Daniele Lettieri, il "Signor" tenore - Le Cronache
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Daniele Lettieri, il “Signor” tenore

Daniele Lettieri, il “Signor” tenore

Il nostro cantante debutterà nel ruolo di Vitellozzo nella Lucrezia Borgia di Donizetti a Bergamo in autunno. La sua esperienza di studio con Josè Carreras

Di LUCA GAETA

Abbiamo incontrato il tenore Daniele Lettieri all’indomani dell’annuncio del suo prossimo debutto nel ruolo di Vitellozzo nella Lucrezia Borgia di Gaetano Donizetti, in autunno a Bergamo.

L.G. Come ti sei avvicinato al mondo della musica e del canto in particolare?

D.L. “ Il mio avvicinamento alla musica e soprattutto al canto è stato un caso. Mi piace partire dall’inizio, dagli anni in cui mio fratello maggiore studiava il pianoforte e io mi avvicinavo timidamente a questo affascinante strumento, spinto dalla curiosità che caratterizza ogni bambino. Dopo un pò di tempo mio fratello smise di studiare e i miei genitori, avendo notato questo mio avvicinamento e interesse al pianoforte, mi chiesero se volessi iniziare a prendere lezioni. Il perché di questo invito ed incoraggiamento era il fatto che senza aver avuto mai nessuna guida, talvolta riuscivo a riprodurre delle melodie che avevo semplicemente ascoltato in televisione o in altre situazioni. La mia risposta fu questa :”No perché non voglio che qualcuno mi dica cosa devo fare…”. Volevo essere libero. Ovviamente non capivo allora l’importanza dello studio. Dopo un lungo periodo, quando avevo 16 anni, fui io a chiedere loro di portarmi da un Maestro poiché mi avevano chiesto di suonare in chiesa e questo per me fu l’inizio di tutto. Sì, questo mi portò a scoprire la mia passione per la musica ma per il canto in particolare. Iniziai ad accompagnarmi nelle funzioni, nelle celebrazioni e man mano che lo facevo mi rendevo conto che usciva una voce. Mi stupiva il fatto che da una essere timido quale ero, potessero uscire quelle vibrazioni. Abbandonai lo studio del pianoforte per seguire quella che oggi è la mia compagna di vita, la voce. La mia prima guida fu il soprano Valentina Mastrangelo, la quale regalandomi dei dischi musicali mi illustrò cosa era la lirica, il melodramma. Mi innamorai di questa arte meravigliosa. Successivamente decisi di frequentare il conservatorio di musica, sotto la guida del Maestro Marilena Laurenza a cui va il mio ringraziamento per avermi supportato in tante situazioni e durante tutto il mio percorso accademico”.

L.G. Hai avuto la possibilità di studiare con il tenore José Carreras, cosa ha rappresentato questa esperienza per te e quali le sensazioni?

D.L. “José Carreras, è da sempre il mio idolo. Il Maestro Carreras è stata una sorpresa dal momento in cui credevo che nella mia esperienza musicale lo avrei visto ed ascoltato solo sui dischi o in Internet. Ebbene, quando ognuno di noi ha un sogno, deve fare di tutto affinché si avveri. Ero in Germania per alcuni concerti quando lessi il bando di partecipazione ad un Masterclass che si sarebbe svolta a Pesaro, affidata dal grande tenore. Inviai subito la domanda con la speranza di superare la selezione. E’ stata una esperienza stupenda, una continuità di emozioni dal primo giorno in cui l’ho incontrato fino ad oggi e, credo, che durerà per sempre. E’ una persona nobile, carismatica, un artista che riesce ad arrivare al cuore di tutti. Quando si studia con questi grandi personaggi bisogna prestare attenzione ad ogni singola parola che loro dicono. Può essere formativo anche solo ascoltare la loro esperienza personale e artistica. Personalmente sono contentissimo della mia esperienza di studio con lui perché, a prescindere dal fattore tecnico, dopo una lunga chiacchierata che lui stesso mi chiese di fare ho trovato delle risposte a dubbi e perplessità che, credo, abbiano tutti i giovani che si avvicinano a questa arte. Il Maestro ha apprezzato molto la mia vocalità, il gusto musicale e nella nostra chiacchierata privata mi disse: “Ho voluto parlarti perché ho sentito nella tua voce i giusti armonici e la giusta energia affinché tu possa fare una buona carriera…quindi, credici, Daniele”. Ecco, queste parole credo siano il riassunto della straordinaria esperienza con il grande tenore José Carreras”.

L.G. Carreras oltre ad essere uno dei più grandi tenori della seconda metà ‘900, rappresenta, lui come tanti altri, un modello di cantante lirico che forse oggi non esiste più. Come vedi attualmente la figura del cantante lirico, del tenore in particolare e che tipo di evoluzione, in meglio o in peggio, ha avuto a tuo parere?

D.L. “Penso che ogni epoca viene ricordata per determinate caratteristiche. Quello che noto è che forse oggi sta scomparendo quello che viene definito il divismo, inteso, ad esempio, come quelle corse ad aspettare il cantante all’Ingresso Artisti di un teatro. Nell’incontro con Carreras ho notato un atteggiamento nobile, gesti che dicono mille parole e che oggi difficilmente si trovano. Con questo non voglio dire che oggi mancano i grandi artisti, anzi ho avuto la fortuna di incontrare cantanti giovani in carriera con un’energia straordinaria, ma credo che non ci sia abbastanza tempo per prendersi i giusti meriti. Costruire la propria carriera per un cantante è difficilissimo, molte volte ci scoraggiamo perché siamo sottoposti a ritmi molto sostenuti che non ti permettono di mettere a fuoco e realizzare le cose belle che fai. Forse è proprio questa la differenza rispetto al secolo scorso, la corsa al palcoscenico, tanto lavoro in troppo poco tempo. Ma sono fiducioso, mi impegnerò e studierò talmente tanto affinché si possa tornare a vivere e a cantare con quella giusta energia di cui i vecchi cantanti ci parlano. Per me il cantante lirico rimane un’artista speciale, fuori dalla norma, con un modo di sentire, pensare e vedere le cose inimitabile e spesso, incomprensibile. Il tenore poi, credo sia una figura talmente particolare e strana che se riesce a capirsi lui stesso è già una fortuna; è la vocalità più difficile da costruire e da gestire nel tempo, ma è anche il più pagato (ironia). Ognuno di noi si ispira a qualcuno del passato quindi credo che più che trovare le differenze tra presente e passato dovremmo continuare quello che i Bigs hanno creato.

L.G. Quali sono i ruoli che ti piacerebbe interpretare e quali quelli che ritieni più congeniali alla tua vocalità?

D.L. “Tra le opere che ascolto in modo più frequente mi va di nominare la Bohème di Giacomo Puccini e la Carmen di George Bizet. Da anni sogno di cantare il ruolo di Rodolfo e, fortunatamente, è per la mia voce. Ma anche su questo argomento avrei qualcosa da aggiungere; uno tra i miei maestri conosciuti al Conservatorio, il cui nome è Ciro Visco, mi ha insegnato che su una partitura bisogna “perdersi”. Con questo voglio dire che se noi studiassimo con attenzione uno spartito, saremmo in grado di trovare il bello in tutte le opere, a prescindere dal gusto personale. Quindi, io spero di debuttare quanto prima nella Bohème di Puccini ma, prometto a me stesso di studiare sempre, in modo approfondito, tutti i ruoli che mi verranno scritturati”.

L.G. Di recente hai vinto l’audizione per il ruolo di Vitellozzo nella Lucrezia Borgia di Donizetti, ce ne parli?

D.L. “Il ruolo che ho vinto è quello di Vitellozzo nella Lucrezia Borgia di Donizetti. Sono contentissimo perché debutterò in un nuovo allestimento di questa meravigliosa opera in collaborazione con Fondazione Teatro Donizetti di Bergamo a sua volta in coproduzione con i teatri di Reggio Emilia, Piacenza e Ravenna; insomma una produzione abbastanza lunga che affronterò con tanto entusiasmo e tanta energia. Posso solo dire che questo prossimo impegno mi motiva a studiare e a fare sempre meglio”.

L.G. Oltre al canto, quali sono le tue passioni?

D.L. “Le mie passioni? Beh oltre al canto direi che c’è il pianoforte. Spesso nel tempo libero mi piace sedermi allo strumento e leggere spartiti a prima vista, così poi da poter fare lo sborone con i colleghi nei momenti di svago.( Ironico) Oltre alla musica adoro la natura, quindi spesso mi ritrovo a fare passeggiate in montagna o addirittura a prendermi cura dei terreni agricoli che la mia famiglia possiede. Grazie al canto ho scoperto che mi piace viaggiare e tra le tante attività sto studiando molto l’inglese, vitale per un’artista”.

L.G. Oltre alla Lucrezia Borgia, quali saranno i tuoi progetti per il futuro?

D.L. “Oltre alla Lucrezia Borgia, che mi terrà impegnato da ottobre 2019 a marzo 2020, andrò in Germania per una produzione dello Stabat Mater di Caldara e per altri concerti”.