di Pina Ferro
Assolto perché il fatto non sussiste. Dopo sette anni, i giudici mettono la parola fine all’incubo vissuto dal dottor Vincenzo Coppola, all’epoca dei fatti dipendente dell’Azienda Sanitaria Locale. L’assoluzione con formula piena è arrivata nei giorni scorsi da parte del Gup del tribunale di Nocera Inferiore dinanzi al quale si è svolto il processo con il rito dell’abbreviato. Il camice bianco, difeso dall’avvocato Guglielmo Scarlato, ha rinunciato alla prescrizione. Il dottore Coppola era accusato di truffa ai danni dell’Asl per una somma alquanto consistente. «La vicenda prende origine alcuni anni fa quando la Regione Campania dette indicazioni a tutte le Asl della Regione di cercare di ridurre l’attività di straordinario svolta dai medici e dal personale infermieristico. «Io sono stato primario all’Asl e sono in pensione da qualche anno – racconta il dottore Coppola – Dunque, l’Asl ottemperando a quanto disposto dalla Regione pose in atto l’attività richiesta cercando coloro che esercitavano la propria attività e che guadagnano di più. Io essendo quasi in pensione guadagno un pochino di più rispetto ad altri. L’Asl dispose una verifica a carico di quasi tutto il personale. In questa verifica sono incappato anche io, con un problema però. Mi spiego. Chi ha effettuato la verifica mi ha cercato presso l’ospedale di “Umberto I” di Nocera Inferiore mentre io ero stato trasferito già da alcuni mesi presso la sede centrale dell’Azienda Sanitaria Locale di via Memoli. Quindi, per 4 anni, secondo l’ipotesi accusatoria, avrei percepito lo stipendio senza mai andare a lavorare». Dunque, per coloro che erano stati incaricati dall’Asl di effettuare le verifiche il dottore Vincenzo Coppola per quattro anni sarebbe stato un assenteista. Veniva cercato, inutilmente presso l’ospedale di Nocera Inferiore, mentre in realtà stava lavorando presso la sede centrale dell’Asl. «Su questi presupposti che sembrano quasi di una commedia comica c’è stato tutta un’attività investigativa senza che nessuno si sia mai andato a preoccupare di chiedere agli uffici preposti». Il dottore Coppola, comunque, non è mai stato sentito dalla commissione dell’Asl che stava effettuando tali verifiche. Mai è stato convocato per spiegare il presunto motivo dell’assenza che la stessa aveva riscontrato presso l’ospedale ospedale Umberto I di Nocera Inferiore. Secondo quanto previsto, la persona sottoposta a verifica deve essere informata. Invece nel caso del dottore Vincenzo Coppola questo non è accaduto. Qualcuno dall’Asl innesca il procedimento penale comunicando alle autorità la presunta assenza del medico dal lavoro. Acquisita la notizia di reato la Procura apre un fascicolo e il medico viene iscritto nel registro degli indagati. Successivamente segue l’avviso di conclusione indagine. Durante l’iter penale il camice bianco si fa sentire dagli inquirenti ed espone la sua versione dei fatti. Praticamente la Procura ha seguito il solco di quanto raccontato da parte di chi era stato incaricato di effettuare la verifica. «Praticamente coloro che erano stati incaricati di effettuare la verifica, non ha mai controllato dove io effettivamente lavorassi e quale incarico svolgo. Sulla base di questo l’indagine è andata avanti». Colui che ha informato la Procura non ha detto del tutto la verità. «Non ha correttamente posto in essere il procedimento amministrativo». Ora finalmente l’incubo è finito.