A trent'anni dal crollo del Muro di Berlino - Le Cronache
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A trent’anni dal crollo del Muro di Berlino

A trent’anni dal crollo del Muro di Berlino

Il giornalista Ezio Mauro, sarà protagonista domani sera di un reading teatrale presso la Sala Pier Paolo Pasolini ospite della sezione teatro Civile del cartellone del massimo cittadino

Di OLGA CHIEFFI

Costruito nel 1961 e abbattuto nel 1989, il Muro di Berlino è stato uno dei simboli drammatici del Novecento. Il giornalista Ezio Mauro torna sui luoghi che hanno segnato i 28 anni di storia del Muro di Berlino, ripercorrendone le tappe secondo un doppio registro narrativo: le vicende – mese per mese – dell’incredibile 1989, l’ultimo anno del Muro, si intrecciano alla storia di questo “mostro” fisico e politico, dal suo concepimento, il 13 agosto 1961, fino alla sua caduta. Attraverso interviste ai testimoni e materiali d’archivio raccolti da numerose fonti internazionali, Ezio Mauro riporta alla memoria i 155 chilometri di cemento e filo spinato del muro, raccontando una storia fatta di persone, sguardi, speranze e delusioni, sullo sfondo dei luoghi simbolici delle vicende, dove sopravvivono le tracce di un recente passato. Sarà Ezio Mauro, questa sera al teatro Pier Paolo Pasolini di Salerno, alle ore 21,  a portare, in occasione del trentesimo anniversario della caduta del Muro di Berlino, Ezio Mauro “ Berlino. Cronache del muro, il racconto del momento che ha segnato una svolta storica per il mondo, fino ad allora diviso tra Est e Ovest. Da quel dopoguerra che ha diviso la Germania in quattro zone amministrate dalle quattro potenze vittoriose consegnando all’Unione Sovietica più del 30 per cento del Paese, al blocco dei rifornimenti imposto dai russi, alla capitale, passando per i tentativi di fuga dei berlinesi fino alla caduta e a ciò che oggi la Berlino conserva a memoria di uno dei suoi periodi più bui. Ezio Mauro ne ripercorre tutte le fasi della vicenda in forma di conferenza teatrale. Berlino, gennaio 1989. Erich Honecker, leader della Ddr, dichiara che il Muro esisterà finché non verranno meno “le premesse che lo hanno reso necessario”, nessuno sa che l’anno iniziato allo stesso modo di tanti altri che l’hanno preceduto, ha in serbo un evento miracoloso. Alcuni fatti anticipano la caduta del Muro di Berlino prima del 1989. In Jugoslavia cade il governo in seguito alla crisi economica e Branko Mikulić si dimette; in Ungheria il Parlamento apre a un progetto per il pluralismo con i partiti indipendenti e non comunisti; in Polonia Lech Wałęsa costituisce il governo ombra e, ancora più epocale come evento, Gorbačёv annuncia all’ONU il ritiro dei soldati sovietici dall’Europa. Georgij Arbatov parla di “dialogo tra Mosca e il capitalismo” e il giorno di Natale, nella chiesa cattolica di Mosca viene distribuita ai fedeli la Bibbia in cirillico, dono di papa Wojtyla. Gli intellettuali chiedono senza remore la riabilitazione di Solženicyn. I cambiamenti politici e culturali sono inarrestabili, unica roccaforte resta Berlino Est che, guidata dal pugno duro di Honecker, rallenta il cedimento. La censura cerca di tenere il mondo esterno lontano da Berlino Est, impedendo la circolazione delle notizie su tv e giornali, ma i canali proibiti su cui la gente continua a sintonizzarsi sono una preziosa finestra oltre il Muro, simbolo della “follia del Novecento”. Il “mostro” che ha cominciato a prendere vita il 13 agosto 1961, ha distrutto intere famiglie separando d’un tratto genitori e figli, mariti e mogli, fratelli e sorelle, ora inizia a scricchiolare. Oltre 156 chilometri di lunghezza, 45 mila sezioni di cemento, 302 torri di guardia e 20 bunker che hanno imprigionato per ventotto anni la popolazione. In migliaia sono riusciti a fuggire attraverso i tunnel sotterranei o per mezzo di stratagemmi audaci, superando il filo spinato e i cani addestrati, ma in tanti hanno perso la vita nel rincorrerla quella libertà: traditi, denunciati, fucilati. Il Muro è ormai distrutto, sono passati 30 anni dall’evento che ha reso la libertà agli abitanti di Berlino Est. I frammenti del mostro di cemento oggi sono visibili in giro per il mondo, da Tokyo a Las Vegas, venduti dopo lo smantellamento con una smania inquietante. Mauro ha dichiarato che gli uomini sono “fabbricatori di mostri, creatori di fantasmi” e che gli eventi del Novecento e la democrazia non sono sufficienti a tutelarli. Ancora tanto lavoro spetta a chi si occupa di politica, per scongiurare la costruzione di altre barriere e la sottrazione della libertà, per impedire altre divisioni. La memoria del passato è fondamentale per non ricadere negli stessi errori, specialmente in un’epoca come questa, ancora incline a favorire muri a discapito di integrazione e inclusione.