Galeotto fu il corteo. L’indagine della procura di Salerno delegata alla Squadra Mobile nasce proprio dagli avvenimenti successivi alla vittoria come sindaco di Capaccio Paestum il 9 giugno 2019 di Franco Alfieri alla guida di una colazione di centro-sinistra. I social fecero pubblicita’ ad alcuni episodi di utilizzo improprio di mezzi di soccorso del 118, ambulanze che avevano inscenato un carosello tra le strade della cittadina. L’attenzione degli investigatori dunque si concentro’ cosi’ su Roberto Squecco, imprenditore gestore di fatto di tutte le associazioni che operavano nel settore del trasporto infermi e delle collegate societa’ di onoranze funebri, associazioni e societa’ solo formalmente intestate a suoi parenti e collaboratori. Squecco ha precedenti penali di rilievo (e’ stato condannato, infatti, con sentenza definitiva per tentata estorsione in danno di un imprenditore proprio del settore delle onoranze funebri, reato commesso al fine di agevolare il clan camorristico Marandino) ed e’ stato gia’ sottoposto a misura di prevenzione patrimoniale. Tuttavia, l’uomo continuava ad avere dirette interlocuzioni con le amministrazioni pubbliche, gli enti, i clienti, i collaboratori ed i fornitori, non giustificabili con il suo ruolo di dipendente di una delle societa’ funebri controllate e di volontario delle associazioni/onlus a lui riconducibili. – Gia’ a ottobre 2019, venivano eseguiti, nei confronti dello Squecco e di suoi prestanome provvedimenti di sequestro preventivo alcune societa’ e associazioni, operanti nel trasporto infermi in convenzione con l’Asl di Salerno e nelle onoranze funebri, e anche conti correnti e rapporti bancari sui quali erano stati rintracciati movimenti di somme di danaro pari a circa mezzo milione di euro. Squecco ora e’ in carcere, altri 9 indagati sono ai domiciliari e per Gerarda Montella, dirigente dell’Asl salernitana, c’e’ un provvedimento di divieto di dimora a Nocera Inferiore. Eseguito anche un decreto di sequestro di prevenzione di beni e assetti societari, per un valore di circa 16 milioni di euro a carico dell’imprenditore. Per gli inquirenti, Squecco ha una pericolosita’ sociale “qualificata” in quanto interno al clan Marandino ma anche “generica”, poiche’ vive abitualmente con i proventi di attivita’ delittuose. Alla meta’ degli anni ’90 risalgono, infatti, le denunce a suo carico per truffa, ricettazione, violazione delle norme tributarie, traffico di carte clonate, nonche’ le operazioni di distrazione di beni e capitali poste in essere in danno dei creditori delle societa’ da costui amministrate, formalmente o di fatto, poi dichiarate fallite, grazie alle quali Squecco ha accumulato un ingente capitale illecito, di oltre 3 milioni di euro, successivamente reinvestito in diversi settori imprenditoriali, e per le quali ha riportato due condanne per bancarotta fraudolenta. Nel 2014, poi, e’ stato arrestato per partecipazione ad associazione a delinquere di stampo mafioso ed estorsione aggravata, inchiesta dalla quale e’ arrivata la condanna definitiva.
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