Già sindaco di Agropoli dal 2017 al 2021, nel bel mezzo dunque dell’emergenza Covid, Adamo Coppola è oggi commissario cittadino di Fratelli d’Italia. Negli ultimi tempi, è molto critico nei confronti dell’amministrazione comunale guidata da Roberto Antonio Mutalipassi che tra l’altro è stato suo assessore nonché tra i firmatari della sfiducia.
Partiamo dallo stato di salute della città: lei ha fatto tanti interventi, oggi sono stati un po’ rivendicati, forse ingiustamente, dall’amministrazione…
“Sì, sicuramente questa è una delle colpe che possiamo dare. Io ho cercato di spiegare che ci sta anche la logica della continuità amministrativa, però è anche onesto intellettualmente dire anche chi ha fatto le cose. Poi noi siamo felici che vengono inaugurate perché lo abbiamo fatto per la città, non per noi, però sarebbe giusto dirlo, ma la cosa che mi dispiace di più è che tanti altri progetti importanti siano stati abbandonati e quindi la contestazione che faccio è che tante cose buone e avviate potevano essere proseguite ed era già sufficiente fare quello avviato per dare continuità alla vita della città. Oggi le persone si lamentano che Agropoli è totalmente vuota di eventi, bastava proseguire quelli già fatti in passato, confermarli e non ci sarebbe stata questa sensazione che si vive in città ma non si è fatto nemmeno questo”.
Caso antiquarium: il museo non solo è chiuso, ma anche subito dei furti. Ciò sembra un po’ finire nel dimenticatoio di un’amministrazione incapace, forse, o comunque ottusa rispetto a problemi seri…
“Tocchiamo un taso molto dolente. Vanno individuati i colpevoli e le responsabilità. Oggi non mi sento di dare colpe particolari. La colpa che invece mi sento di dare, anche qui, è che avevamo un lavoro collegato al Palazzo Civico delle Arti (dove trova sede il museo chiuso, ndr), avviato e quasi terminato. Se avessero in questo anno ultimato i lavori, come era giusto fare, e se avessero probabilmente questa struttura nuova, c’era un posto nuovo dove accogliere il museo. Ecco quindi quando dico non si è continuato neanche quello che si è avviato. Questo è un altro esempio: se questa cosa fosse stata fatta immediatamente, appena insediata l’amministrazione, forse oggi non avrà avuto neanche i furti. Ecco perché mi domando che cosa si stia facendo, di cosa discutano tutti i giorni in comune dato che i risultati non si vedono. Voglio sperare in futuro che ci saranno anche se ho forti dubbi, però l’aspettativa, almeno quella di cui parlano, in qualche modo si realizzi. Intanto però, quello che era stato avviato si è fermato”.
Quali le iniziative che si possono mettere in campo sulla questione sicurezza e quale l’eredità che lei aveva lasciato?
“Chiaramente la sicurezza cittadina non è di responsabilità del sindaco e le forze dell’ordine stanno facendo peraltro un ottimo lavoro, ma quello che manca è un sindaco che sta in mezzo alla gente. Deve incontrare i cittadini e sentirne, perché no, le preoccupazioni e con loro vivere queste vicende. Il fatto che il sindaco sia lontano dai cittadini è già un segnale negativo, perché le cose si affrontano insieme, ma se il cittadino vede vicino l’amministrazione, i problemi cominciano a diventare meno drammatici e anche questo della sicurezza. Se il sindaco sta tra la gente, se avesse fatto visita ai cittadini di Muoio, come io ho fatto in passato, forse non ci sarebbero state tutte queste lamentele, forse si sarebbe sentito più spirito di gruppo. Questo manca e questo secondo me non deve mancare in una città. Io ho gestito Agropoli nel periodo del Covid puntando proprio su questo, sulla compattezza cittadina, sulla vicinanza tra amministrazione e cittadini. Questo si sta perdendo e credo sia il valore più grande”.
Per la città di Agropoli a ottobre c’è la sentenza del Tar. Qual è il suo auspicio e soprattutto, come legge politicamente questo dato di presunti brogli elettorali?
“Non parlerei di brogli, parlerei di qualche cosa che non ha funzionato nella macchina amministrativa. Immagino per ipotesi che il Tar stabilisca che i voti sono stati attribuiti male: c’è un’amministrazione governa da un anno senza titolo e non è una cosa giusta. C’è un anno di gestione di un sindaco che forse non lo è. Allora chiediamoci se noi e i cittadini possiamo accettare una cosa di questo tipo. Io credo di no. La difesa del comune, poi, che tende di allungare questi eventi per guadagnare chissà qualche giorno in più per fare campagna elettorale è mortificante”.
La maggioranza si è ultimamente rafforzata con nuovi ingressi e si vocifera che anche Elvira Serra possa passare all’altra sponda. Come legge queste manovre?
“Io penso che aspettiamo le motivazioni del consigliere serra, chiaramente ognuno è libero di fare il corso che vuole. Anche io ho fatto una scelta di cambio di campo, l’ho motivato, ho spiegato perché certamente non era un cambio di campo opportunistico, perché l’opportunità avrebbe voluto altro. Quindi mi sono buttato in un percorso nel quale sono più i punti interrogativi che le certezze”.
A tal proposito, nel 2024 ci sono le provinciali e le europee. Se le proponessero la candidatura sarebbe pronto ad accettare?
“In questo momento dobbiamo lavorare per la crescita del partito e per essere pronti perché troppo spesso il centrodestra sotto elezione si è svegliato per cercare soluzioni e non bisogna aspettare l’elezione per lavorare e costruire. Oggi costruiamo e certamente se ci saranno occasioni non me le farò sfuggire. Però oggi è importante far crescere la comunità del centrodestra, creare una coalizione forte e legata perché non si può andare ormai da soli. Se c’è questa consapevolezza, questa voglia di stare insieme, questa voglia di avvicinare i cittadini si valuteranno le candidature insieme. Chi? Chi in modo migliore può rappresentare il partito lo farà, ma l’importante è che un partito ci sia e che poi faccia la campagna elettorale, oggi ancora non c’è. Dobbiamo lavorare per questo”.