Al Ruggi manca la parto analgesia, Polichetti, “Segno di civiltà e rispetto per donne” - Le Cronache
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Al Ruggi manca la parto analgesia, Polichetti, “Segno di civiltà e rispetto per donne”

Al Ruggi manca la parto analgesia, Polichetti, “Segno di civiltà e rispetto per donne”

di Erika Noschese

 

Manca il personale, l’azienda ospedaliera universitaria Ruggi d’Aragona non può offrire, alle future mamme, la parto analgesia, a dispetto di quanto avviene invece nelle cliniche private. A chiedere ai vertici aziendali di invertire la rotta e di sbloccare le assunzioni per offrire alle future mamme questo servizio, inserito anche nei Lea, il dottor Mario Polichetti, responsabile del reparto gravidanze a rischio dell’azienda ospedaliera locale, ginecologo di fama nazionale. Di recente, i vertici dell’azienda ospedaliera hanno permesso agli accompagnatori di entrare in sala partori di entrare in sala parto, dopo le norme imposte a causa della pandemia e ora, il dottor Polichetti punta ad offire un servizio essenziale alle donne che, in occasione del parto, fanno i conti con un dolore particolarmente eccessivo. Dottore, innanzitutto in cosa consiste la parto analgesia? “La parto analgesia è la abolizione del dolore durante il travaglio e il parto. Attraverso un catetere che si mette dietro la schiena, nello spazio epidurale, si iniettano dei farmaci che bloccano la sensibilità dolorifica e mantengono la contrazione muscolare”. Qual è il problema che si riscontra al Ruggi? “Per fare tutto questo ci vuole personale dedicato, soprattutto una equipe anestesiologica dedicata che deve assicurare questo servizio. L’introduzione del catetere epidurale dietro la schiena la effettua lo specialista in anestesia e rianimazione ma anche la gestione dei farmaci che si utilizzano – iniettati attraverso il catetere – è di competenza di uno specialista, l’anestesista. In considerazione del fatto che si partorisce h24 e che non si può fare distinzione tra mattina, pomeriggio e notte ci vorrebbe un anestesista dedicato alla parto analgesia, con la sua equipe”. Al Ruggi manca per carenza di personale? “Sì, al Ruggi manca per una carenza di personale che l’azienda ospedaliera universitaria si trascina dietro da tempo. E’ un problema pre esistente perché nel 2017 la parto analgesia fu inserita tra i Lea, i livelli essenziali di assistenza, ovvero rappresenta un qualcosa di essenziale perché il legislatore dell’epoca, la Lorenzin, inserì la parto analgesia tra i Lea perché si poneva il problema del dolore, del travaglio e del parto. Al Ruggi manca il personale e bisognerebbe ristrutturare le sale travaglio sia per consentire una gestione migliore sia per garantire la presenza dell’accompagnatore, in sicurezza. Il Ruggi ha dato una grande risposta per quanto riguarda la presenza dell’accompagnatore ma ora bisognerebbe fare un piccolo sforzo per reclutare il personale specializzato, ovvero gli anestesisti per assicurare – a distanza di 5 anni dall’inserimento della parto analgesia tra i lea – questo servizio che è un segno di civiltà, modernità e rispetto nei confronti delle donne. Basti tenere presente che in strutture private come la clinica del Sole di Salerno, la clinica Malzoni di Avellino, da anni questo servizio viene assicurato e molte gravide optano per queste strutture”. Qual è secondo lei la soluzione immediata per sbloccare le assunzioni? “Bisogna fare uno sforzo in più, dare un po’ di attenzione al dipartimento materno infantile, con una guardia anestesiologica dedicata alla parto analgesia e in considerazione della capacità della direzione strategica e delle risorse a disposizione potrebbe non essere particolarmente difficile”.