Alberto Oliviero è la decima vittima di un killer silenzioso chiamato amianto. Una nuova morte a soli dieci giorni di distanza dal riconoscimento e dall’inserimento nell’elenco degli ex esposti per i lavoratori della provincia di Salerno La decima vittima della fabbrica dei veleni, dell’ex Isochimica, l’ennesimo ex operaio deceduto per un tumore presumibilmente scaturito dall’esposizione, per diversi anni, all’amianto. Aveva 55 anni ed era di Mercato San Severino, quella stessa Mercato San Severino dove Oliviero è morto ieri, lasciando la moglie ed una figlia, poco più che ventenne. Dal 1983 al 1988, Alberto Oliviero aveva prestato servizio presso la Isochimica di Pianodardine ad Avellino, l’azienda (dell’imprenditore Elio Graziano) che si occupava della scoibentazione delle carrozze dei convogli delle Ferrovie dello Stato: in pratica, gli operai i vagoni dall’amianto utilizzato per l’isolamento dal fuoco.
Due anni fa la drammatica diagnosi a seguito di alcuni disturbi gastrointestinali e polmonari: tumore all’intestino. Un male estesosi ben presto anche a stomaco e colon. Ne seguì un intervento chirurgico, ma purtroppo non c’è stato nulla da fare.
La famiglia di Oliviero, con il fratello Antonio (responsabile della Femca Cisl di Avellino) in testa, però, non ci sta a far passare sotto silenzio la morte del loro Alberto: vogliono vederci chiaro e vogliono sapere se, effettivamente, la sua malattia è da correlare al lavoro svolto presso lo stabilimento irpino.
I parenti di Oliviero, pare che di ciò siano certi e, probabilmente, chiederanno che sul corpo del loro congiunto venga effettuato un esame autoptico per riuscire a risalire, prima che alla causa della morte (più che chiara), a quello che è stato il fattore scatenante del tumore. Il sospetto, legittimo, è che siano state le fibre di amianto ad aver attaccato l’organismo di Alberto Oliviero portandolo, lentamente, alla morte. Lui, la cui famiglia era originaria di Solofra, in provincia di Avellino, aveva vissuto praticamente tutta la vita a Mercato San Severino e, insieme al primo cittadino del Comune della Valle dell’Irno Giovanni Romano, aveva fatto parte di un complesso musicale. Suonava il basso, Alberto Oliviero.
E’ morto troppo presto, troppo giovane, probabilmente (ma saranno gli esami ad accertarlo), a causa del suo lavoro, di quei cinque anni all’Isochimica, a contatto con l’amianto, che potrebbero essergli stati fatali.