Nocera Inferiore. Partecipi al malaffare dell’ufficiale giudiziario che chiedeva sesso a donne indigenti per evitare sfratti ritardando l’esecuzione del provvedimento, 4 avvocati e altri coinvolti (tra cui proprio l’ufficiale giudiziario) scelgono il rito abbreviato che sarà celebrato davanti ai giudici del Tribunale di Nocera Inferiore a partire dal prossimo 18 settembre. Oltre ai legali (uno di San Marzano Sul Sarno, uno di Angri, uno di Torre Annunziata e uno di Castellammare di Stabia) ci sono 8 imputati a processo con il rito ordinario tra imprenditori e presunti beneficiari dei magheggi dell’addetto alle notifiche di importanti procedure giudiziari. Saranno in aula a gennaio, su decisione del gup, dopo la nomina del perito per centinaia di intercettazioni a loro carico da parte degli inquirenti. Da 100 a 300 euro, generi alimentari e rapporti sessuali per l’ufficiale giudiziario arrestato mesi fa per fare o non fare il suo dovere. Secondo l’accusa del pubblico ministero Fiorillo ” bastavano anche poche centinaia di euro oppure generi alimentari o la minaccia di procedere allo sfratto dall’abitazione se due donne, una di questa madre di una figlia disabile, per fare del suo lavoro un mercimonio, carta straccia, venir meno ai suoi doveri”. L’ufficiale giudiziario, inoltre, sarà processato per violenza sessuale e insieme agli altri di corruzione per atti contrari ai doveri di ufficio e corruzione in atti giudiziari, mentre un paio finiti a processo solo per aver beneficiato della rilevazione di segreti di ufficio. La quasi totalità dei reati sarebbero stati commessi ad Angri nel 2022, tranne uno a San Marzano Sul Sarno. L’indagine della procura di Nocera è stata condotta dai carabinieri della Sezione operativa del Reparto territoriale nocerino dell’Arma, al comando del tenente colonnello Gianfranco Albanese, e del Nucleo di Polizia economico finanziaria della guardia di finanza di Salerno, retto dal colonnello Claudio Molinari. Secondo la Procura di Nocera Inferiore, sarebbe scaturito “un sistemico quadro di mercimonio della funzione pubblica”. Questo, per il pm Fiorillo, avrebbe creato un “cartello” a cui si affidavano persone che non potevano permettersi pagare l’affitto o non avevano titoli per occupare un alloggio popolare. A inizio marzo la Cassazione aveva dichiarato inammissibile il ricorso per l’ufficiale giudiziario che, accompagnato dall’avvocato Vincenzo Calabrese, si era presentato al carcere di Vallo della Lucania.
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