di Andrea Pellegrino
«Basta fritture, meglio le zeppole». Franco Alfieri liquida così i giornalisti che l’attendevano all’ingresso della direzione regionale del Partito democratico. A seguire si vedono anche Vincenzo De Luca ed il figlio Piero, neo eletto deputato a Caserta. L’incontro si è tenuto all’- hotel Oriente di Napoli alla presenza di un folto gruppo di parlamentari, consiglieri regionali, delegati dem e i sottosegretari Gennaro Migliore e Umberto del Basso De Caro. Autocritica interna e rilancio del partito e dell’azione politica a Palazzo Santa Lucia. La Tartaglione, che spera in un posto nell’esecutivo regionale, ha proposto un “patto di fine legislatura” tra il Pd e Vincenzo De Luca per mettere al sicuro la maggioranza consiliare. Per ora la Tartaglione resterà alla guida del Pd (da dimissionaria) e fino al nuovo congresso. «Il reggente nazionale ha momentaneamente sospeso ogni percorso congressuale, determinato dalle dimissioni rassegnate in questi giorni o da scadenze naturali, per garantire un presidio che consenta al meglio lo svolgimento del processo avviato dalle assemblee territoriali. In questa fase, dunque, accompagnerò questo percorso fino al congresso, che spero possa celebrarsi al più presto per dare una nuova guida al Partito democratico della Campania». «E’ un momento delicato – ha detto – dobbiamo ricostruire insieme, creare percorsi unitari. Nessuno può né deve sentirsi escluso. Mi confronterò nelle prossime ore e proporrò, nella prossima riunione di segreteria, un adeguamento dell’organismo nel rispetto del pluralismo. Abbiamo bisogno dell’aiuto di tutti per affrontare e risolvere i problemi, per sentirci una comunità forte e unita e per rilanciare l’azione del partito sul territorio». Quanto al governo regionale: «Bisogna individuare alcuni obiettivi devono essere raggiunti nei prossimi due anni, con il massimo sforzo di tutti». Poi l’appello all’unità, partendo da Napoli, dove il partito è “completamente spaccato. Abbiamo bisogno di dialogo, serietà e pacificazione – sottolinea – per ricostruire dopo le lacerazioni reiterate dalle primarie del 2011. E’ stato quello il vero lanciafiamme che in tanti invocano e che noi abbiamo già utilizzato, puntandolo sul nostro partito». Rosa D’Amelio, presidente del Consiglio regionale, spiega, invece: «Rilanciamo la capacità di essere uniti, al di là delle correnti e sottocorrenti, di cui non se ne può più. Credo che abbiano influito sul voto. Ma, intanto, siamo ancora il secondo partito e non ci dobbiamo suicidare». La D’Amelio, dopo aver perso la candidatura nel collegio di Ariano Irpino, soffiata da De Mita jr uscito poi sconfitto dalle urne, dovrà lasciare tra non molto la presidenza del Consiglio regionale, aprendo così una nuova trattativa interna alla maggioranza. De Mita jr, invece, è in lizza per un posto nella giunta politica che con molta probabilità De Luca varerà, dopo il forte pressing di Mario Casillo. Il nipote del leader di Nusco dovrebbe prendere il posto dell’attuale assessore Corrado Matera. Il Pd, invece, sul tavolo avrebbe calato il nome di Giovanna Palma, non rieletta in Parlamento, vicina alle posizioni del neo deputato Lello Topo. Attacco al Pd ed al governo da paarte del governatore Vincenzo De Luca intervenuto alla direzione. «La priorità è costruire un partito vero. Quindi, per come la vedo io, fatto di leadership forti e di organismi dirigenti altrettanto forti». Il presidente regionale ha fatto un’analisi del voto, in una campagna elettorale “ricca di episodi degenerativi – dice -. Ma poi mi chiedo: della discussione nazionale cosa sta arrivando ai cittadini italiani? Molto poco. L’unica cosa che viene fuori è che c’è la presidenza del partito e poi ci sono i dirigenti che hanno diretto il partito in questi anni. Tutti, tranne Renzi. Mi pare ingiusto e inutile”. In ballo, adesso, “c’è la vita o la morte del Pd – ha affermato – siamo sull’orlo del precipizio in molte parti d’Europa ma neanche la sinistra rivoluzionaria riesce a dare risposte. Perfino Grasso non ci riesce, che pure è un rivoluzionario postumo. Questo risultato è stato un terremoto, che va da Nord a Sud. Di fronte a questo dobbiamo assumerci tutti delle responsabilità e lo scontro interno diventa secondario”. Simili parole però, erano state utilizzate dal Governatore già tra i “suoi” domenica a Salerno.