, ma il totonomi nel frattempo continua…