Il Pd comincia a serrare le fila nell’agro nocerino sarnese. Tranne a Scafati, dove alla fine sceglie un candidato da tempo immemore vicino prima all’onorevole guglielmo Vaccaro, poi vicino ad aliberti e poi ancora vicino al Dem e con un passato ad agroinvest sia con Pasquale Mauri che con Mario Santocchio, negli altri comuni il Pd sembra stia finalmente decidendo di …decidere! a Nocera Superiore, per esempio, non ha voluto concedere l’uso del simbolo a chi di fatto aveva da tempo un accordo più o meno mascherato, con il candidato del centrodestra tanto alla fine da sacrificare lo stesso Montalbano prima irretito e poi lasciato solo nella speranza che anche lui appoggi il candidato di centrodestra. a Pagani il Pd decide di appoggiare il sindaco uscente che tra le divisioni di centristi e centrodestra, alla fine, si erge come un gigante tra il trasformismo degli altri e addirittura di chi con una lunga storia di militanza nel Pd, per una candidatura, decide di abbracciare il vessillo azzurro propostogli dall’onorevole Marzia Ferraioli che di Pagani, forse, conosce troppo poco pur avendo radici paganesi. Non è un torto, per carità, ma chi ha trascorso la sua vita professionale lontano dalla Lamia o dall’ex Fatme, e pensa di affrontare i problemi di una città come Pagani con il piglio del radical chic, forse, della città ha capito poco quasi nulla. a Castel San giorgio, finalmente, dopo due anni di silenzio complice e assordante, il Pd richiama all’ordine andrea Donato e in fretta e furia gli fa cambiare la pagina Social ideata come Pd per opporsi alla sindaca Lanzara anch’essa Pd e costringe gli ex comunisti sangiorgesi a ripiegare sulle posizioni di una pagina Facebook con il nome del gruppo consiliare di estrazione civica. Una figuraccia che forse è sfuggita anche a larghi strati della maggioranza, anch’essa più impegnata a fare “ammuina” sui Social come diceva il regolamento della real Marina Borbonica che a pensare alle cose serie. Solo a Sarno il Pd non teme concorrenti. Ma questo non si capisce se più grazie a Canfora sindaco uscente, o alle divisioni di un centrodestra che sembra non voglia capire la lezione dell’unità. L’unità, che non significa imporre il mio o il tuo candidato, bensì quello migliore per il paese, è un concetto che fa a cazzotti con la bramosia di potere. E qui centrodestra e centrosinistra uguali sono. a Salerno come nell’agro Nocerino, nel Cilento come nel Vallo di Diano. a gongolare restano solo il sindaco di Nocera Inferiore, Manlio Torquato e quello di Nocera Superiore, giovanni Maria Cuofano la cui unica vera sfida è quella di tentare il colpaccio già al primo turno. Stranamente sono proprio loro, i due più giovani, quelli che alla fine hanno governato meglio le loro comunità riuscendo anche a quadrare i conti e a rispondere meglio alle richieste dei cittadini. Solo frutto della loro età e vigoria fisica? Non solo. Entrambi sono figli d’arte, entrambi sono cresciuti all’ombra di una politica che aveva il rispetto della democrazia e il valore del consenso popolare. Valori da riscoprire perché solo così l’agro potrà tornare a contare e riuscire a salvarsi da un rischio napoletanizzazione o dall’altro di diventare periferia scomoda di Salerno. Molto dipenderà da chi verrà confermato o sarà eletto a maggio prossimo. Non resta che aspettare.
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Cinque Stelle, 4 salernitani superano il primo turno
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