di Mario Rinaldi
Il superbonus 110% è piombato di nuovo sulla scena politica ed istituzionale, soprattutto dopo la volontà espressa dal Governo “Meloni” di voler eliminare la misura, escludendo i lavori già avviati. Nei giorni scorsi, infatti, il governo di centrodestra è intervenuto con un Decreto Legge che impedisce di fruire delle agevolazioni fiscali relative ai bonus – non solo il Superbonus 110%, ma anche tutti gli altri. attraverso i meccanismi dello sconto in fattura e della cessione dei crediti. Già lo scorso mese di novembre, l’assessore all’ambiente di Baronissi Alfonso Farina era intervenuto sulla questione, evidenziando evidenti disagi in caso di abrogazione della misura a sostegno delle famiglie che intendono ristrutturarsi una casa e favorire l’efficientamento energetico. Oggi, l’amministratore di Baronissi ritorna sul tema per dibattere sull’argomento e cercare di trovare possibili soluzioni con gli esperti del settore da mettere a disposizione della cittadinanza.
Assessore Farina, cosa pensa della manovra adottata dal Governo Meloni?
“La considero del tutto iniqua. Già a novembre scorso, il Governo del centrodestra era intervenuto rimodulando il superbonus che era passato per la maggior parte dei lavori al 90%, mentre per i condomini che avevano già deliberato i lavori poteva restare al 110%. Ora con questo nuovo provvedimento la misura è stata addirittura cancellata. Credo che tutto ciò possa provocare un blocco dell’economia che era ripartita tra mille difficoltà nel post-covid”.
Il Governo ha proposto delle soluzioni alternative al Superbonus. Cosa ne pensa?
“A mio avviso le modifiche volute dalla Meloni rischiano di peggiorare la situazione perché se le cessioni del credito possono aumentare il rischio di truffe, nel momento in cui queste cessioni vengono cancellate, così come lo sconto in fattura, questa mossa avrà come effetto la possibilità di far muovere solo coloro che hanno maggiore potere economico per poter usufruire del superbonus. A questo si aggiunge un ulteriore problema, vale a dire quello del credito di imposta del superbonus va spalmato in quattro anni, con la conseguenza che i contribuenti che non pagano abbastanza imposte per via dei bassi redditi, potrebbero trovarsi a ricevere meno soldi di quelli che hanno speso per ristrutturarsi la casa. E poi c’è un altro problema ancora. Il patrimonio immobiliare da ristrutturare è eccessivamente ampio. Bloccando questo meccanismo, quasi nessuno più potrà permettersi la ristrutturazione di un immobile, andando contro alle normative europee sull’efficientamento energetico. Mi chiedo: come penserà il Governo Meloni a rispettare le direttive dell’UE se non verranno più effettuate ristrutturazioni? E pensare che questa misura aveva prodotto un PIL superiore al 7%. Ora si blocca di nuovo tutto”.
Lei suggerisce qualche soluzione in merito a questa problematica?
“Non sono un tecnico esperto tale da poter suggerire una soluzione che vada a risolvere il “pasticcio” creato dal Governo Meloni. Tuttavia, mi confronterò con le associazioni di categoria per capire in che direzione muoverci e per evitare che questa misura possa avere ripercussioni anche a livello delle istituzioni locali. Queste azioni del Governo Centrale potrebbe inasprire ancora di più il clima politico e non è escluso che possano organizzarsi dei cortei di protesta contro il nuovo Governo perché con questa nuova legge si va a bloccare l’economia nazionale proprio nel momento in cui sembrava esserci una timida ripresa con le imprese edili che avevano iniziato un nuovo ciclo di attività che ora rischia di bloccarsi di nuovo. Tra l’altro anche i Comuni, a livello locale, avranno difficoltà a gestire la domanda di quanti si erano rivolti agli sportelli informativi appositamente allestiti presso le sedi comunali per fornire la dovuta assistenza a chi ne avesse bisogno”.