di Erika Noschese
Combattere l’astensionismo, la volatilità delle scelte elettorali, il senso di sfiducia verso i partiti: è questo l’obiettivo della piattaforma Popolare, ufficialmente costituita sabato scorso a Roma e che vede tra i protagonisti, impegnati in prima persona in questo percorso politico, l’ex presidente della Provincia Alfonso Andria. «Nella pubblica opinione resiste la speranza dell’arrivo di qualcosa che sia allo stesso tempo nuovo e antico; innovativo e tradizionale; capace di riformare e attento a conservare: qualcosa che rivesta di novità la continuità. Le opzioni tecnocratiche e populistiche, convergenti nel ritenere il popolo un oggetto e non il protagonista della vicenda democratica, si sono rapidamente trasformate da soluzione a problema delle democrazie. In questo contesto e su queste basi di comune riflessione è maturata un’esigenza diffusa di ricomposizione del variegato universo politico di movimenti, associazioni, liste civiche e personalità, che si riconoscono nella comune radice culturale del popolarismo – si legge nel documento della Piattaforma Popolare – Ciò viene significativamente alla luce a 100 anni da quel congresso del Partito Popolare – simbolo di fedeltà ai valori democratici – che costò l’esilio a Luigi Sturzo. I problemi del presente impongono un impegno diretto nell’elaborazione e nell’azione concreta per senso di responsabilità storica e non per evocare una teoria del passato. Nulla dice che questa condizione di incertezza preluda a facili successi, ma nulla impedisce di assumere l’impegno di offrire possibili soluzioni». Il pluralismo delle diverse esperienze popolari avverte dunque necessario ricercare le forme più efficaci perché esse si esprimano in forme politicamente unitarie. Pertanto, si è deciso di lavorare alla costruzione di una comune Piattaforma Popolare che raccolga i movimenti politici e associativi, le esperienze amministrative, sociali e culturali che trovano nel popolarismo la comune radice di pensiero. Una Piattaforma Popolare che, conservando l’autonomia dei partecipanti, consenta la formazione di un riferimento unitario e organico che rappresenti anzitutto uno spazio di impegno culturale e quindi di elaborazione programmatica, con il chiaro obiettivo di favorire l’individuazione di scelte organizzative disponibili alle collaborazioni più ampie, inclusive ed efficaci sul piano politico.
Alfonso Andria, nasce la piattaforma Popolare…
«Abbiamo fatto un lungo lavoro di preparazione di questo culmine che c’è stato sabato pomeriggio. La Campania è partita un po’ prima, è stata tra le prime e ci sono stati diversi incontri attraverso varie riunioni, per continuare a confrontarci come gruppo promotore in vista dell’incontro a Roma. Nel frattempo, sono sorti circa quindici analoghi comitati con un’unica matrice identitaria ed è per questo che si è tenuta l’assemblea nazionale, aperta da Giuseppe De Mita e dalla coordinatrice del gruppo campano Erminia Mazzoni e da Andrea Losco; ci sono state presenze interessanti e di spicco, tra le quali Beppe Fioroni e Stefano Zamagni, politologo di grande caratura. C’erano amici, colleghi, ex parlamentari da tutte le regioni d’Italia riconducibili a questo comune sentire: ritrovare dentro di noi un luogo attraverso il quale poter esercitare una presenza, senza fantastica sulla Dc perché sarebbe una stupida velleità; noi abbiamo richiamato il tema del popolarismo, dei cattolici democratici impegnati in politica con la persona al centro ed un’attenzione particolare alle comunità con uno stile politico che si ritrova nelle posizioni del centro che non intendono aggrapparsi ad alcun partito ma che recita la sua parte. Si costituisce in rete, quella dei Popolari per l’appunto, cominciando a produrre iniziative ed idee, incontri di natura tematica. Incontro partecipato con 250 persone da tutta Italia, molto ben recensito devo ammettere e questo non può che inorgoglirci anche perché online vi erano oltre 10mila persona».
Dalla provincia di Salerno esponenti di spicco fuoriusciti dal Pd, lei così come Simone Valiante…
«Valiante non era fisicamente presente ma è partecipe della vicenda, vicino a Fioroni. C’erano tanti amici dalla Campania, chi non era presente ha comunque mantenuto un contatto con noi. C’erano amici e amiche dell’Agro nocerino, della Valle dell’Irno, dalle province campane e soprattutto c’erano espressioni nazionali come l’onorevole Gargani ed una classe dirigente nuova anche dal punto di vista generazionale».
Una valida alternativa al centrosinistra e al Pd? Crede che questa piattaforma possa avvicinare politica e cittadini?
«Il cittadino è interessato alle novità, al recupero di determinate esperienze che oggi sono disperse; ci sono tante convergenze, era giusto promuovere una delle tante occasioni che ci saranno, anche in chiave nazionale. Durante il mio discorso ho detto che la nostra forza è l’identità e attorno a ciò dobbiamo aggregare quante più persone possibili, come accaduto sabato, in modo da costruire una rete. Ecco, identità e rete sono le due parole chiave da tener presente in questo percorso. Noi vogliamo occupare un’area di centro, oggi in alcuni casi mal occupato, in tendenza verso il centrodestra e ora è necessaria una collocazione autonoma, senza convergenze o alleanze».
Primarie Pd, la vittoria di Elly Schlein crede possa rivoluzionare il partito?
«Sono andato via nel mese di agosto dal Pd ma è chiaro che per una persona come me che ha concorso a costituire il partito, prima in Europa e poi a livello nazionale non può volere il male del Pd. Ho sperato nella vittoria di Schlein perché così il partito resta in piedi, se avesse vinto Bonaccini probabilmente la neo segretaria avrebbe dato vita ad una scissione che poi avrebbe distrutto il partito, mal interpetrato sia a Salerno che in Campania. Resto affezionato a quell’idea, se non fosse stata stravolta e vivisezionata in tanto potentati locali sarebbe stata una formazione orizzontale, senza vertici né leader come sta avvenendo ora con questo movimento».
Terzo mandato, favorevole o contrario?
«Ho appreso dalla stampa quotidiana e radiotelevisiva che è stata la motivazione essenziale del sostegno a Bonaccini e lo trovo incredibile! Ma comunque il tema non mi appassiona».