di Andrea Pellegrino
«Il fatto c’è». La sentenza politica, a quanto pare, è stata emessa. Per quella giudiziaria bisognerà attendere l’esito dell’inchiesta. Su Piazza della Libertà, opera pubblica ancora in fase di realizzazione già finita al centro di altre due inchieste giudiziarie attualmente a processo, secondo le carte della Procura della Repubblica di Salerno, ci camminavano parecchi interessi. Politici ed imprenditori naturalmente ma che hanno smascherato il sistema De Luca a Salerno e non solo. Non si muove foglia che De Luca non voglia, in sostanza. Dal controllo del cantiere dal balcone della sua (ex) stanza al Comune di Salerno fino alla scelta di materiali. Alcuni (materiali) tecnici al punto da far innervosire l’ingegnere Michele Brigante, strutturista ed attuale presidente dell’ordine degli ingegneri.
Le Cronache nell’ultima settimana ha raccontato tutto questo. E continuerà a farlo, finché ci sarà notizia.
Nel corso delle puntate, fin ad oggi pubblicate, è stato messo a nudo un sistema di potere oligarchico e radicato. Un cerchio magico, quello di Vincenzo De Luca, ridotto al minimo indispensabile. C’è Fulvio Bonavitacola, suo fedelissimo e c’è Alfonso Buoniauto, la sua ombra durante le ultime elezioni regionali e attuale capo della segreteria tecnica a Palazzo Santa Lucia. Per strada ha perso Fernando Argentino, reo di aver “trasferito” un dipendente vicino al sindaco, quando era a capo della società “Salerno Energia”. Tra De Luca ed il Comune ci sono sicuramente Felice Marotta, Alberto Di Lorenzo ed Adolfo Salsano, quest’ultimo responsabile della Ragioneria e da un anno anche assessore alle finanze al Comune di Cava de’ Tirreni. A via Manzo, sede della federazione provinciale del Pd, c’era un’altra figura chiave: il solito Nello Mastursi, il capo della segreteria politica di Vincenzo De Luca in Regione Campania, dimessosi dopo l’inchiesta romana per la sentenza “aggiustata” sulla Severino. E’ lui che nel 2012 avalla l’operazione nocerina durante il voto delle parlamentarie. Erano i giorni in cui si sceglieva l’ordine delle candidature per Camera dei Deputati e Senato. A Nocera Inferiore il candidato di punta era Vincenzo Petrosino ma da Salerno arriva l’ordine di votare Bonavitacola, accoppiato alla preferenza donna a favore della cavese Rossana Lamberti. Enrico Esposito (Esa Costruzioni) esegue e paga anche l’operazione. Dal “suo” bingo arrivano 400 euro in monete da 2 euro. Ed il gioco è fatto. Oggi a Nocera Inferiore s’indignano ed Enrico Esposito si autosospende dal Partito democratico. Molti affermano che il sistema è stato identico in gran parte dei seggi ed in diverse primarie. Molti che però, allo stato, non hanno nome e cognome, declassando la loro denuncia in chiacchiere. Le stesse che fa da anni il centrodestra a Salerno città, che sulla vicenda specifica non ha aperto bocca. Ad eccezione dei soliti ed agguerriti noti.