Ancora caos in carcere: tunisini danno fuoco al Cps, i cellulari dentro le celle - Le Cronache
Salerno

Ancora caos in carcere: tunisini danno fuoco al Cps, i cellulari dentro le celle

Ancora caos in carcere: tunisini danno fuoco al Cps, i cellulari dentro le celle

Grave episodio di violenza, mercoledì mattina all’alba, nel Centro di Prima Accoglienza di Salerno. Lo segnala il Sindacato Autonomo Polizia Penitenziaria Sappe, per voce di Federico Costigliola, coordinatore regionale per il settore minorile della Campania: “All’alba di ieri (mercoledì per chi legge, ndr), hanno fatto ingresso nel Cpa di Salerno due minori di origine tunisina i quali, dopo essere stati presi in consegna dalle due unità di Polizia Penitenziaria in servizio, iniziavano a distruggere tutto ciò che li circondava. Si impossessavano così di vetri rotti e iniziavano a minacciare il personale di Polizia in servizio, tentando anche di aggredirlo. Subito si dava l’allarme e poco dopo giungevano a supporto dei due poliziotti in servizio anche unità dei carabinieri e della polizia di stato. Anche il personale in forza al Cpa ma non in servizio raggiungeva la struttura per coadiuvarsi con le unità già presenti nel ripristinare l’ordine e la sicurezza che con non poche difficoltà venivano ripristinate. Il Sappe esprime la propria vicinanza ed il proprio plauso ai colleghi intervenuti”. “Da inizio anno – spiega Costigliola . sembra esserci stato un cambio di tendenza: infatti gli ingressi per fermo e/o arresto di minori presso i due Cpa campani stanno aumentando in maniera considerevole. Ragion per cui il Personale in servizio presso queste strutture va dotato di opportuni mezzi di sicurezza e di coercizione per far fronte al ripetersi si future simili situazioni di criticità, mezzi che attualmente non sono in dotazione Centro di prima accoglienza di Salerno”. Per Donato Capece, segretario generale del Sappe, “quanto emerge dal report Criminalità minorile in Italia 2010-2022, realizzato dal Servizio Analisi Criminale della Direzione centrale della Polizia criminale, sono aumentate del 15,34%, tra il 2010 e il 2022, le segnalazioni di minori denunciati o arrestati sul territorio nazionale. Furti, rapine ma anche lesioni: sono questi i delitti prevalentemente contestati ai minori e ai giovani, secondo quanto emerge dai dati sulla popolazione carceraria ristretta negli istituti penali minorili tra il 2010 e il 2022. L’analisi degli ingressi evidenzia un calo del 10,32% tra il 2010 (1.172) e il 2022 (1.051). Nello stesso periodo, tra il 2010 e il 2022, si registra però un aumento del 17,65% degli ingressi riferibili ai minori stranieri (da 459 a 540). A fronte del calo del 28,33% di quelli afferenti a italiani (da 713 a 511)”. “La maggior parte degli accessi in istituto rilevati tra il 2010 e il 2022”, spiega il leader del Sappe, “riguarda individui di genere maschile. Con una percentuale superiore all’80% per ciascun anno. Tra il 2010 e il 2022, i delitti contestati ai giovani in ingresso registrano un incremento del 21,65%. Le contestazioni per rapina fanno registrare una crescita del 50,40% tra il 2010 ed il 2022. Quelle contestazioni per furto aumentano del 19,12% tra il 2010 e il 2022”. Per Capece, “va fatta, inevitabilmente, un’attenta analisi di quanto sta accadendo, nella giustizia minorile. Da molto, troppo tempo arrivano segnali preoccupanti dall’universo penitenziario minorile: Catania, Acireale, Beccaria, Torino, Treviso, Bologna, Casal del Marmo a Roma, Nisida, Bologna, Airola… abbiamo registrato e continuiamo a registrare, con preoccupante frequenza e cadenza, il ripetersi di gravi eventi critici negli istituti penitenziari per minori d’Italia. Da anni, specie da quando la politica ha deciso che anche i maggiorenni fino a 25 anni possono essere ristretti nelle carceri minorili, abbiamo chiesto inutilmente ai vertici del Dipartimento della Giustizia Minorile e di Comunità che le politiche di gestione e di trattamento siano adeguate al cambiamento della popolazione detenuta minorile, che è sempre maggiormente caratterizzata da profili criminali di rilievo già dai 15/16 anni di età e contestualmente da adulti fino a 25 anni che continuano ad essere ristretti. La realtà detentiva minorile italiana, come denuncia sistematicamente il Sappe, è più complessa e problematica di quello che si immagina e di questo parleremo nel nostro Convegno del 4 dicembre ad Abano Terme”, conclude il leader del Sappe, che fa appello al Sottosegretario alla Giustizia Andrea Ostellari, che tra le sue deleghe ministeriali ha quella riservata alla trattazione degli affari di competenza dei Dipartimento per la giustizia minorile e di comunità. Ma non è tutto: nei giorni scorsi, infatti, a seguito di una perquisizione straordinaria, grazie alla professionalità della polizia penitenziaria, sono stati rinvenuti diversi telefoni cellulari: “Purtroppo, a Fuorni, negli ultimi anni si registrano ogni giorno eventi critici, sia a danno del personale di Polizia Penitenziaria sia a danno degli stessi detenuti. Ad oggi, il penitenziario di Salerno vede la presenza di 520 detenuti, con un aumento della popolazione detenuta assurda ed una complicata ricollocazione degli stessi fuori dal circuito di appartenenza: il che comporta una difficile gestione da parte della polizia penitenziaria. Denunciamo da tempo la mancata esecuzione delle decisioni del consiglio di disciplina a seguito di rapporti disciplinari, per la mancanza di spazi presso la sezione a ciò dedicata. Questo comporta che lo strumento disciplinare viene inevitabilmente svilito facendo venir meno la risposta sanzionatoria rientrante nell’ambito del trattamento rieducativo”, ha detto Tiziana Guacci, segretario regionale della Campania del Sindacato Autonomo Polizia Penitenziaria Sappe. Guacci evidenzia che “la carenza di organico e la presenza del sovraffollamento comportano, inoltre, un aumento di eventi critici che non può essere piu fronteggiato da un organico di personale sempre più ridotto. L’apertura di una nuova sezione (Terza sezione), ove allocare detenuti da sottoporre al trattamento avanzato, fortemente voluta dal Provveditorato e dall’area sanitaria fa presagire il peggio, visto anche la forte carenza di personale infermieristico, anch’esso in stato di agitazione. Chiediamo ai competenti Uffici dipartimentali di trovare soluzioni alternative rispetto all’inserimento di questo nuovo circuito presso il penitenziario in parola”. La sindacalista del Sappe chiede dunque di “attivare un tavolo tecnico tra il Prap Campania e gli uffici dipartimentali con la partecipazione delle organizzazioni del comparto sicurezza al fine di trovare una giusta soluzione per le criticità degli istituti campani”. Nelle carceri della Nazione, e della Campania in particolare, serve forte ed evidente la presenza dello Stato, che non può tollerare questa diffusa impunità, e servono provvedimenti urgenti ed efficaci. Il Sappe lancia dunque un appello al Sottosegretario alla Giustizia Andrea Delmastro, che tra le sue deleghe ministeriali ha quella riservata alla trattazione degli affari di competenza dei Dipartimento dell’amministrazione penitenziaria, per un incontro urgente: “per ristabilire ordine e sicurezza, attuando davvero quella tolleranza zero verso quei detenuti violenti che, anche in carcere, sono convinti di poter continuare a delinquere nella impunità assoluta, ma anche per programmare urgenti riforme strutturali non più rinviabili come l’espulsione dei detenuti stranieri, la riapertura degli Ospedali Psichiatrici Giudiziari, la previsione che i tossicodipendenti scontino la pena in comunità e, soprattutto, il potenziamo dell’organico del Corpo di Polizia Penitenziaria alla luce dei prossimi annunciati pensionamenti”.