Una storia che racconta la disperazione di una madre che sta lottando per la vita di sua figlia, di una sanità che non sta funzionando, come nel caso di G., una bambina di 10 anni che ha sperimentato sulla sua pelle quanto sia difficile in questi giorni ricevere cure adeguate. Laura Genovese, la mamma della piccola, è distrutta dopo una notte, la più lunga e terribile della sua vita . Da venerdì scoso la piccola, 10 anni, affetta da tetraparesi, ha iniziato a stare male, prima la febbre, altissima, anche 39 e mezzo nonostante la tachipirina, poi scariche di diarrea iniziate domenica mattina ed il rischio di disidratazione, la famiglia chiede aiuto, ma servizi territoriali assenti solo contatti telefonici con la pediatra di base che dice alla famiglia di non poter andare a casa, gli mancano i presidi necessari per una visita domiciliare..”io e mio marito siamo stati nel panico totale, completamente abbandonati a casa”.. Giorgia in pratica non riusciva a mangiare e ad assumere liquidi di qui la scelta disperata, dopo cinque giorni, di andare in ospedale martedì sera. Da Fisciano, dove abitano, la coppia con la bambina arriva al pronto soccorso dell’ospedale di Salerno.. “Avevamo tanta paura di andare al pronto soccorso per la paura del coronavirus, abbiamo tentennato fino all’ultimo, ma non abbiamo avuto scelta…la coppia con la piccola arriva nella stanza dedicata ai sospetti covid pediatrici e qui a parte l’umanità di medico ed infermiera non sono pochi i problemi che si trovano ad affrontare..”ringrazio l’infermiera Milena e la dottoressa Sara, con gentilezza e professionalità hanno visitato la bambina, era disidradata, è stato necessario un lavaggio. Ma alla capacità dei sanitari si sono contrapèposti moltissimi disagi. Eravamo in una stanza piccolissima, non c’era un lettino per appoggiare la bambina che abbiamo tenuto in braccio a turno io e mio marito, e poi, in quei pochi metri quadrati eravamo in cinque e se non bastasse è arrivato un altro bambino piccolissimo sospetto covid ed una sola è stanza a disposizione per questi casi….intanto nostra figlia era molta agitata, faceva freddissimo e la bambina tremava, dovevamo tenerle il braccino bloccato per la flebo, alle 4 del mattino non ce l’abbiamo fatta più e siamo andati via con mia figlia che aveva ancora la febbre a 39. Aveva davvero tanta paura. Ho vissuto ore di panico”. Ora stanno a casa da soli, aspettando che qualcuno risponda alle loro richieste d’aiuto…”io ho deciso di parlare per fare si che nessuno viva più quello che io ho vissuto. Cose del genere non dobrebbero mai accadere dice Laura Genovese, speriamo che la mia testimonianza serva a qualcosa”.
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