Pina Ferro
Potrebbe avere un crollo psicologico dovuto all’intera situazione ed alla realtà carceraria che si ritrova a vivere. Per questo i legali di Pasquale Aliberti hanno chiesto ai vertici dell’istituto di pena salernitano, dove. l’ex sindaco di Scafati, è rinchiuso da mercoledì mattina, di attenzionarlo costantemente. Si teme per la sua salute come hanno precisato i legali. Oggi alle 13, alla presenza degli avvocati Silverio Sica e Agostino de Caro, il sostituto procuratore della Dda presso la Procura di Salerno Vincenzo Montemurro terrà l’interrogatorio di garanzia. A tal proposito va sottolineato che l’ex sindaco di Scafati nei mesi addietro ha già incontrato in più occasioni il magistrato per rendere dichiarazioni relative alle accuse a suo carico. L’interrogatorio era stato programmato per ieri mattina, ma problemi burocratici lo hanno fatto slittare ad oggi. Aliberti, si trova in una cella da solo. L’ex sindaco è molto provato per l’intera situazione che sta vivendo, così come ha sottolineato l’avvocato Silverio Sica che, ieri mattina, è tornato presso il Penitenziario di Fuorni per incontrare il suo assistito . «Non si può lasciare solo un uomo incensurato». La stessa vicinanza gli è stata offerta da tutto il personale dell’istituto di pena e dal personale sanitario, cosa questa che ha riferito lo stesso Aliberti all’avvocato. «Con lui sono gentilissimi. Ma devo sottolineare che il personale della casa circondariale di Fuorni è gentile con tutti i detenuti». Gli agenti si comportano sempre come da protocollo. Poi, Silverio Sica rispondendo ad un interrogativo ben preciso afferma che «La custodia cautelare deve essere sempre il male estremo». Al termine dell’interrogatorio di questa mattina sarà anche presentata, quasi sicuramente, istanza per la richiesta di una misura alternativa al carcere.
Pensa che vi sia stato accanimento?
«No. E’ il meccanismo che funziona in questo modo. Ricordando anche che la Cassazione valuta solo la legittimità e non entra nel merito».
Scritte offensive su Palazzo Meyer Paolino:«Chi sono i veri camorristi?
‘Leoni’ da bomboletta spray quelli che nel corso della notte tra mercoledì e giovedì hanno sporcato la facciata di palazzo Meyer con tre scritte. Il giorno dopo l’arresto dell’ex sindaco di Scafati i vandali hanno pensato bene di imbrattare le mura del municipio con frasi contro Pasquale Aliberti. “E come disse Totò in galera. Scafati libera. Aliberti camorrista”: gli squallidi messaggi di sconosciuti che si cerca di identificare e che hanno agito nella notte, sperando di rimanere impuniti.
All’indomani della comparsa delle scritte, la moglie di Pasquale Ali- berti, Monica Paolino ha risposto in qualche modo agli autori attraverso un post pubblicato sulla sua bacheca di Facebook in cui si legge: «Guardando queste immagini ho un solo pensiero in testa: “Chi sono i veri camorristi?”. “Da chi dobbiamo davvero difenderci?”. Queste scritte rispondono a tanti interrogativi che ci poniamo. È questa la violenza da cui proteggersi, di cui avere paura, da denunciare e da condannare. Sono inorridita dall’odio che tali personaggi covano nel cuore. Ma badate bene, le scritte possono essere cancellate, il rancore, l’invidia, la cattiveria, restano confinate nell’animo di chi nutre questi sentimenti negativi e, credetemi, fanno male più a loro che a noi. Noi, che siamo forti della verità». “La casa comunale è la casa di tutti i cittadini: la casa della democrazia, la casa della legalità, la casa dello Stato. Per questo condanniamo con durezza chi ha profanato le sue mura con scritte di odio e violenza” così il Partito democratico scafatese ha condannato l’episodio di vandalismo scoperto dai dipendenti comunali e segnalato alle forze dell’ordine. “Le sedi del dibattito pubblico sono altre dove tutti hanno la possibilità di esprimersi e sono chiamati a farlo con educazione e civiltà: ed è in quelle sedi che invitiamo tutti i nostri concittadini ad in- contrarsi, discutere, parlare del futuro di Scafati”.