Agropoli, Coop e incarichi: il Sistema Cilento nella legalità - Le Cronache Attualità

di Arturo Calabrese

Se n’era parlato nel mese di dicembre scorso e viene ribadito: è tutto legittimo, tutto a norma di legge, ma oltre a quella scritta nei codici ce n’è anche una morale.

Da qualche giorno, il comune di Agropoli ha ufficialmente affidato un immobile confiscato alla criminalità organizzata alla cooperativa Prisma per un progetto dedicato alla cura delle dipendenze.

Nell’organigramma di questa realtà, qui sta il punto, risulta tale Vincenza Marino, che era effettivamente presente all’inaugurazione, come dimostrano le foto dell’evento (qui pubblicata). La donna è anche presidente del consiglio del comune di Torchiara, che con Agropoli condivide molto: i due enti fanno parte dell’Unione dei Comuni Paestum Alto Cilento, hanno avuto entrambi lo stesso sindaco, quel Franco Alfieri arrestato e tradotto in carcere il 3 ottobre per corruzione e turbata libertà degli incanti, oggi agli arresti domiciliari, e hanno diversi progetti molto simili, in particolare quelli della pubblica illuminazione.

È tutto legittimo, giusto ripeterlo, ma è altrettanto legittimo dire come stanno effettivamente le cose, elementi tra l’altro che si evincono dagli atti ufficiali, pubblici e accessibili a tutti. Il comune di Agropoli, andando al concreto, affida un bene a una cooperativa la cui vice presidente è anche presidente del consiglio della vicina Torchiara. Vincenza Marino è vice presidente della cooperativa e presidente del consiglio a Torchiara, almeno fino allo scorso 24 ottobre, quando ha convocato il consiglio comunale per il giorno 29.

Quando l’affidamento è stato ufficializzato, e cioè a dicembre 2023, chi scrive ha chiesto in conferenza stampa se si fosse trattato di un caso di omonimia, una domanda che ha turbato i presenti, i quali si sono lanciati in una excusatio non petita, dichiarando che tutto fosse in regola. Lo è, ci mancherebbe, ma è chiaro che anche questo sia Sistema Cilento. Gli stessi nomi compaiono in più parti tra incarichi pubblici e privati, tra cooperative e concorsi.

Tutto legittimo e in regola, ripetita iuvant, ma prima dell’interessamento della magistratura, relativi arresti e sequestri, lo erano anche gli appalti alla Dervit e i subappalti alla Alfieri Impianti di, manco a dirlo, Torchiara.