di Arturo Calabrese
“Antonio Rinaldi era consapevole di incolpare falsamente Alberico Cafasso del reato di calunnia essendo i fatti, oggetto delle dichiarazioni rese dalla persona offesa in sede di sommarie informazioni, provati sulla base dell’attività istruttoria svolta. Invero, la prova del reato di tentata concussione posta in essere da Rinaldi ai danni di Cafasso, da cui origina la vicenda processuale, si ritiene accertata attraverso il superamento del vaglio di attendibilità delle dichiarazioni dibattimentali rese dalla parte civile e riscontrate da quanto riferito dal teste”.
Si leggono queste parole nella sentenza del processo che vedeva imputato l’attuale comandante della polizia locale di Agropoli Antonio Rinaldi. Quest’ultimo, all’epoca dei fatti in forza al comune di Capaccio Paestum da dove è arrivato ad Agropoli per volere del primo cittadino Roberto Antonio Mutalipassi, è stato condannato a due anni di reclusione e alle spese.
A rappresentare il calunniato Alberico Cafasso, imprenditore di Capaccio Paestum, è stato l’avvocato Michele Avallone che in merito alla condanna di Rinaldi rivela un retroscena particolare. Il comandante della polizia locale non ha ancora ottemperato al pagamento delle spese: «Benché sollecitato attraverso il suo legale – dice l’avvocato di Ascea – ancora non ha provveduto al pagamento delle spettanze in mio favore che constano in una somma di tutto rispetto».
C’è scritto anche altro nella sentenza e cioè che Antonio Rinaldi insieme a Marta Santoro hanno messo al corrente l’imprenditore “che trattavasi di una situazione politica risolvibile dietro bustarella, vista la loro conoscenza di una persona importante presso la Procura di Salerno”. Il documento riporta le testuali parole: “con una bustarella possiamo risolvere il tutto”.
Grossa tegola per il comune di Agropoli che vede il proprio comandante della polizia locale, persona che dovrebbe essere integerrima e assumere condotte rispettose delle leggi, condannato a due anni per calunnia nei confronti di un cittadino. Era il 3 ottobre del 2024 quando il giudice prendevano tali decisioni e da allora non c’è stato alcun commento né presa di posizione da parte del sindaco Mutalipassi che nel 2022 volle con sé proprio colui che è stato condannato per calunnia.
Tra le iniziative assunte da Rinaldi, poi, si ricorda la nomina come sua vice di Valentina Nastari, moglie del presidente del consiglio Franco Di Biasi. Aspetto per il quale il comune è stato condannato dal giudice del lavoro per condotta antisindacale.