di Vittorio Cicalese
Quello che parrebbe un bollettino di guerra in realtà è un racconto degli ultimi giorni che la Casa Circondariale di Salerno, gravemente, sta registrando al suo interno.
Dopo il suicidio della Di Matteo dei giorni scorsi, infatti, ieri mattina un altro caso particolare ha tenuto banco nel carcere di Fuorni, con un infermiere ed un detenuto coinvolti nell’episodio che avrebbe potuto avere un epilogo ben più grave.
Ore 9.50 circa: un detenuto di età media, di origini napoletane, durante l’esecuzione della sua terapia (il soggetto in questione è sottoposto a cure psichiatriche), ha aggredito un infermiere di servizio nel Reparto comuni della Casa circondariale sferrandogli un cazzotto che lo ha scaraventato a terra. L’infermiere ha ovviamente dovuto ricorrere alle cure del pronto soccorso dell’ospedale “Ruggi” di Salerno, presso cui gli è stata riscontrata una prognosi di sette giorni a causa dei danni subìti. Per il paramedico, infatti, la diagnosi è stata di un duplice trauma: uno all’occhio destro, con escoriazioni annesse, e uno alla mano sinistra con la quale ha rovinosamente urtato sul pavimento dopo il colpo subìto.
Proprio nei giorni scorsi la Uil Pa Polizia Penitenziaria, per mezzo del suo segretario regionale Daniele Giacomaniello, si era attivata per denunciare la carenza di perosnale all’interno del carcere di Fuorni: «Non è un caso se appena l’altro giorno avevamo denunciato la grave carenza di figure professionali sanitarie all’interno dell’istituto. Altresì non è casuale che l’autore di questo insano gesto che ha costretto l’infermiere aggredito a sette giorni di prognosi è un soggetto sottoposto a cure psichiatriche». Secondo Giacomaniello, l’episodio non è da considerarsi di natura casuale ma bisogna prendere provvedimenti per evitare che la situazione presso la struttura di via del Tonnazzo possa precipitare, anche in merito ad altri fatti di cronaca avvenuti di recente.
«In questi casi – prosegue Giacomaniello – la presenza di personale di Polizia Penitenziaria diventa indispensabile per garantire l’ordine e la sicurezza all’interno dell’istituto, facendo rientrare per tempo utile ogni eventuale criticità che dovesse presentarsi nel corso della giornata. Per questo motivo chiediamo da tempo, agli organi superiori, un incremento considerevole della pianta organica. Eventi critici come questi diventano sempre più difficili da gestire, poiché il numero di poliziotti della penitenziaria si riduce sempre di più, per effetto del mancato turnover».