Forza Italia si radica sul territorio e apre a quei territori che oggi, in qualche modo, scontano la lontananza della politica, a partire dal Cilento. Nella giornata di venerdì ben due circoli territoriali sono stati inaugurati: a Capaccio Paestum e Agropoli. A prendere parte all’iniziativa anche Pasquale Aliberti, sindaco di Scafati, consigliere provinciale e Presidente Provinciale di Forza Italia Salerno. «Il lavoro del nostro coordinatore regionale si sta muovendo proprio in questa direzione. In passato, avevamo una bandiera che sventolava e portava consenso, grazie a un uomo che si chiamava Silvio Berlusconi. Oggi Forza Italia è un partito che deve radicarsi sempre di più nei territori, intercettare le istanze della gente, coinvolgere uomini e donne che conoscono le comunità e che fanno politica con passione, con dedizione quotidiana, non solo durante le campagne elettorali. La campagna elettorale è un momento di verifica, ma la passione va ben oltre quel periodo. Servono persone già radicate, presenti nei consigli comunali, che abbiano già saputo misurarsi con il proprio elettorato. E soprattutto, è necessario avere la capacità di allargare i confini del partito, accogliendo anche coloro che non ne hanno mai fatto parte – ha detto Aliberti – Esiste un ampio popolo moderato che, negli ultimi dieci anni, si è allontanato da Forza Italia. A loro dobbiamo tendere la mano, ritrovando quelle percentuali che ci hanno reso forti, anche perché eravamo un partito aperto, accogliente e inclusivo. Il lavoro del coordinatore regionale mira proprio a superare certe logiche statiche, come quella del “simbolo è mio” solo perché si milita da trent’anni. Dove la classe dirigente non ha prodotto risultati, dobbiamo avere il coraggio di aprire, rigenerare, rilanciare». Il centrodestra, la prossima settimana, terrà una riunione dei leader del centrodestra sulle Regionali. L’appuntamento, ancora non fissato nelle rispettive agende, dovrebbe vedere al tavolo la premier Giorgia Meloni, i vicepremier Matteo Salvini e Antonio Tajani e il capo politico di Noi moderati Maurizio Lupi, chiamati a trovare un’intesa sui candidati della coalizione in Veneto, Campania, Puglia e Toscana. Il vertice è atteso da mercoledì in poi, quando Tajani rientrerà da una missione negli Stati Uniti. «Il centrodestra ha vissuto un momento di difficoltà alle ultime elezioni regionali, e il motivo è evidente: quando il candidato alla presidenza, Vincenzo De Luca, supera il 70% dei consensi, lo spazio politico per le altre forze si restringe inevitabilmente. Non è una questione di capacità o di impegno, ma di un contesto politico fortemente sbilanciato. Eppure, io nella mia città, che conta circa 50.000 abitanti, ho vinto le elezioni proprio mentre De Luca governava la Regione Campania. Questo dimostra che, al di là dei numeri regionali, la scelta degli uomini giusti è cruciale – ha poi aggiunto il presidente provinciale forzista – Abbiamo attraversato un periodo complicato, segnato dalla pandemia, durante il quale il radicamento di De Luca in aree come la provincia di Salerno, dove era più forte, ha rappresentato una difficoltà evidente per noi. Ma va anche detto che il centrodestra ha saputo mostrare la propria forza in diverse tornate elettorali, anche quando De Luca era in campo — nel 2010, ad esempio, abbiamo vinto; nel 2015, lui vinse, ma con uno scarto contenuto. In quei momenti, gli spazi elettorali erano più ampi e siamo riusciti a esprimere una classe dirigente solida. L’ultima campagna elettorale, a mio avviso, non è rappresentativa: la gestione della crisi sanitaria e il modo in cui Vincenzo De Luca ha saputo comunicare durante l’emergenza Covid hanno influenzato profondamente l’esito del voto. Molti lo hanno percepito — erroneamente — quasi come l’antidoto al virus. Questo ha modificato le dinamiche elettorali in maniera straordinaria, rendendo difficile un’analisi politica oggettiva». Per Aliberti fondamentale è ripartire dai temi: «Forza Italia non deve solo riconquistare il ruolo di primo partito del centrodestra: deve fare di più. I temi cari a Silvio Berlusconi devono tornare centrali nell’agenda politica del centrodestra, a partire dalla riforma della giustizia, che oggi non è ancora adeguata. Parliamo di questioni fondamentali come la separazione delle carriere, la responsabilità dei magistrati e i tempi della giustizia: su molti di questi punti, all’interno della coalizione, ci sono distanze evidenti. È importante dirlo con franchezza». E ancora: «Essere di Forza Italia non significa automaticamente essere di destra. Personalmente, non mi riconosco in certe posizioni, soprattutto su temi come l’immigrazione. Non sono per fermare i barconi in mare: sono convinto che quelle persone vadano integrate. Abbiamo una popolazione anziana, con un’età media attorno ai 55 anni, mentre in molti paesi africani l’età media non supera i 30. Questo squilibrio demografico sta generando difficoltà concrete nel mercato del lavoro, dove spesso non si trova la manodopera necessaria. Oggi vediamo persone provenienti dall’Africa occupare ruoli che, un tempo, erano svolti da italiani. Questo fenomeno riguarda non solo l’Italia, ma anche paesi come Germania e Francia, dove si registra una trasformazione sociale profonda – ha poi aggiunto Pasquale Aliberti a margine della del coordinamento cittadino di Agropoli che ha visto riconfermato Malandrino – È un processo di islamizzazione che riguarda tutta l’Europa, e rispetto al quale dobbiamo cominciare a elaborare una visione nuova, pragmatica, non ideologica».





