Ambientalista di Sapri sequestrata e minacciata - Le Cronache Ultimora
Sapri Ultimora

Ambientalista di Sapri sequestrata e minacciata

Ambientalista di Sapri sequestrata e minacciata

Antonio Manzo

Il Sistema Cilento c’è ancora. Pericoloso, vivo e vegeto. Può fare ancora morti pur di continuare a dominare comuni e affari di camorra. E c’è aria pesante di coprifuoco, dove non si può parlare per pauta di denunciare un affarismo politico e criminale. Tacere. Ora il Sistema Cilento fa sequestrare e aggredire una ambientalista di Sapri che voleva tutelare la spiaggia dalla occupazione  del demanio ben oltre la scadenza della concessioni.

La notizia è della scorsa estate, luglio scorso. Ma viene fuori oggi, nel giorno di San Gaudenzio, quando i giudici del Consiglio di Stato hanno messo la parola fine a decenni di interpretazioni fantasiose e teorie da ombrellone, coltivate da tutti i balneari italiani e, naturalmente, dagli amministratori di Sapri. e di tutti  i Comuni costieri. Ma a Sapri c’è di più: l’ambientalista sequestrata e aggredita ora fa cadere il muro dell’omertà nella capitale del Golfo dove litigano violentemente al porto per le concessioni. Sapri, come altri comuni cilentani sono ostaggio, da almeno un decennio, dal Sistema di potere affaristico e criminale che mostra, nell’attualità spesso mascherata dalla paura e dall’omertà,  un contesto delinquenziale di fondo. Come a Montecorice dove una “cricca di mazzieri” guidati da amministratori in carica misero a tacere oppositori  a suon di violenti pestaggi  gli oppositori politici poi perfino assolti dal tribunale di Vallo della Lucania. O a Casal Velino dove amministratoti rinviti a giudizio per corruzione siedono ancora sulle sedie e punterebbero alla prescrizione del processo confidando sui tempi lunghi della Giustizia. Basta fare qualche chilometro ed arrivare a Santa Marina di Policastro dove un sindaco ancora agli arresti domiciliari viene perquisito nella sua abitazione e scoperto  con una presunta tangente da 100mila euro,  soldi liquidi e cach,  e che diventa socio facoltoso e banchiere della Banca Magna Grecia, al centro di un groviglio di interessi mei Comuni cilentani.

Il sequestro e la violenza

Siamo a luglio scorso. L’ambientalista Lia Amato, referente per il Cilento del Coordinamento Nazionale Mare Libero, riceve diverse segnalazioni da cittadini sapresi in merito ad uno stabilimento balneare che, proibiva con un cartello esposto all’ ingresso, l’introduzione di cibi e bevande. Cioè il divieto per una gustosa ed economica mappatella.

Inutilmente la referente chiedeva l’ invio di una foto esplicativa del divieto ma le vittime dellsa stretta culinaria, avevano paura di essere scoperti dal gestore che, a loro dire, controllava con telecamere la zona circostante.

Il consiglio muto del sindaco

Il primo passaggio è la chiamata al sindaco di Sapri. Un caloroso WhatsApp al sindaco, illustrando la situazione, e una telefonata alla Capitaneria di Porto di Sapri che la licenzia subito accampando la discussa scusa di essere estranea al suo intervento per l’argomento cibi e bevande) e subito dopo ai Carabinieri di Sapri, che la invitavano in caserma a formalizzare l’ esposto. Poi, l’ambientalista si reca dai vigili urbani, che la dirottano all’ ufficio demanio che a sua volta la rimanda, senza esito, ai vigili urbani. L’ufficio demanio è diretto dall’ingegnere Alberto Ciorciaro. Allora non resta che andare di persona sul lido, lo stesso giorno, al lido “L’ americano” per scattare una foto del cartello di divieto. E’ a questo momento che scatta l’aggressione con l’assedio di tre persone che le proibivano di fotografare , e mentre uno la riprende col cellulare le chiede di qualificarsi e di esibire loro la carta d’ identità , manco se avessero sostituito i Carabinieri o i Vigili Urbani.

Vietato fotografare

 

Ma il racconto deve continuare a testimonianza dell’ambiente delinquenziale. Sul terreno demaniale dato in concessione viene costruito un parcheggio è in cui è consentito passare a piedi per raggiungere l’adiacente spiaggia libera. L’ambientalista viene aggredita ma ascolta la minaccia di uno dei tre che si qualifica come volontario della protezione civile.

Poi, a cellulare spento, colui che l’ aveva ripresa le dice che se avesse osato agire verso di lui, ha  due testimoni presenti , di cui uno della protezione civile, che avrebbero dichiarato che lei  era pronta a minacciarla di accoltellarli.

Le consente poi di scattare le foto , millantando che nessuno può fargli niente, e la spinge verso la sbarra  del parcheggio ordinandole di andarsene.

L’ambientalista   si reca subito dai carabinieri , ma in assenza di colui che avrebbe dovuto ricevere la segnalazione,  le viene consigliato di rivolgersi alla Capitaneria di Porto o di prendere un successivo  appuntamento per andare a segnalare il fatto.

Inutile sottolineare il coraggio civile dell’ambientalista, solitaria ma anche impaurita nell’omertà di Sapri. Basta girare sul lungomare di Sapri per ascoltare che all’ambientalista è promessa una “lezione” certamente anche all’insaputa dei gestori dello stabilimento balneare diretto da Dario De Luca, l’ Americano, e da Noè che tutti sono pronti  a giurarti come persone che non farebbero male ad una mosca.

Lia Amato è originaria di Cava de’ Tirreni. È a Sapri da 22 anni. E coltiva la sua passione ambientalista con le amiche che la seguono e  le vogliono bene.

 

Ha paura? “La mia vita non sarà ancora  lunga ( ho più  di 75 anni) ma la mia testimonianza civile durerà molto, nonostante i silenzi e le indifferenze”. Lunga vita.

Lia dalla sua parte ha il presidente nazionale dell’associazione nazionale Mare Libero, Roberto Biagini, avvocato amministrativista di Rimini e già assessore al comune rivierasco. E’ lui il terrore dei balneari italiani, ma  dice : ”Mi attaccano ma non mi fanno paura” . A Sapri c’è chi lancia l’idea di invitare Roberto Biagini proprio qui, per farlo render conto dell’ambiente cilentano. C’è chi è pronto a raccontargli il Cilento al di là delle sagre o della “bandiere blu” delle quali si fanno onore gli stessi sindaci del Sistema Cilento. Anche quelli con il sospetto di tangenti o che fanno affari con illegittimità edilizie e complici delle devastazioni del territorio. Lia Amato merita davvero la scena nazionale. E tutti gli ambientalisti cilentani. Anche quelli di Sapri pronti a testimoniare l’impegno di Lia Amato senza aver paura che contro di loro possa esser fatta una querela temeraria. Servirebbe solo ai giudici ai continuare avere omertoso silenzio nella pur rinnovata e operosa Procura di Lagonegro. Il Sistema Cilento non ha paura delle competenze territoriali della Giustizia. Spazia, impunemente, da Vallo della Lucania a Lagonegro.